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Il compagno Wassily Kandinsky

Wassilj Kandinskij
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Vasilij Vasil'evič Kandinskij (in russo: Василий Васильевич Кандинский) spesso traslitterato anche come Wassily Kandinsky nasce a Mosca il 16 dicembre 1866 da un'agiata famiglia borghese.

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza abbandona gli studi in legge per dedicarsi all'arte, e la scelta si rivelerà decisamente azzeccata: diventerà il fondatore della pittura astratta.

Col termine astrattismo si indica l’avanguardia artistica affermatasi in Europa all’inizio del ‘900, che rifiuta il realismo a favore della creazione di forme che non rappresentano la realtà in modo oggettivo.

Il periodo di formazione in Russia sarà essenziale per gli sviluppi successivi della sua arte, soprattutto l’aver ottenuto una borsa di ricerca della Sezione Etnografica per studiare la popolazione della provincia di Vologda considerata ancora 'primitiva'.

Questo contatto favorisce nel futuro pittore non tanto l’interesse per il simbolismo in sé, ma per quelle immagini che hanno acquisito negli anni un bagaglio storico significati e valenze spirituali.

Prima di partire per Monaco, fondamentale nella vita di Kandinskij fu la visione a Mosca del quadro "I covoni" di Monet con il quale entra per la prima volta in contatto con un’arte diversa da quella realistica russa.

Per la prima volta si rende conto che il soggetto all’interno del dipinto non riveste alcuna importanza ma è il colore e la forma sintetica che percepisce in lontananza a fare la differenza.

Nel 1896 abbandona gli studi a Mosca e si trasferisce a Monaco, in Germania, per studiare pittura.

Già molto presto mi resi conto dell’inaudita forza d’espressione del colore. Invidiavo i musicisti, i quali possono fare arte senza bisogno di raccontare qualcosa di realistico.
Wassilij Kandinskij - Monaco - Il fiume Isar
Wassilij Kandinskij - Monaco - Il fiume Isar
1901, olio su tela montata su cartone, cm 32,5 x 23,6, Monaco, Städtische Galerie im Lenbachhaus

"Monaco – Il fiume Isar" testimonia in modo significativo la produzione di questi anni caratterizzata da una pennellata corposa veloce, a volte stesa a tratti piatti con l’aiuto della spatola, tramite cui è riconoscibile il soggetto del quadro.

Tuttavia egli si riteneva insoddisfatto e deluso dalla sua pittura, come se non riuscisse a cogliere la vera essenza delle cose.

Con l’occasione si avvicina anche al mondo della musica, frequentando i musicisti dell’epoca e si dedica allo studio del pianoforte e del violoncello.

Dal contatto con entrambi gli studi riuscì a comprendere che la pittura era capace di esprimersi con la stessa intensità della musica.

A Monaco partecipa al clima avanguardistico del momento, in particolar modo si avvicina alla corrente dell’espressionismo.

Ed è proprio partendo dall'espressionismo che negli anni dopo il 1910 avviene la sua svolta verso una pittura totalmente astratta.

Wassilij Kandinskij- Vita variopinta
Wassilij Kandinskij- Vita variopinta
1907, tempera su tela, cm 130 x 162, 5, Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco


In questo suo primo periodo artistico Kandinskij è ancora molto influenzato dall’arte popolare russa, come dimostra il quadro "La vita variopinta" realizzato nel 1907.

Si tratta di una scena di vita quotidiana che si svolte in un mercato, all’arrivo di mercanti ciascuno dei quali simbolo dei comportamenti umani. Al centro un anziano con bastone è il fulcro del quadro, davanti a lui una madre con il figlio che richiama la Madonna col bambino.

Si può ritenere perciò il quadro una rappresentazione sacra intorno alla quale si svolgono altre scene in reciproca relazione.

Ma quello che colpisce è la vivacità cromatica e le numerose pennellate di colore puro nettamente separate tra di loro.

La scena ha un sapore fiabesco, soprattutto nel paesaggio che ancora si può riconoscere sullo sfondo.


Col tempo il contenuto dei quadri di Kandinskij diventerà sempre più irriconoscibile.

In "Quadro con arciere" ci troviamo in un momento cruciale, frutto di quella crisi che porterà Kandinskij ad abbandonare l’elemento figurativo.

Grazie al titolo possiamo riconoscere la figura dell'arciere, raffigurato in basso a destra, mentre si sta stagliando con prepotenza in mezzo alla 'foresta' cromatica.

Kandinskij ha già superato il suo periodo impressionista e sta per superare anche quello espressionista: nel quadro possiamo ancora riconoscere le sagome del cavallo, dell’arciere, piante, case in cui tutto si rifà ai colori, vera espressione della sua opera, che diventano sempre più autonomi.

Wassilij Kandinskij - Quadro con arciere
Wassilij Kandinskij - Quadro con arciere
1909, olio su tela, cm 177 x 147, New York, The Museum of Modern Art
L’oggetto non voleva scomparire completamente dai miei quadri – spiegava l’artista – poiché forma in sé e per sé un preciso suono spirituale, che può servire e serve come materiale in tutti i settori dell’arte. Detto in altri termini, non ero ancora maturo per sperimentare la forma puramente astratta senza un ponte oggettuale.

Nello stesso anno produsse il suo primo acquerello astratto e nella “IV composizione”, del 1911, le figure erano stilizzate, il colore privo di relazione con la realtà ed era impossibile distinguere il soggetto dallo sfondo.

Wassilij Kandinskij - Il cavaliere azzurro
Wassilij Kandinskij - Il cavaliere azzurro
1903, olio su tela, cm 55 x 60, Collezione privata, Zurigo

Da questo momento in poi l’oggetto figurativo viene abbandonato per lasciar spazio a forme astratte, non reali per l’appunto, formate da linee, forme, colori, senza imitare la realtà concreta in cui noi viviamo. Ne sono un esempio le serie di "Impressioni".

Anche i suoi ricordi sono fatti di colori, gli unici a oltrepassare i confini del tempo.

I primi colori che mi fecero grande impressione sono il verde chiaro e brillante, il bianco, il rosso carminio, il nero e il giallo ocra. Avevo allora tre anni. Quei colori appartenevano a oggetti che non rivedo più chiaramente, come rivedo, invece, i colori.

In "Senza titolo-Primo acquarello astratto" realizzato nel 1910, ma pubblicato solo nel 1913, tutti gli elementi, ossia linee e colori, sembrano macchie che galleggiano in uno spazio indefinito; l’opera fu realizzata con la tecnica dell’acquerello, che permette di dare maggiore leggerezza e infinite gradazioni di tono con una sola pennellata.

Wassilij Kandinskij - Senza titolo (Primo acquarello astratto)
Wassilij Kandinskij - Senza titolo (Primo acquarello astratto)
1910 (1913), matita, acquerello e inchiostro su carta, cm 49,6 x 64,8, Parigi, Centre Georges Pompidou, Musée National d’Art Moderne

Da una pittura astratta, cioè non figurativa, dove le forme non hanno attinenza con alcunché di riconoscibile, liberata dalla dipendenza con l’oggetto fisico, si può dare vita alla spiritualità intesa come sentimenti ed emozioni.

Da qui la pubblicazione nel 1910 del testo fondamentale per capire la sua concezione artistica: "Lo spirituale nell'arte".

Col tempo Kandinskij matura riflessioni a proposito della pittura sempre più simile alla musica, con i colori sempre più assimilarsi ai suoni delle note e le forme con le linee ai ritmi.

Come la musica, la pittura deve suscitare emozioni, muovere le corde dell’anima e per farlo deve diventare sempre di più simile ad essa, utilizzando il linguaggio delle forme, linee e colori per dare voce ai sentimenti e alle emozioni.

Lo spettatore davanti a un quadro può avere due possibili effetti: uno prettamente fisico, ossia la registrazione della forma sulla retina dell’occhio, l’altro psichico, in grado di raggiungere l’anima e provocare un emozione.

Anche dai titoli delle opere si denota lo stretto legame che essi hanno con la musica: 'impressioni', tratte dal paesaggio, 'improvvisazioni' più immediate e quasi inconsapevoli, immagini che derivano da eventi di carattere emotivo e interiore, e infine le 'composizioni' create attraverso una ponderata azione di costruzione degli elementi del quadro.

Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è il pianoforte dalle molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, mette l’anima umana in vibrazione.

In "Composizione II" Kandinskij elabora il quadro attraverso suggestioni inconsapevoli frutto dell’elaborazione mentale dell’artista di immagini che affiorano nella mente.

Tutto ciò ha bisogno di un processo molto lungo, documentato da numerosi disegni e schizzi preparatori, che avviene in diversi tempi.

Le cose sono là anche se noi ne vediamo alcuni indizi, era questo che interessava a Kandinskij, concetto che esprimeva come in pittura così anche in poesia, alla quale si avvicina nel 1912.

Il pesce si inabissò sempre più giù.
Ma potevo ancora vederlo.
Non potevo vederlo più.
Potevo vederlo ancora, quando non potevo vederlo.

 

Wassilij Kandinskij - Studio per Composizione II
Wassilij Kandinskij - Studio per Composizione II
1910, olio su tela, cm 97,5 x 130,5, Museo Guggenheim, New York

Nei suoi scritti teorici egli elabora la famosa teoria del colore e della forma, dove la linea se retta orizzontale produce una sensazione di freddezza e di piattezza, in quanto viene associata all’immobilità, alla stabilità, al sonno.

Una linea verticale produce una sensazione di calore ed è associata all’altezza.

La linea obliqua è instabile e dinamica. La linea curva determina un effetto di calma e di tranquillità.

La linea spezzata produce effetto di nervosismo ed evoca il dramma.

Espressione musicale e sensitiva dei colori

Per la forma invece, il quadrato è la più stabile e viene associato al colore rosso.

Il triangolo deriva dalla linea spezzata ed è caratterizzato dall’angolo acuto: è la forma che contiene in sé maggiore tensione e dinamismo, ed è collegato al giallo.

Il cerchio, forma pacata e priva di tensione, è associato al colore azzurro, perché più di ogni altra forma tende verso la quiete.

Infine ci sono i colori, ciascuno dei quali in grado di suscitare sensazioni diverse: il colore azzurro dà sensazione di spiritualità ed evoca l’idea di infinito; il rosso evoca la forza e la passione; il giallo evoca l’eccitazione e il dinamismo.

I toni caldi e quelli freddi danno rispettivamente la sensazione di avanzare o di retrocedere, di attrarre o di respingere lo spettatore.

I colori secondari, quali il verde, l’arancione o il viola, assumono qualità espressive intermedie ai primari.

Espressione musicale e sensitiva dei colori
Espressione musicale e sensitiva dei colori

Nel 1911 fonda insieme a Marc il movimento "Der Blaue Reiter" (il Cavaliere Azzurro), che terminerà con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il gruppo riuniva i principali esponenti dell’espressionismo tedesco con l’obbiettivo di rinnovare l’arte in modo antinaturalistico.

Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Kandinskij rientra in Russia.

Tra il 1920 e il 1921 disegna la decorazione di un servizio da tè per la Manifattura Ceramica di Stato di Pietrogrado: è un lavoro importante e pregevole, poiché dimostra (tra i primi casi in assoluto) come l'arte contemporanea possa integrarsi alla perfezione con il design di uso quotidiano.

Nel 1922 viene chiamato da Walter Gropius ad insegnare al Bauhaus, la scuola di arti applicate, fondata nel 1919 in cui ha modo di svolgere la sua attività didattica con grande libertà e serenità.

In questa fase il suo astrattismo conosce una svolta molto decisa: i quadri di Kandinskij cominciano a comporsi di forme dalle geometrie più riconoscibili e dalle tinte più separate tra loro.

L'artista si era reso conto che nella prima fase il suo astrattismo rispondeva solo alle sue esigenze interiori di esprimere emozioni e sentimenti e per questo viene definito 'lirico'.

Nella seconda fase, che coincide con la sua cattedra alla Bauhaus, lascia spazio a un metodo più didattico che possa essere di insegnamento agli allievi.

Wassilij Kandimskij - Alcuni cerchi
Wassilij Kandimskij - Alcuni cerchi
1926, olio su tela, cm 140 x 140, New York, Solomon R. Guggenheim Museum

Il periodo trascorso al Bauhaus finisce nel 1933 quando la scuola viene chiuso dal regime nazista: Hitler aveva bollato tutte le avanguardia artistiche come 'arte degenerata', eliminandole dai musei e svendendole agli stranieri.

Gli anni del Bauhaus sono caratterizzati dall'amicizia con Paul Klee e dalla pubblicazione di un altro saggio fondamentale: "Punto e linea sul piano".

Il punto è il momento in cui il pittore tocca la tela col pennello, e ogni spostamento del punto dal centro della tela porta a una nuova relazione elementare, realizza una linea.

Il piano è la superficie che contiene il risultato di queste azioni, solitamente una tela.

In "Alcuni cerchi" del 1926, il pittore applica questo principio compositivo, attraverso la ripetizione e la differenziazione delle dimensioni dei cerchi.

In questo periodo è particolarmente attratto dalla figura del cerchio come lo era stato in passato con il cavaliere a cavallo.

Il cerchio è un legame con il cosmico, e io l’adoro come forma. È la forma più modesta, ma si afferma con prepotenza, è precisa ma variabile, è stabile e instabile allo stesso tempo, è silenziosa e sonora insieme, è una tensione che porta in sé infinite tensioni. […] oggi amo il cerchio come prima amavo il cavallo, e forse anche di più.

Ne è attratto per diversi motivi: il cerchio è simbolo di equilibrio in quanto tutti qualsiasi punto della circonferenza è equidistante dal centro; è poi una forma semplice e primitiva che deriva dal punto.

L’immagine del cerchio si lega all’universo in ricordo delle costellazioni come puri cerchi colorati.

Nel 1926 realizza "Accento in rosa", una sorta di sintesi e analisi della pittura astratta.

Il suo scopo è quello di utilizzare il linguaggio dei segni e delle figure geometriche per trasmettere delle particolari percezioni o uno stato d’animo.

Nel 1933 lascia la Germania per trasferirsi a Neuilly-sur-Seine, vicino a Parigi.

Qui trascorre gli ultimi 10 anni di vita in modo tranquillo, e muore nel 1944 all'età di 78 anni.

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