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L'arte della narrativa per immagini

La storia dei fumetti
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Fin dai tempi più antichi, quando l'essere conosciuto come Homo Sapiens stava cominciando a raggrupparsi nei primi tentativi di società, le arti visive hanno giocato un ruolo fondamentale nell'evoluzione antropologica della specie umana.
Ancestralmente, i primitivi sentirono l'ancora non ben scientificamente spiegata esigenza di lasciare una traccia del loro passaggio, sia sotto forma di indicazioni, che di spiegazioni.
La narrazione per immagini è quindi antica quasi quanto quella orale, e coincide imprescindibilmente con tutta la storia dell'essere umano: la potenza visiva, nonché la particolare predisposizione privilegiata del cervello nel memorizzare meglio simboli ed immagini piuttosto che concetti astratti (come parole o numeri) ha sempre giocato un ruolo fondamentale nel corso dei millenni, per qualsiasi civiltà sparsa ovunque attorno al globo.

Dapprima usata come potente mezzo distributivo d'informazioni, nel corso della storia l'immagine s'è tramutata in arte, mantenendo il suo ruolo di vettore di dati ma acquisendo tutta una serie di proprietà aggiuntive, codificate nei secoli, che l'hanno resa componente dell'arte.
Sebbene dipinti, disegni, incisioni e stampe siano stati utilizzati da qualsiasi società a qualsiasi livello da moltissimo tempo, la narrazione visiva codificata come noi la conosciamo col termine di 'fumetto' ora è un'invenzione tutto sommato recente, ma la storia che c'è dietro è decisamente affascinante.

Questa pagina riassume sinteticamente la storia del fumetto, focalizzandosi specialmente sugli autori e sui passaggi fondamentali che l'hanno portato ad essere, in poco tempo, una vera e propria arte.
Buona lettura!

Nei fumetti sai come si fa a capire chi è il cattivo più temibile?
È l'esatto opposto dell'eroe.

Segni primitivi

Un graffito preistorico in Alta, Norvegia
Un graffito preistorico in Alta, Norvegia

Come molte altre cose dello scibile umano, la storia della narrativa per immagini non ha un punto d'inizio definito, ma piuttosto risulta una costante evoluzione, adattandosi ed accompagnando il progresso sociale.
Da questo punto di vista, in molti considerano la nascita del fumetto coincidente con i primi segni primitivi dei graffiti preistorici, ritrovati già a partire dal paleolitico superiore e presenti su rocce, pietre e metalli.
Di particolare interesse sono le famose rappresentanze delle scene di vita di tutti i giorni dei nostri antenati, che rivelano particolari importanti per la comprensione dell'evoluzione antropologica delluomo: scene di caccia, di pranzi condivisi oppure anche di mestieri sono ormai ampiamente considerati una vera e propria narrativa visuale, e sono gli unici reperti a disposizione degli archeologi e degli antropologi che danno una testimonianza certa di tempi lontanissimi, in cui la scrittura ancora non esisteva.

Nel corso dei secoli, l'arte del rappresentare per immagini seguì passo passo le innovazioni tecnologiche: ne sono esempio perfetto i mosaici ed addirittura le arti plastiche: basti pensare alla famosa colonna di Traiano, costruita nel II secolo d.C. in commemorazione della conquista romana della Dacia.
In tale mirabile opera, ancora perfettamente conservata e visitabile in quel di Roma, per vetritré volte si avvolgono attorno al fusto 200 metri di altorilievi, che raccontano, con oltre 2500 personaggi, tutta l'epopea della conquista dell'Impero Romano.
La cosa forse più interessante dell'opera (escludendo il mero valore storico, architettonico ed artistico) è che tutte le scene raffigurate rappresentano episodi ben definiti e specifici, dando quindi un'efficace, seppur grezza, parvenza di 'sceneggiatura'.

Particolare della Colonna Traiana
Particolare della Colonna Traiana

Con il medioevo e con l'inizio della copiatura dei testi per mezzo degli amanuensi, cominciò a divenire comune rappresentare storie, soprattutto di origine biblica, per mezzo di disegni sequenziali: tale espediente fu probabilmente inventato per permettere la più larga diffusione possibile del concetto dei testi, anche per gli strati più bassi della popolazione (la maggiorparte), totalmente analfabeti.
Prese anche piede l'usanza di far uscire dalla bocca dei personaggi le parole sotto forma di frasi, cominciando quindi la fondamentale usanza di far capire al lettore - quello che sa leggere, ovviamente - ciò che tale figura sta dicendo.

Prima del fumetto

"Histoire de M.Cryptogame" di Rodolphe Töpffer (1845)
"Histoire de M.Cryptogame" di Rodolphe Töpffer (1845)

L'arte della narrativa per immagini si fa storicamente e convenzionalmente coincidere con la fine dell'800, quando venne pubblicata "Hogan's Alley", la serie di striscie di fumetti conosciuta anche col nome di "The Yellow Kid" ad opera dell'illustratore statunitense Richard Felton Junior Outcault.
Tuttavia, già nel primo ventennio del XVIII secolo si poterono notare i primi precursori dei fumetti propriamente detti: ad esempio, l'illustratore svizzero Rodolphe Töpffer fu tra i primi a pubblicare le sue 'immagini narrate', tanto che in molti sono spinti a considerare l'artista di Ginevra il primo vero fumettista di un certo successo.

Negli anni '70 dell'800, in Inghilterra riscosse molto successo il famoso "Ally Sloper" ideato da Charles Henry Ross e disegnato da sua moglie, la francese Isabelle Emilie de Tessier.
Fu il primo proto-fumetto a riscuotere davvero un successo considerevole, tanto da conquistarsi un settimanale tutto suo, l'"'Ally Sloper's Half-Holiday".
Anche il nostro paese contribuì al pre-fumetto, con Angelo Agostini e la sua rivista "Diabo Coxo", che diventò estremamente popolare in Brasile.

The Yellow Kid e la nascita delle 'comic strip'

"The Yellow Kid"
"The Yellow Kid"

Nel 1894 Joseph Pulitzer, proprietario del famoso "New York World", stava cercando disperatamente qualche buona idea per tirare su le vendite del suo inserto domenicale a colori, che la gente non riusciva particolarmente ad apprezzare.

Chiamò perciò l'illustratore Richard Felton Outcault, che nel 1895 avrà l'intuizione geniale di presentare al pubblico delle strambe e brevissime storie di un simpatico gruppo di bizzarri newyorkesi viventi in un ghetto: "At the Circus in Hogan's Alley", che sarà poi ricordata semplicemente come "The Yellow Kid" (Il Ragazzino Giallo) per via di uno dei personaggi di spicco delle storie, un moccioso colorato di giallo e che diventerà ben presto il protagonista.
L'opera è considerata la prima 'comic strip' (cioè striscia comica) della storia, e darà il via ad un nuovo business miliardario: la fumetteria.

"The Katzenjammer Kids" in Italia conosciuta come "Bibì e Bibò" è la prima opera a fumetti a fare largo uso dei balloons
"The Katzenjammer Kids" in Italia conosciuta come "Bibì e Bibò" è la prima opera a fumetti a fare largo uso dei balloons

"The Yellow Kid" riscosse subito un grande successo di pubblico, sia per la sua particolare natura, molto critica ed anticonformista al massimo, sia per quella comicità 'da asporto', veloce da gustare e perfetta per essere integrata nei quotidiani.

Nel 1907, Bud Fisher crea la famosa striscia "Mutt and Jeff" che idealmente è considerata la prima 'daily strip' (scriscia quotidiana) propriamente detta: di immediata fruizione, con storie brevissime ed ottime da essere lette anche saltuariamente, era il primo fumetto ad essere regolarmente stampato (in bianco e nero) ed integrato nel quotidiano.

La codifica del fumetto

Tex Willer

Sviluppatosi a grande velocità, il nuovo metodo di narrazione per immagini delle striscie dei fumetti incontrò il favore del pubblico essenzialmente sulla base di tre punti vincenti:

  • Racconto per immagini;
  • Formato a vignette;
  • Personaggio principale riconoscibile e caratterizzante

Questi tre fattori hanno contribuito in maniera rilevante alla divulgazione di massa del nuovo metodo narrativo, rendendolo d'immediata riconoscibilità e permettendone la diffusione in maniera capillare tra la gente, anche di non elevato ceto sociale.
Altro fattore determinante può essere considerato la periodicità: i fumetti sono un appuntamento mensile, settimanale oppure giornaliero, e questo crea nei lettori una fidelizzazione, che li porta ad attendere con sempre più ansia la prossima pubblicazione della loro striscia preferita.
Quest'ultima peculiarità è propria anche della letteratura, ed è uno dei tanti esempi che fanno considerare il fumetto niente altro che un racconto per immagini. Non a caso, dalle prime strips totalmente comiche e satiriche si svilupperanno ben presto i generi fumettistici, esattamente come nelle opere letterarie.

È importante sottolineare come, nell'elenco sopra riportato, manchi totalmente il testo.
Questo può sembrare strano, perché genericamente è comune associare all'immagine il parlato, ma il fumetto non è un'opera d'ausilio per sordomuti: è una storia fatta d'immagini sequenziali, che possono essere anche totalmente prive di testo.
Opere famosissime come "Andy Capp" di Reg Smythe oppure "Peanuts" di Shultz - per non parlare di "Rat-Man" di Leo Ortolani - spesso prevedono intere vignette senza la briciola di un testo, ma non per questo perdono la loro dirompente espressività narrativa.
Concettualmente, i presupposti fondamentali codificati all'inizio del '900 e precedentemente accennati sono validi ancora ai nostri giorni senza grosse differenze.

Parole e suoni

Rat-Man e le onomatopee

Sebbene la narrazione per immagini non preveda necessariamente un accompagnamento testuale, fin dalle prime striscie, gli autori si sono resi conto che potevano usare testi e parole per costruire le loro storie, facendo quindi scorrere le vignette in un senso logico e permettendo ai loro personaggi di esprimersi non solo fisicamente.

Outcault soleva mettere i testi, nel già citato "The Yellow Kid", proprio nell'ampio vestito giallo del suo ragazzino di successo, ma ben presto persò di accompagnare le vignette anche con un testo narrativo, messo esterno al disegno principale.
La codifica del 'balloon' (la nuvoletta, in italiano) come segno distintivo del fumetto si rivelerà ben presto necessaria per far capire chi sta dicendo cosa.
La nuvoletta con il testo, al contrario di quello che pensano molti, non è un'invezione recente: è piuttosto antica, e già nell'America pre-colombiana se ne trovano i primi antenati, lasciati a noi dalle incisioni dei Teotihuacan.

Dylan Dog, celebre 'indagatore dell'incubo' creato da Tiziano Sclavi mentre si presenta con un balloon
Dylan Dog, celebre 'indagatore dell'incubo' creato da Tiziano Sclavi mentre si presenta con un balloon

Usati anche in Europa fin dall'inizio del medioevo, i balloon moderni sono stati codificati sul finire del '700: inizialmente le nuvolette uscivano direttamente dalla bocca dei personaggi, ma già nel primo decennio del '900 i fumettisti si accorsero subito che la cosa era abbastanza difficile da realizzare per una produzione giornaliera, poiché far uscire la nuvoletta ogni volta dalla bocca obbligava a disegnare solo particolari posizioni ed inquadrature.
L'angolo visivo era quindi sempre il medesimo (quello frontale o di 3/4), era scomodo posizionare bene i soggetti e bisognava inventarsi sempre complicati arzigogolii grafici per trovare lo spazio necessario al 'filo' del baloon.

Il problema venne risolto con l'introduzione dei balloon moderni, dotati della famosa 'pipetta' indicativa: molto più pratici da disegnare, molto meno invasivi dal punto di vista grafico.
Nel corso dell'evoluzione del fumetto, oltre al classico balloon per il testo generico ne sono stati ideati e codificati molti altri, un po' per ogni tipo di situazione, azione o stato d'animo.
Vediamo quelli più comuni:

Nuvoletta classica

Baloon testo

Balloon generico, buono per qualsiasi tipo di testo, ma può contenere anche immagini.
La pipetta della nuvoletta è puntata verso il personaggio che sta parlando (la fonte sonora), e più balloon possono essere concatenati assieme e condividere la stessa pipetta, per risparmiare spazio e dare il ritmo al dialogo.

Nuvoletta per i bisbigli

Balloon bisbigli

Di forma eguale a quella classica, presenta però i contorni tratteggiati e con continui.
Rappresenta il sussugliare, il bisbigliare, ovverosia il parlare a voce bassa.
Come il balloon classico, può essere legato ad altre nuvolette.

Nuvoletta per i pensieri

Balloon pensieri

Balloon di forma eguale a quello classico, ma la pipetta è sostituita da una serie di altre piccole nuvolette - solitamente tre - che, partendo da quella principale, si restringono sempre di più verso la direzione della fonte sonora.
Tale balloon rappresenta i pensieri, ovverosia ciò che il personaggio sta pensando tra sé e sé, ma che non sta dicendo a voce alta.
Si tratta di una codifica molto importante nella storia del fumetto: grazie ad essa, i personaggi della narrativa per immagini hanno iniziato a sviluppare una personalità complessa.

Nuvoletta per le grida

Balloon grida

Balloon che serve ad indicare le grida, o comunque un tono di voce molto alto.
Si presenta come un fumetto con contorni frastagliati, a punta.
La pipetta è una delle punte stesse, solo più lunga e posizionata nella direzione della fonte sonora.
Il testo incluso nella nuvoletta è solitamente in grassetto e spesso anche corsivo, per enfatizzare il senso del grido.

A questi balloon principali, necessari e sufficienti per descrivere una storia d'immagini completa, nel corso degli anni se ne sono aggiunti alcuni altri secondari, opzionali ma che facilitano ulteriormente la narrazione, come ad esempio la nuvoletta per il parlato della radio e della televisione.
Un tempo i balloon venivano disegnati a mano per mezzo di curvilinei, ma ormai sono aggiunti digitalmente, tramite l'utilizzo di software specifici, che generano ogni genere di nuvoletta, permettendone la modifica ed il posizionamento facile e veloce.

Il testo: stili e formattazioni

Big Mom, personaggio di spicco del manga "ONE PIECE", mentre urla. 
Si notano i balloon frastagliati ed il testo grande ed in grassetto
Big Mom, personaggio di spicco del manga "ONE PIECE", mentre urla.
Si notano i balloon frastagliati ed il testo grande ed in grassetto

Come per le nuvolette, anche il testo di un fumetto è stato codificato nel tempo.
Fino all'avvento dell'impaginazione elettronica, i fumettisti scrivevano a mano le lettere nelle nuvolette e, per facilitare la lettura anche in condizioni di stampa non ottimale (oltreché per guadagnare spazio), scelsero da subito caratteri maiuscoli ed in stampatello.

L'opera di scrittura del testo nei balloon si chiama lettering (od editing del testo), ed ormai è fatta con l'ausilio dei software di impaginazione grafica.
Tuttavia, i font scelti sono sempre coerenti con la scrittura manuale, e la imitano senza distinzioni.
Anche l'andamento del testo ed il suo aspetto sono codificati:

  • Testo con lettere in grassetto: parole pronunciate a livello sonoro elevato;
  • Testo con contorno spezzato o tremolante: paura, freddo, agonia;
  • Testo di dimensioni più grandi di quelle standard: urla, rabbia, meraviglia, spavento;
  • Testo di dimensioni più piccole di quelle standard: bisbigli e sussurri

Il font del testo può cambiare a seconda di ciò che deve rappresentare, ma è comunque quasi sempre derivato dalla scrittura manuale: questo per non dare un segno di discontinuità all'opera.

Le onomatopee

Onomatopee

Con l'inizio della produzione quotidiana di striscie comiche, i primi autori e disegnatori s'accorsero quasi da subito che le gag comiche ritratte nelle vignette avevano un grosso problema di fondo, non risolvibile i balloon: mancavano di incisività quando dovevano rappresentare un effetto fisico che emetteva un rumore caratteristico.
La problematica può sembrare ovvia, considerando che il fumetto è un'arte visiva e non uditiva, ma è un impedimento che tronca di molto l'efficacia della comunicazione del messaggio.
Come far vedere ciò che, di fatto, è invisibile?

La questione venne risolta con l'utilizzo delle onomatopee, ovverosia del testo che idealmente richiama, tramite un tratto iconico, un particolare suono.
Le onomapatopee sono strettamente correlate alla lingua con la quale si vuole comunicare: datosi che non hanno un significato letterale, ma sono parole che tentano d'imitare un messaggio sonoro, ogni popolo ed ogni lingua può intrepretarle differentemente.

I fumetti d'azione prevedono un grande uso delle onomatopee
I fumetti d'azione prevedono un grande uso delle onomatopee

Per esempio: l'onomatopea che tenta di riprodurre il miagolio dei gatti, in italiano, è la famosa 'miao'; tuttavia, per un lettore di lingua inglese - per dirne uno - che legge l'onomatopea con la fonetica propria della sua lingua, la parola non avrebbe alcun senso. Piuttosto, sempre tale lettore anglofono s'aspetterebbe qualcosa come 'meow', per indicare l'onomatopea che descrive il verso dell'amico gatto.

Risulta quindi chiaro che l'uso delle onomatopee deve necessariamente essere considerato proprio della lingua originale in cui il fumetto è sviluppato.
Grazie alle onomatopee, gli autori dei fumetti iniziarono così sbizzarrirsi nelle sceneggiature, dando alle vignette molta più incisività nel comunicare il loro messaggio.

Mickey Mouse ed il business miliardario del fumetto

Mickey Mouse

Nel 1928, il giovane fumettista e cartoonist Walter "Walt" Elias Disney, persa la licenza d'utilizzo di un suo personaggio creato per una produzione animata ("Oswald the Lucky Rabbit"), decise di inventare da zero un nuovo cartone, e per farlo si affidò all'amico disegnatore Ub Iwerks, con cui già aveva ottimamente collaborato in passato.

Il risultato del lavoro fu il personaggio di un topo antropomorfo in bermuda, combinaguai e scavezzacollo: era nato Mickey Mouse, che in Italia sarebbe divenuto famoso col nome di Topolino.
Dopo vari cortometraggi (muti) di prova e nel totale disinteresse dei produttori di Hollywood, Disney decide di tentare la chance del grande pubblico proiettando in sala il corto "Steamboat Willie".
Il cartone animato godrà subito di enorme successo, facendo diventare Mickey Mouse la nuova star del cinema.

Topolino, come originariamente ideato da Walt Disney
Topolino, come originariamente ideato da Walt Disney

Dopo oltre una dozzina di cortometraggi, Mickey Mouse sbarcherà nel 1930 anche sulla carta stampata, venendo totalmente ricreato da Floyd Gottfredson, uno dei padri del fumetto americano.
Gottfredson riscrisse quasi totalmente Topolino, facendolo diventare da perdigiorno e sbruffoncello un implacabile ed astuto detective, e gli ambientò storie stupende dalle tinte gialle, in strisce divenute autentici capolavori della narrativa per immagini.
Il successo del personaggio creato da Walt Disney portò la casa cinematografica al successo planetario, che dura ormai da quasi un secolo, diventando una delle maggiori major d'intrattenimento al mondo.

Topolino in una storia italiana di Massimo De Vita
Topolino in una storia italiana di Massimo De Vita

Le avventure di Topolino arrivarno quasi contemporaneamente anche in Italia, paese che si rivelerà decisamente fertile per il topo più famoso del mondo: se nei primi anni le storie venivano solamente importante e tradotte in italiano, nel corso del tempo si creò tutta una grande 'scuola italiana' d'estrazione Disney, e dagli anni '40 in poi verranno prodotte storie originali, d'elevatissimo valore.

Autori come Romano Scarpa, Massimo De Vita e Giovan Battista Carpi scriveranno racconti stupendi incentrati sul mondo di Topolino e della Disney in generale, con picchi di qualità altissimi come la famosa "Saga della Spada di ghiaccio ".

Carl Barks ed il papero più ricco del mondo

Uncle Scrooge di Cark Barks

Nel 1947, il fumettista americano Carl Barks, che già in passato aveva lavorato sulle storie di un nuovo - ma ancora poco usato - personaggio Disney, il papero antropomorfo Donald Duck (Paolino Paperino, in Italia) scrisse una storia in cui compare un altro papero, stavolta però incredibilmente avaro, scaltro e ricco: Uncle Scrooge, in Italia conosciuto come Paperon De' Paperoni.
Inizialmente pensato per apparire in solo una storia ("Paperino e il Natale sul Monte Orso"), il successo del personaggio palesemente basato sul vecchio taccagno Ebenezer Scrooge del "Canto di Natale" di Charles Dickens fu talmente grande da spingere Barks a continuare con le sue avventure.

Il papero più ricco del mondo nel suo passatempo preferito: nuotare nelle monete d'oro
Il papero più ricco del mondo nel suo passatempo preferito: nuotare nelle monete d'oro

Mai scelta si rivelò più saggia: Zio Paperone diventerà uno dei giganti della fumettistica mondiale, nonché uno dei personaggi più immediatamente riconoscibili di tutto l'universo della Disney.
Le storie di Barks sul mondo dei paperi diventeranno campioni di vendite in tutto il mondo, e saranno amatissime anche qui in Italia, dove Paperone troverà subito altri incredibilmente dotati fumettisti - come il già citato Romano Scarpa - che proseguiranno in maniera eccellente il lavoro iniziato dal grande autore americano.

La nascita dei supereroi

Superman, l'Uomo d'Acciaio e primo supereroe della storia
Superman, l'Uomo d'Acciaio e primo supereroe della storia

Nel 1935 il fumettista Lee Falk assieme al disegnatore Phil Davis esordiscono nel vasto mercato delle striscie quotidiane con un personaggio destinato a diventare il proto-antenato di un genere che, di lì a pochi anni, sarebbe diventato famosissimo: "Mandrake the Magician" (Mandrake il Mago) è considerato a tutti gli effetti il primo 'pre-supereroe' della storia dei fumetti, e alla sua immagine si sarebbero ispirati i fumettisti futuri per le loro storie.

Mago galantuomo vestito in impeccabile frac con cilindro, Mandrake è il primo personaggio dei fumetti a mostrare dei poteri non comuni ed impossibili per un normale essere umano: all'inizio delle sue storie è un mago potentissimo, addirittura in grado di resuscitare i morti.

Mandrake, il potente mago illusionista proto-antenato dei supereroi
Mandrake, il potente mago illusionista proto-antenato dei supereroi

Ridimensionato col tempo a 'semplice' illusionista ed ipnotizzatore, il successo di Mandrake è rimasto impresso nella storia dei fumetti, e ha preceduto di qualche anno quello di un certo alieno venuto da Krypton, che di lì a poco farà iniziare ufficialmente il tema dei supereroi.
Pubblicato nel giugno del 1938, "Superman" è il considerato il padre di tutti i moderni supereroi.
Creato dalle storie e le matite di Jerry Siegel e Joe Shuster, fece il suo esordio nella storica rivista "Action Comics" con una copertina divenuta col tempo molto famosa: un uomo fortissimo vestito in calzamaglia blu e mutandoni rossi, dotato di mantello e che solleva a mani nude un'autovettura.
Superman non è un umano, ma un alieno proveniente dal pianeta Krypton, esploso poco dopo la sua nascita, ed è stato spedito sulla Terra dai suoi genitori per salvarlo dalla brutta fine del suo popolo.
Fortissimo, praticamente indistruttibile e capace di volare, è stato cresciuto dai coniugi Kent, ed il suo nome terrestre è per l'appunto Clark Kent.

Eroe totalmente puro e buono, Superman incarna totalmente gli ideali americani molto in voga in quel periodo di preparazione al secondo conflitto mondiale, e per questo il suo personaggio fu usato anche in tempo di guerra, come potente mezzo di indrottinamento delle truppe e della popolazione.
Con l'uscita del primo "Superman" si parla di "Golden Age" (età dorata) del fumetto d'azione supereroistica: in poco tempo la Detective Comics (ora DC Comics), che aveva i diritti su Superman, produsse una grande quantità di svariati altri eroi, alcuni di essi divenuti ben presto famosi quanto - e forse più - l'ultimo figlio di Krypton.

Il logo di Bat-Man, il famosissimo uomo-pipistrello divenuto icona mondiale
Il logo di Bat-Man, il famosissimo uomo-pipistrello divenuto icona mondiale

La nascita dell'uomo-pipistrello, "Batman", è di poco successiva a quella di Superman: nel 1939 Bob Kane e Bill Finger fanno il loro esordio con il nuovo personaggio nel numero 27 della rivista "Detective Comics", riscuotendo subito enorme successo.
Personaggio complesso, traumatizzato, oscuro e dannatamente affascinante, l'alter-ego di Bruce Wayne diventerà uno dei supereroi più famosi di ogni epoca, cavalcando i decenni fino ad arrivare ai giorni nostri, riscuotendo ancora un successo planetario.

Sempre del periodo è da notare l'introduzione di un supereroe di propaganda, creato da Joe Simon e Jack Kirby sotto spinta del governo americano, impegnato nelle operazioni in Europa contro le forze dell'Asse: è Capitan America.

Capitan America, il supereroe di natura propagandistica
Capitan America, il supereroe di natura propagandistica

Le sue storie sono esclusivamente propagandistiche e retoricamente buoniste: servono a convincere la società - specie quella più giovane, incallita lettrice dei comics - della giustezza dell'azione militare americana.
Un'America rappresentata come liberare e democratica che interveniva in difesa delel popolazioni europee, schiacciate dai brutti imperi oppressivi e totalitari.
Il fumetto riscosse un grande successo durante tutto il conflitto, ma cadde nel dimenticatoio ben presto, al finire delle ostilità.
Il fumetto supereroistico americano segue storie che si concatenano l'una dietro l'altra, ma copioni e sceneggiature possono variare di molto tra autore ed autore, anche parlando dello stesso personaggio.

Non è un fatto raro vedere la psicologia e le attitudini di un tale protagonista cambiate dall'autore che lo sta curando al momento, anche se, generalmente, la maggiorparte degli artisti tende a non snaturare l'essenza del personaggio.
Questo a volte genera dei radicali cambiamenti nelle storie, che modificheranno per sempre il futuro dell'opera: ad esempio, negli anni '80 John Byrne riscrisse completamente sia le origini e sia i poteri di Superman, facendone praticamente un supereroe differente da quello perfetto e forse un po' troppo 'alieno' pensato in origine.

Questo continuo alternarsi di sceneggiatori ed autori ha generato, nel corso dei decenni, dei problemi di continuity (cioè continuità e coerenza) delle storie, che spesso hanno confuso di molto il lettore.
Per mantenere il filo logico e conquistare nuovi lettori, quindi, è necessario una sorta di 'riavvio periodico' delle serie; questo solitamente accade facendo succedere cambiamenti shock nel personaggio (quasi sempre tragici, ma provvisori), per permettere l'inizio di un nuovo ciclo di storie non troppo legato agli accadimenti passati.
Il nuovo lettore potrà così concentrarsi sul nuovo corso e fidelizzarsi sul fumetto, senza preoccuparsi eccessivamente degli avvenimenti successi nei decenni precedenti.

Tutto ciò rende quindi subito lampante un concetto basilare nell'industria del fumetto americano: si fa quello che il lettore vuole comperare, anche se ciò non coincide spesso con la qualità narrativa pensata dagli autori.

Stan Lee ed i supereroi con super-problemi

I Vendicatori

Nel 1961, in un mondo profondamente cambiato in pochissimi anni ed in piena 'guerra fredda', il fumettista Stan Lee ed il disegnatore Jack Kirby idearono un gruppo di supereroi davvero 'sui generis', decisamente differenti da quelli sinora presentati dalla DC Comics: i loro superpoteri non gli erano stati concessi in uno 'stato di grazia', ma erano frutto di un incidente anche abbastanza serio, che sconvolse completamente le loro vite.
Più che un dono, la modifica dei loro corpi sembrava quasi una maledizione, che la società 'normale' faticava ad accettare.

Questo problema, cioè lo scontro tra 'normale' e 'diverso', venne messo da Lee al centro di tutta la sua produzione futura, esasperandolo al massimo nella serie degli "X-Men": un gruppo di supereroi sicuramente 'super', ma non sempre 'eroi', almeno secondo la società che viveva nel loro mondo.
Mutanti, nati cioè con un codice genetico alterato rispetto alla normalità, per molti di loro i superpoteri erano delle vere e proprie condanne, che li emarginavano dal vivere comune, non facendoli integrare nel tessuto sociale.

Spider-Man, una delle bandiere della Marvel ed uno dei supereroi più amati al mondo
Spider-Man, una delle bandiere della Marvel ed uno dei supereroi più amati al mondo

"Iron Man", altro epico e storico fumetto partorito dalla mente di Lee, è un super miliardario sempre in bilico tra la vita e la morte, grazie a delle micidiali schegge infilate proprio vicine al cuore.
E che dire poi di "Hulk", il 'Golia Verde'? Un tempo brillante scienziato, Bruce Banner ebbe la mala sorte di trovarsi nel mezzo di un test atomico, che lo espose ad una dose micidiale di raggi gamma, e lo fece diventare un tremendo gigante tutto verde, dalla forza mostruosa ma dalla rabbia e pericolosità altrettanto tremenda, che gli impediva di vivere una vita normale.

Wolverine, uno dei personaggi più amati della serie degli "X-Men"
Wolverine, uno dei personaggi più amati della serie degli "X-Men"

Insomma, eroi sì, ma uomini come tutti gli altri, con super problemi ma anche con le rogne della gente comune: Peter Parker, il famoso "Uomo Ragno", è passato alla storia per essere perennemente in bolletta, barcamentandosi tra un lavoro saltuario e l'altro.
Lee riprende anche il personaggio di Capitan America, rimasto in naftalina per un ventennio, e ne riscrive totalmente la storia: il supereroe viene spogliato di tutta la propaganda nazionalistica e, rimanendo sempre un uomo puro e giusto, diventa però un paladino degli oppressi, un leader carismatico dei nuovi supereroi, e le sue storie trattato argomenti scottanti e scomodi, come ad esempio quelle degli emarginati dalla società capitalistica.

Prima della rivoluzione concettuale di Stan Lee, i supereroi erano esseri praticamente perfetti, dalla vita smagliante: al fumettista di New York va dunque il merito di aver ideato una vera e propria rivoluzione concettuale, che ha portato alla moderna immagine di eroe con superpoteri... E super-problemi.

I manga ed il predominio giapponese

L'epico scontro tra Goku e Freezer nel manga campione di vendite "Dragonball"
L'epico scontro tra Goku e Freezer nel manga campione di vendite "Dragon Ball"

Manga (漫画) in giapponese non vuol dire altro che 'fumetto', di qualsiasi natura esso sia, anche di produzione non nazionale.
A differenza dell'occidente, od almeno di quello che è stato in occidente per molti anni, in Giappone il fumetto non è considerata un'arte visiva quasi esclusivamente per bambini o ragazzi, ma un intrattenimento generalizzato, con settori e generi specifici per qualsiasi età.

A differenza di quasi tutti i fumetti americani (ed anche italiani), solitamente le storie di un manga hanno una fine ed un inizio ben precisi: la pubblicazione può durare tanto o poco (ci sono manga che sono pubblicati da oltre 30 anni), ma la storia comunque è destinata a concludersi.
La pima rivista di fumetti, "Shōnen Kurabu", fu pubblicata dalla Kodansha nel 1914, anche se toccherà attendere sino agli anni '50 del 1900 affinché il fenomeno diventi di portata considerevole, dapprima nazionale e poi internazionale.

"Astro Boy", lo storico personaggio inventato da Osamu Tezuka
"Astro Boy", lo storico personaggio inventato da Osamu Tezuka

Molte delle basi della narrazione per immagini nipponica sono state dettate principalmente da due fumettisti (mangaka, in lingua originale): il grande Osamu Tezuka, uno dei più importanti artisti della storia inventore dei generi ancora oggi presenti sul mercato, e l'altrettanto grande Go Nagai, il padre del fumetto erotico e del filone fantascientifico della serie dei 'mecha'.
Fu Osamu Tezuka ad inventare per primo il disegno dei personaggi con i caratteristici occhi molto grandi, che diventeranno poi un segno distintivo della fumetteria e dell'animazione nippponica: l'idea gli venne dopo che prese visione dei film di Walt Disney, di cui era un grandissimo estimatore.

"La principessa Zaffiro" "La principessa Zaffiro"

In una carriera ben più che cinquantennale, Tezuka ha scritto pagine storiche dell'arte delle immagini narranti: "Astro Boy", "Kimba, il leone bianco", "La principessa Zaffiro" (primo manga sviluppato principalmente per un pubblico femminile) e tanti altri soggetti originali, in una vena narrativa invidiabile, di oltre 700 storie e di circa 170.000 tavole disegnate.
Tezuka propose anche una nuova visione concettuale per le trame, mettendo una seria ipoteca sul classico 'lieto fine' che imperversava nei fumetti (generali, non solo giapponesi) del periodo: le storie potevano anche finire non propriamente bene per i protagonisti, aprendo quindi la strada al 'fumetto d'autore' che si sarebbe distanziato profondamente dalle produzioni atte ad incassare solo più soldi possibili dalle masse.

Go Nagai fu invece il geniale autore della serie di "Mazinger", e di moltissimi altri generi e titoli diventati col tempo dei classici della letteratura per immagini.
Visionario e cupo, a lui si deve la nascita del fumetto horror e a tratti blasfemo, come "Mao Dante" e il famoso "Devilman".

Ryoma Nagare, uno dei protagonisti della "Getter Saga" di Go Nagai e Ken Ishikawa Ryoma Nagare, uno dei protagonisti della "Getter Saga" di Go Nagai e Ken Ishikawa

Artista veramente a tutto tondo, oltre ad aver creato il genere dei 'mecha', che diventerà dominante per tutti gli anni '70 e buonaparte degli anni '80, Nagai è anche un fine umorista, capace di fondere il fumetto erotico con la violenza, peraltro in un periodo di contestazione giovanile i cui effetti si videro anche nell'inossidabile cultura giapponese (nota: se volete un approfondimento sul lavoro di Go Nagai, visitate questa pagina).

Mazinger Z, il primo 'mecha' della storia dei manga Mazinger Z, il primo 'mecha' della storia dei manga

Tra i grandi maestri del fumetto giapponese che produssero complesse ed introspettive opere, che il tempo ha decreato come autentici capolavori, non si può non menzionare Leiji Matsumoto.
Artista raffinatissimo ed estremamente prolifico, il padre di "Capitan Harlock", "Galaxy Express 999" e "La corrazzata spaziale Yamato" ha creato un vero e proprio universo (chiamato in suo onore 'Leijiverso'), in cui fantascienza, sentimenti, azione e poesia si mescolano in un turbinio a volte dolce, a volte violento, sicuramente sempre melanconico, e così dannatamente affascinante.

Capitan Harlock, l'amatissimo e romantico pirata dello spazio ideato da Matsumoto Capitan Harlock, l'amatissimo e romantico pirata dello spazio ideato da Matsumoto

Sempre del periodo dorato del fumetto nipponico, ovverosia gli anni '60, è da porre l'attenzione sulle opere di Shōtarō Ishinomori, un altro fumettista di elevatissima caratura, capace di creare popolarissime serie come "Cyborg 009", "Ryu il ragazzo delle caverne" e tante altre di grande successo.
Al pari dei suoi illustri colleghi, Ishinomori è considerato uno dei padri del fumetto giapponese, ed i suoi lavori sono ancora studiati ed analizzati come esempi ideali di manga.

Ti nasconderai / Ti troveranno e per te saran guai

La cultura e la passione dei fumetti si sviluppò in maniera molto rapida in Giappone, diventando presto una vera e propria industria, al pari di quella americana, capace non solo di vendere tantissimo a livello nazionale, ma anche di esportare altrettanto ottimamente a livello internazionale.

I nove 'supermagnifici' Cyborg di Ishinomori I nove 'supermagnifici' Cyborg di Ishinomori

Negli anni '80, in pieno decennio pop e post-industriale, anche la produzione dei manga si adatta al nuovo clima, e nuovi autori danno il via ad un nuovo corso fumettistico: Akira Toriyama s'impone presto come il mangaka più influente del suo periodo, e creerà vere e proprie opere leggendarie come "Dr. Slump & Arale" e soprattutto "Dragon Ball", che diventerà un campione di vendite eccezionale, e sarà esportato in tutto il mondo, dando il via ad una vera e propria 'Dragon Ball mania'.
L'opera diventerà un pilastro del genere shōnen, e sarà presa ad esempio da tutti gli altri autori delle future generazioni.

Kakaroth, conosciuto sulla Terra come Son Goku, il Sayan eroe assoluto di "Dragon Ball" Kakaroth, conosciuto sulla Terra come Son Goku, il Sayan eroe assoluto di "Dragon Ball"

Il fumettista Tetsuo Hara assieme al collega sceneggiatore Buronson pubblica "Hokuto no Ken" ("Ken il Guerriero", in Italia), un manga che vedrà la nascita della leggenda di Kenshiro Kasumi, personaggio amatissimo sia in Giappone che nel nostro paese, e da cui verrà tratta una seguitissima serie TV.
Sebbene di indubbia retorica ed infarcita in ogni dove di topoi, "Hokuto no Ken" è comunque rimasta nel cuore dei ragazzi e dei bambini del periodo, per l'altissimo carisma di protagonista, nemici e personaggi principali in generale (nota: se vuoi approfondire la storia di "Ken il Guerriero", qui c'è una pagina dedicata all'opera).

Kenshiro Kasumi è il 64° successore della Divina Scuola di Hokuto, nel distopico futuro nuclearizzato di "Hokuto no Ken"
Kenshiro Kasumi è il 64° successore della Divina Scuola di Hokuto, nel distopico futuro nuclearizzato di "Hokuto no Ken"

Gli anni '90 sono all'insegna di un cambio radicale di rotta: i manga risentono fortemente del nuovo decennio totalmente impostato sull'apparire, e lo stile grafico diventa sempre più raffinato e ricercato, spesso a scapito della qualità di trame e sceneggiature.
Masakatsu Katsura è l'artista di grido del periodo: con la sua "Video Girl Ai" dimostra alle nuove generazioni che un fumetto può essere stilisticamente perfetto o quasi, senza però difettare di qualità di narrazione e di grandi emozioni che suscita nei lettori, anche per le piccole cose quotidiane, così difficili da spettacolarizzare.

Jotaro Kujo è il protagonista della III serie de "Le bizzarre avventure di Jojo" di Hiroiko Araki
Jotaro Kujo è il protagonista della III serie de "Le bizzarre avventure di Jojo" di Hiroiko Araki

L'ultimo decennio del 1900 è anche la decade di definitiva consacrazione di uno dei più folli, geniali ed importanti fumettisti di tutta la storia della narrativa per immagini, e non solo quella giapponese: Hiroiko Araki decide di fare della serie "Le bizzarre avventure di Jojo" la sua opera omnia, e realizza una saga generazionale semplicemente incredibile, per lunghezza, potenza narrativa ed inventiva.
Le (dis)avventure della famiglia Joestar scavalcano i confini di ogni tempo, regalando oltre trent'anni di incredibili personaggi, storie ed emozioni (nota: se vuoi approfondire la storia de "Le bizzarre avventure di Jojo", qui c'è la pagina che può interessarti).

Gatsu e la sua enorme Ammazzadraghi, nell'epica opera fantasy-splatter di Kentaro Miura, "Berserk"
Gatsu e la sua enorme Ammazzadraghi, nell'epica opera fantasy-splatter di Kentaro Miura, "Berserk"

L'inizio degli anni '90 vede anche l'inizio delle pubblicazioni di uno dei manga più controversi e violenti della storia: "Berserk" di Kentaro Miura partirà come opera per nulla innovativa e sotto-tono, per poi diventare una delle serie più raffinate e visivamente potenti dei suoi anni (nota: se vuoi saperne di più sul mondo di "Berserk", qui trovi le informazioni che ti servono).

Naruto Uzumaki, l'abilissimo - e sbruffonissimo - ninja del Villaggio della Foglia nell'opera maestra di Masashi Kishimoto
Naruto Uzumaki, l'abilissimo - e sbruffonissimo - ninja del Villaggio della Foglia nell'opera maestra di Masashi Kishimoto

Sul finire del decennio, due giovani mangaka appariranno sull'affollata scena, ed ognuno di loro detterà legge per tutti gli anni 2000 ed oltre: Masashi Kishimoto diventerà incredibilmente famoso con il suo campione di vendite "Naruto", e lo stesso destino - forse anche più brillante - il fato lo riserverà ad Eiichirō Oda, che con "ONE PIECE" sfonderà il muro delle 300.000.000 di copie stampate!

"ONE PIECE" di Eiichirō Oda, il più grande successo commerciale della storia dei manga!
"ONE PIECE" di Eiichirō Oda, il più grande successo commerciale della storia dei manga!

Le avventure di Rufy "Cappello di Paglia" e dei suoi amici pirati vivranno momenti magici, in un crescendo di emozioni e di successi di vendite spaventosi, che miglioreranno costantemente per tutti gli anni 2000, e proseguiranno anche negli anni '10 del XXI secolo (nota: se vi affascina il mondo di "ONE PIECE", qui c'è una guida completa che potete consultare).
Uno dei ultimi e più promettenti autori giapponesi della nuova generazione è il promettente One, che con il suo "One-Punch Man" ha portato una decisa ed irriverente novità nel mercato iper-inflazionato degli shōnen (nota: per conoscere nel dettaglio Saitama e la sua forza devastante, qui c'è la pagina d'approfondimento di "One-Punch Man").

Il fumetto italiano: poesia d'autore

La sensualità delle donne di Milo Manara, uni degli artisti più rappresentativi del fumetto italiano
La sensualità delle donne di Milo Manara, uni degli artisti più rappresentativi del fumetto italiano

La grande storia del fumetto italiano nasce convenzionalmente il 27 dicembre del 1908, quando il "Corriere della Sera", sulla scia degli altri quotidiani europei ed americani, mise in distribuzione l'inserto illustrato a colori della domenica, che chiamò "Corriere dei Piccoli".
I primi fumetti pubblicati, su stampo di quelli americani, non contenevano balloon ma bensì testi in versi in rima baciata, posti sotto le vignette.
Tale caratteristica, peraltro comune nelle illustrazioni del periodo, rimarrà fino a tutti gli anni '70, e contribuirà a creare il famoso segno distintivo del "Corrierino".

Il fortunatissimo Signor Bonaventura, sempre stra-carico di soldi alla fine di ogni episodio
Il fortunatissimo Signor Bonaventura, sempre stra-carico di soldi alla fine di ogni episodio

I fumetti sono considerati esclusivamente adatti ad un pubblico di bambini, e hanno scopo principalmente educativo, ma non mancano simpatiche striscie goliardiche: vengono pubblicati fumetti che diventeranno famosi nei decenni a seguire, quali il fortunatissimo "Signor Bonaventura" e lo scanzonato "Marmittone" di Bruno Angoletta, parodia neppure troppo velata del fascismo, all'epoca imperante in Italia.
Per avere materiale adatto ai ragazzi e non solo ai piccini, toccherà attendere fino agli anni '30, quando cominceranno ad essere pubblicate le prime riviste specializzate: "L'Avventuroso" e "L'Audace", riviste che ebbero molto successo, pubblicavano però quasi esclusivamente materiale d'importazione statunitense.

"Liberty Kid" sulle pagine de "L'Intrepido"
"Liberty Kid" sulle pagine de "L'Intrepido"

A pubblicare solamente materiale originale di produzione italiana ci pensarono i fratelli Del Duca, che lanciarono "Il Monello" nel 1933 e "L'Intrepido" nel 1935, entrambi composti da solo materiale nazionale.
Complice il clima autartico del periodo e per soddisfare la domanda crescente di fumetti d'avventura, i fumettisti e gli sceneggiatori dell'epoca cominciarono a creare quel turbinio di fantasiosi personaggi (come "Dick Fulmine" e "Kit Carson") che sarebbero poi diventati, nel secondo dopoguerra, la vera e propria 'età dell'oro' del fumetto italiano.

Età dell'oro che cominciò proprio con un fumetto destinato a diventare il più longevo ed amato dagli italiani, tutt'ora in pubblicazione e diventato una vera e propria icona senza tempo: narra le vicende di un ranger del Texas, dalla mira infallibile e dall'inossidabile senso di giustizia.
"Tex Willer" è l'eroe che cavalca deserti e praterie degli Stati Uniti di fine '800, ed è il classico esempio di eroe totalmente positivo, senza macchia, senza paura, senza la benché minima esitazione quando si tratta di difendere la gente onesta e gli oppressi... Anche a costo di infrangere quella stessa legge che difende strenuamente.

Tex Willer con i suoi pards
Tex Willer con i suoi pards

Non è un topoi, e neppure un cliché: Tex è davvero un uomo puro, che vede quotidianamente la violenza e l'arroganza dell'America del suo tempo, ma non l'accetta e non la tollera.
Il suo essere sempre dalla parte del giusto non è il solito espediente narrativo usato per definire gli eroi, è semplicemente il frutto della sua grande intelligenza ed i suoi nervi d'acciaio: riesce sempre a valutare precisamente ogni situazione, e questa sua incredibile capacità d'analisi lo porta sempre dalla parte giusta.

Ideato da Sergio Bonelli, "Tex" è ancora pubblicato da settant'anni, ed il suo successo ha abbracciato almeno tre generazioni, e non accenna ad attenuarsi.
Nell'Italia del dopoguerra, in cui non c'erano molti soldi per comperare i diritti dei comics americani, "Tex" diede lo spunto a tanti altri illustratori e fumettisti per cominciare la produzione di opere originali, che diventeranno incredibilmente famose ed apprezzate.
Cominciano ad essere pubblicati gli albi, cioè riviste dedicate ad un solo personaggio, spesso di grande formato; la qualità spesso è mediocre, ma la produzione è abbondante.
Tra i tanti, spiccano tre generi ben distinti:

  • Il fumetto dei giustizieri e degli eroi mascherati;
  • Il fumetto western, con a capo il già citato "Tex";
  • Il fumetto umoristico, capitanato dalle assurde e geniali illustrazioni di Benito Jacovitti.
"Cocco Bill" di Jacovitti
"Cocco Bill" di Jacovitti

Il periodo è decisamente florido per il nostro fumetto: negli anni '50 incomincia a farsi viva la famosa 'scuola italiana Disney', che comincierà a sfornare grandissime storie nostrane, che nulla avranno da invidiare a quelle americane.
A cavallo tra la fine del decennio e l'inizio degli anni '60, un altro genere prende forma, e diventa ben presto uno dei favoriti dagli italiani: il fumetto nero, così chiamato perché in forte controtendenza con il moralismo eccessivamente buonista delle altre produzioni del periodo.

La bellissima e crudele strega Satanik
La bellissima e crudele strega Satanik

I protagonisti del genere non sono eroi, ma veri e propri anti-eroi, e sono quasi sempre criminali fascinosi, dotati di eccezionale intelletto con cui compiono imprese ben poco oneste.
Figli di un certo senso di rivalsa di un particolare ceto sociale - quello che si stava per risollevare dalle miserie passate grazie al 'boom' economico - i fumetti noir inaugurano per primi il genere per adulti: sono infatti le prime produzioni ad essere smaccatamente indicate ad un pubblico ben più che adolescente, che ne può apprezzare appieno tutte le sfumature.

Kriminal, il re dell'omicidio
Kriminal, il re dell'omicidio

Personaggi come "Kriminal" e la bellissima "Satanik" arriveranno a vendere un numero enorme di copie, ed il loro successo si diramerà per tutto il decennio '60 e buona parte gli anni '70.
Tuttavia, passato il momento di gloria, il genere del fumetto nero subì un brusco calo di vendite e d'interesse generale del pubblico, andando quindi a morire.
Solo un personaggio resistette al declino, arrivando intatto fino ai giorni nostri, dove continua ad essere stampato e venduto in grande numero di copie: è il primo degli 'antieroi', il capostipite, il solo ed unico 're del terrore'... Diabolik!

SWIISS! Diabolik ed Eva Kant

Gli occhi del 're del terrore': Diabolik!
Gli occhi del 're del terrore': Diabolik!

Nel 1962 Angela e Luciana Giussani, sorelle milanesi con la passione per il fumetto, diedero alle stampe un'opera destinata a fare la storia della narrativa per immagini italiana: "Diabolik", conosciuto anche come 'il re del terrore'.
L'opera segue le gesta di un abilissimo ladro professionista, Diabolik per l'appunto, dall'intelligenza fuori dal comune e dal micidiale uso del coltello, con cui non si fa scrupolo ad uccidere le sue vittime.
Fin da subito a Diabolik si affiancherà la bellissima Eva Kant, sua amante e complice delle sue scorribande da razziatore, ed i due formeranno una coppia inossidabile, sia sul lavoro che nella vita privata.

Diabolik ed Eva non sono affatto due 'ladri gentiluomini': non hanno esitazioni ad uccidere le loro vittime pur di arrivare al bottino, e non c'è nulla di poetico nelle loro azioni.
Semplicemente, sono due ladri professionisti di altissimo livello, e fanno il loro 'mestiere' con la massima precisione.

Diabolik ed Eva Kant
Diabolik ed Eva Kant

A contrastarli nell'immaginario stato di Clerville c'è l'ispettore Ginko, che diventerà la nemesi di Diabolik e tenterà di acciuffarlo sempre senza successo in oltre cinquant'anni di pubblicazioni.
Con la sua inconfondibile calzamaglia nera e la sua Jaguar E-Type, Diabolik è diventato un autentico mito per almeno tre generazioni: il fumetto, primo in Italia, ha anche lanciato sul mercato il formato cosidetto 'tascabile', che riscuoterà un grandissimo successo, permettendo all'opera di essere portata ed usufruita comodamente un po' ovunque, decretandone quindi anche buona parte della riuscita commerciale.

Le striscie comiche all'italiana

Le "Sturmtruppen" di Bonvi
Le "Sturmtruppen" di Bonvi

Sul finire degli anni '60, il fumetto italiano vide una nuova generazioni di artisti capaci di rinnovare l'immagine della narrativa disegnata, e farla definitivamente uscire dal luogo comune di intrattenimento per soli bimbi e ragazzi.
La comicità tagliente e la forte satira sociale, figlia dell'inizio delle contestazioni di piazza, fa nascere il gusto delle parodie del genere noir che tanto stava andando di moda: il fumettista Bonvi realizza così il personaggio di Cattivik, e persino Guido Martina e Giovan Battista Carpi danno vita al famoso Paperinik, ovverosia l'alter-ego di Paperino, che diventerà di grandissimo successo internazionale.

Paperinik, l'invicibile e coraggioso alter-ego di Paperino
Paperinik, l'invicibile e coraggioso alter-ego di Paperino

Sempre il geniale Bonvi realizza, nel 1968, uno dei suoi lavori più famosi: la striscia delle "Sturmtruppen", che sarà pubblicata senza sosta per quasi trent'anni, dapprima come strip dei quotidiani, e poi come formato a tavole.

Lo sgangherato "Nick Carter" di Bonvi
Lo sgangherato "Nick Carter" di Bonvi

L'opera è eccezionalmente ardita, per l'epoca: noncurante del perbenismo e dell'ancora tutto sommato fresca batosta della II Guerra Mondiale, il fumetto canzona in maniera superba la vita militare, raccontando le gesta tragicomiche di un gruppo di sfigati delle truppe d'assalto tedesche, che parlando un divertentissimo italiano mischiato a suffissi e congiunzioni tedesche.
Ma il genio di Bonvi non si ferma alle Sturmtruppen: nel 1972 realizza il personaggio di Nick Carter, dapprima per la trasmissione 'a fumetti' "Gulp! Fumetti in TV" e poi, visto il grande successo dell'idea, darà il via anche alla versione cartacea.

"Lupo Alberto" di Silver
"Lupo Alberto" di Silver

Negli 'anni di piombo', la gente voleva comunque ridere: Silver inizia la pubblicazione della sua opera più famosa e di successo, "Lupo Alberto".
Un lupo blu e sognatore, fidanzato con una gallina (Marta), e rincorso sempre dal tremendo Mosé, micidiale cane da guardia della fattoria McKenzie.
Le tavole di "Lupo Alberto" diventeranno un cult inter-generazionale, e saranno subito amatissime soprattutto dal pubblico giovanile, che s'immedesimerà di molto con gli animaletti antropomorfi ideati da Silver.

Il Gruppo TNT di "Alan Ford"
Il Gruppo TNT di "Alan Ford"

La comicità dilaga anche nei generi un tempo ritenuti ormai inflazionati e iper-sfruttati: né è l'esempio la spy-story, rivoluzionata da Magnus con il suo "Alan Ford", che diventerà un fumetto d'enorme successo.
L'improbabile e sgangherato "Gruppo TNT" farà della satira sociale e dei malcostumi del paese un cavallo vincente, che porterà il fumetto ad essere stampato e pubblicato fino ai giorni nostri.

Martin Mystère, detective dell'impossibile

Martin Mystère

Negli anni '80, la Sergio Bonelli Editore mette a segno una serie di incredibili successi, presentando nuove proposte originali ed innovative, che riscuoteranno un gradimento enorme in un mercato, quello del fumetto, che ha cominciato a divenire succube della TV e dello show-business da essa generato.
Dopo aver ideato e costruito il successo di "Tex", "Zagor" e l'alternativo ed irriverente avventuriero "Mr. No", Sergio Bonelli si spinge oltre, ed accetta l'idea per la pubblicazione di un fumetto atipico, per il 1982: le avventure di un archeologo per davvero 'sui generis', specializzato in tutti quei misteri di spiegazione ancora sconosciuta, oppure di natura improbabile.

UFO, Atlantide, para-archeologia, parapsicologia, enigmi che la scienza non può o non vuole ancora trattare in generale: Martin Mystère è l'investigatore di tutto ciò che appassiona i giovani e meno giovani, in un fumetto stilisticamente impeccabile, in cui la grande accuratezza storica e scientifica è un punto cardine di tutta la sceneggiatura.
L'opera godrà subito di grandissimo successo, ed è tutt'ora considerata come un vero e proprio spartiacque che separò il vecchio corso del fumetto d'avventura con le nuove pubblicazioni.

Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo

Dylan Dog

Nel 1986, il fumettista Tiziano Sclavi, con la collaborazione grafica di Claudio Villa, propone a Sergio Bonelli un soggetto per un nuovo fumetto, dalla natura decisamente fuori dagli schemi: un investigatore del paranormale, poetico e sognatore, che risponde al nome di Dylan Dog.
Sembrerebbe all'apparenza solo l'ennesima storia di avventura soprannaturale, ma in realtà il personaggio ideato da Sclavi è molto di più che un nuovo e riciclato fumetto dell'orrore: è poesia, è sogno, è violenza, è amore, è nostalgia... Insomma, è la vita.

Groucho, il logorroico e simpatico assistente di Dylan
Groucho, il logorroico e simpatico assistente di Dylan

Col il primo, storico numero, "L'alba dei morti viventi" comincia un nuovo corso del fumetto italiano: le storie di Dylan Dog piacciono ai giovani lettori, ed affascinano anche i lettori più grandicelli.
Il successo partirà in sordina, ma sarà a crescita costante, fino ad arrivare, nei primi anni '90, a diventare un vero fenomeno di costume, dai dati di vendita spaventosi: nel 1992 arrivò a superare persino il gigante "Tex" nelle vendite, col oltre 300.000 copie piazzate in un mese!

La storia è ambientata a Londra, e Dylan Dog è un ex agente di polizia dal passato abbastanza drammatico: ex alcolista e vedovo, ha deciso di diventare investigatore privato e di aprirsi un bislacco studio a Craven Road, dove per 50 (aumentate a 100 nel corso degli anni) sterline al giorno più le spese offre i suoi servizi di 'indagatore dell'incubo': è disposto a credere a storie di zombi, vampiri, lupi mannari, fantasmi e chi più ne ha ne metta, che spesso altro non sono che le più profonde paure della gente.

"La storia di Dylan Dog"
Il famoso numero 100, ovverosia "La storia di Dylan Dog", l'ultimo episodio della serie che accadrà in un imprecisato futuro

Con la sua poesia visiva e storie di eccezionale qualità, sapientemente mischianti orrore, splatter e profonda introspettiva, Dylan affronterà tutti i 'mostri' di una società già di per sé mostruosa, ed accompagnerà l'adolescenza e la giovinezza di milioni di italiani, che lo ergeranno un po' a loro eroe.
Proprio lui, che di eroe non ha nulla, e che peraltro non vuole avere nulla.
"Dylan Dog" spopolerà per tutti gli anni '90, e reggerà tutto sommato bene anche all'inizio del nuovo secolo, nonostante l'abbandono del suo ideatore Tiziano Sclavi.

Il fumetto dell'indagatore dell'incubo è uno dei pochi casi in cui la fine della storia è già stata scritta e pubblicata: il numero 100, intitolato "La storia di Dylan Dog" è l'albo conclusivo di tutta la saga, ed è la fine ufficiale voluta dagli autori; quella fine che verrà in futuro quando, sperando il più lontano possibile, la vita commerciale del fumetto sarà giunta al capolinea.

The yellow hero we call Mr. Rat-Man!

Rat-Man

Un supereroe senza alcun superpotere, e a dirla tutta, che non ha neppure la più piccola virtù della gente normale; è goffo, basso di statura, dal fisico ridicolo e dall'intelletto forse di poco superiore a quello di un'ameba.
Se ne va in giro in calzamaglia gialla, con una maschera da topo, ed è un completo deficiente: sì, esatto, è il nostro eroe Rat-Man!

L'eroe in tutta la sua infima schifezza: il Rat-Man!
L'eroe in tutta la sua infima schifezza: il Rat-Man!

Nell'ultimo decennio del 1900, il geniale fumettista pisano Leo Ortolani porta al successo uno dei personaggi più irriverenti e canzonatori mai concepiti nel mondo dei fumetti (e non solo per quanto riguarda il mercato italiano): "Rat-Man" è un capolavoro di gag comiche dai tempi perfetti, una gigantesca parodia del mondo dei supereroi americani che acquisterà però una storia propria, e che negli anni diventerà amatissima dai fan e dagli estimatori del fumetto.

Citazioni a go-go, risate a non finire e sceneggiatura di altissima cultura non solo fumettistica fanno di "Rat-Man" il simbolo della rinascita del grande fumetto d'autore che può essere apprezzato non solo dagli appassionati e cultori, ma da tutti i lettori capaci ancora di emozionarsi e gioire per una storia divertente e ben scritta.

Le webcomic

Zerocalcare

Con l'avvento dell'Internet per le masse e l'inizio del grande successo di social network e blog personali, anche il fumetto s'è modernizzato, trovando nel nuovo media un mezzo perfetto per la distribuzione rapida ed economicamente sostenibile.
Altresì, molti artisti senza grandi mezzi pecuniari e senza agganci di rilievo hanno comunque potuto presentare le loro opere al grande pubblico, ottenendo in qualche caso un ottimo successo.

Nasce quindi il fenomeno delle 'webcomic', ovverosia delle serie a fumetti nate sul web e distribuite, gratuitamente o meno, per mezzo del protocollo HTTP e dell'Internet.
La soluzione tecnica più usata dai giovani fumettisti è spesso il blog personale: facile da aprire, configurare ed aggiornare - anche senza conoscenze basilari dell'HTML - la piattaforma è di rapido accesso e di costo molto contenuto, quando non totalmente gratuito.
Può essere un buon punto di partenza, magari per cominciare a vedere poi i propri lavori a qualche editore interessato.

Tra tutte le nuove proposte nate sull'Internet, dall'inizio degli anni '10 s'è imposto all'attenzione il fumettista aretino Michele Rech, in arte Zerocalcare.
Con le sue graffianti vignette pubblicate sul suo blog personale, visitatissimo ogni giorno, Zerocalcare è un ottimo esempio di come, con la giusta intuizione e la giusta china, si può far breccia in un mercato a volte granitico, ma che può ancora essere una considerevole fonte di business.

Corto Maltese ed il grande fumetto d'autore

Corto Maltese di Hugo Pratt

Il personaggio di Corto Maltese esordisce per la prima volta in assoluto sulla rivista "Sgt. Kirk" nel 1967, con la storia "Una ballata del mare salato".
Il marinaio ideato da Hugo Pratt si fa immediatamente amare dal giovane pubblico per le sue caratteristiche avventurose, ed anche per quella sua vena romantica e decisamente melanconica, tipica dell'avventuriero 'sciupafemmine' ma sempre senza fissa dimora, di corpo e di cuore.

Apparentemente molto cinico ed individualista, Corto è invece un nobile d'animo, una persona estremamente leale e che da grandissima importanza all'amicizia e alla solidarietà umana in generale.
Non sono rari i casi in cui aiuta persino i suoi nemici, e per lui uccidere è sempre una scelta critica, da ponderare ogni volta con grande attenzione e consapevolezza.

Corto Maltese di Hugo Pratt

Nel corso di quasi trent'anni d'avventure in giro per tutto il mondo, Corto ha scoperto tesori e civiltà incredibili, in una navigata tra i sogni più grandi dell'uomo e le bassezze più profonde che la società riesce a commettere.

Il personaggio di Corto, divenuto molto popolare anche all'estero, morirà con Pratt nel 1995, ma forse, per parola del suo stesso autore, l'avventuriero dei mari non morirà mai: magari se n'è solo andato, perché in questo mondo informatizzato, industrializzato e tutto calcolato non c'è posto per un tipo come Corto Maltese.

Valentina

Valentina di Guido Crepax

Nel 1965 l'artista milanese Guido Crepax fa debuttare sulle pagine di "Linus" la sua nuova eroina dal fascino magnetico e la grandissima sensualità chiamata Valentina Rosselli.
Inzialmente ideata come personaggio secondario, il carisma della fotografa feticista e con le rotelle non tanto a posto piacerà moltissimo ai lettori, e diventerà la creazione più famosa e riuscita di Crepax.

Capelli neri corvini tagliati col classico caschetto, occhi verdi, labbra carnose e curve da porno-star, il personaggio di Valentina diventerà in brevissimo tempo un classico della narrativa per immagini leggermente erotica, facendo breccia soprattutto in un periodo (fine anni '60/inizio anni '70) in cui l'emancipazione femminile e la (a volte) feroce rivolta sociale cercavano costantemente nuovi simboli di lotta.

Valentina di Guido Crepax

Con i suoi sogni erotici e le situazioni pressoché perennemente incentrate sul fetish, Valentina è stato il grande fumetto d'autore esportato con successo all'estero, che ha accompagnato ben più di una generazione di lettori, e spesso neppure tanto giovanissimi.
Valentina è uno dei pochi casi di personaggio di fumetti a proposito del quale si sa praticamente tutto: è nata a Milano il 25 dicembre del 1942 e, cosa rarissima nel mondo della carta inchiostrata per immagini, invecchia come una persona reale.

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