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Un sacco bello

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Lingua originale: italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 1980
Durata: 97 min
Genere: commedia
Regia: Carlo Verdone
Soggetto: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone
Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone
Produttore: Romano Cardarelli
Casa di produzione: Medusa Distribuzione
Distribuzione per l'Italia: Medusa Distribuzione
Fotografia: Ennio Guarnieri
Montaggio: Eugenio Alabiso
Musiche: Ennio Morricone
Scenografia: Carlo Simi
Costumi: Carlo Simi
Trucco: Alfredo Marazzi

Interpreti e personaggi

Carlo Verdone: Enzo, Ruggero Brega, Leo, don Alfio, Anselmo, professore
Veronica Miriel: Marisol
Mario Brega: Mario Brega
Renato Scarpa: Sergio
Fausto Di Bella: Antioco
Isabella De Bernardi: Fiorenza
Sandro Ghiani: Cristiano
Maria Mizar Ferrara: automobilista
Luciano Bonanni: infermiere
Filippo Cirò: medico
Filippo Trincia: uomo alla finestra
Pietro Zardini: vecchio bendato
Bruno Rosa: bigliettaio

Ma 'n padre po' ave' 'n fijo così, senza 'na casa, senza 'na famija, co' le pezze ar culo ai semafori a chiede' l'elemosina?!?

Trama

Roma, inizio degli anni '80 del 1900.

Nella metropoli semi-deserta a ridosso di ferragosto, tre bizzarri personaggi intrecciano tre storie altrettanto bizzarre, che scandiranno uno spezzone della loro prima estate del nuovo decennio.

Ruggero Brega (Carlo Verdone) è un figlio dei fiori ex 'figlio di papà', che da tempo ha scelto di abbandonare casa e di aggregarsi ad un comunità a Città della Pieve, chiamata "Figli dell'amore eterno", capitatana da un guru-santone per il quale Ruggero prova un enorme rispetto, fin dal loro primo - ed abbastanza promiscuo - incontro nei pressi di Firenze.

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Ruggero e Fiorenza

Mario Brega (Mario Brega), il disperato padre di Ruggero che da anni non ha più notizie del suo discendente, saputo che il figliolo è di passaggio a Roma per la questua ai semafori, decide d'organizzare un finto incontro casuale per riallacciare i rapporti col ragazzo e convincerlo, con l'aiuto di parenti ed amici, a ritornare a casa.

Il povero padre caricherà quindi Ruggero e la sua ragazza Fiorenza (Isabella De Bernardi) e lo porterà a casa, dove con la scusa di un caffé e quattro chiacchiere tenterà di convincerlo a lasciare la sciamannata vita da hippie.

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Il papà di Ruggero

Ad aiutarlo nella difficilissima impresa, resa improba dal carattere volitivo e totalmente refrattario di Ruggero, ci sarà il prelato Don Alfio (Carlo Verdone), vecchio amico di famiglia, a cui s'aggiungerà il Professore (Carlo Verdone), inflessibile ed integerrimo vicino di casa.

Il siparietto, inutile in quanto Ruggero odia profondamente tutto ciò che gli ricorda il suo passato conformista, sarà chiuso dall'arrivo del cugino Anselmo (Carlo Verdone), logorroico e iper-calcolatore congiunto che altro non farà che far desistere definitivamente papà Brega dal suo intento.

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Un sacco bello
Don Alfio

Dopo una giornata dunque infruttuosa, l'ormai rassegnato genitore riaccompagna Ruggero e Fiorenza dal loro amico Cristiano, rimasto ai semafori tutto il tempo, e tutti e tre, in bicicletta, se ne vanno poco dopo lo scoppio di una bomba, probabile ennesimo attentato dinamitardo residuato degli 'anni di piombo'.

Leo (Carlo Verdone) è invece un ingenuo e goffo ragazzotto trasteverino, piuttosto impacciato nel relazionarsi con la gente e succube della madre, con la quale ancora vive e che lo sta aspettando a Ladispoli per passare assieme il ferragosto.

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Leo, l'imbranato e pasticcione trasteverino

Dopo che una macchina gli fa cascare la bottiglia di olio a terra, Leo incontra causalmente la bella spagnola Marisol (Veronica Miriel), una stravagante giramondo senza arte né parte, che gli estorce vitto ed alloggio.

Pian piano, Leo - che evidentemente non ha avuto mai molti contatti con l'altro sesso - s'invaghisce dell'ispanica, con la quale passa una bella giornata, culminata addirittura con una cena romantica.

Proprio mentre la ragazza sta per concedersi, però, arriva il di lei fidanzato, che estromette Leo dalla serata e, per giunta, abusa della stanza da letto della mamma per passare con Marisol una prevedibile notte d'amore.

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Marisol, la bella e profittatrice spagnola giramondo

Il giorno successivo, Leo s'accorge che sia Marisol che il suo fidanzato sono andati via e, mestamente, riordina il letto della mamma, apprestandosi a raggiungerla a Ladispoli.

Enzo (Carlo Verdone) è un tristemente ridicolo 'gaggio' romano, ormai adulto ma dal carattere ancora adolescenziale e ben poco propenso alla maturità.

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Enzo mentre si prepara a partire per il suo viaggio in Polonia

Senza amici ma con l'idea di andarsene sfondare la 'Cortina di Ferro' in Polonia ad amoreggiare con le belle ragazze polacche, riesce a convincere il suo unico pseudo-amico Sergio (Renato Scarpa) a partire con lui a bordo della sua convertibile sportiva, ma il viaggio comincerà nel peggiore dei modi: Sergio infatti, peraltro non convintissimo della vacanza, accusa una calcolosi biliare e deve essere quindi urgentemente ricoverato in ospedale.

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Enzo e Sergio prima di partire

Nell'attesa di notizie del suo amico, Sergio intratterrà infermieri e portantini con i suoi racconti di dubbissima verità e palesemente esagerati, che comunque saranno capaci di attirare, forse per la loro evidente dose di fantasia, mezzo ospedale.

Arriveranno però brutte notizie, poiché il medico che ha preso in cura Sergio avvertirà Enzo della gravità della siutazione del suo amico: sarà necessaria un'operazione d'urgenza alla cistifellea, mettendo quindi fine alla sua vacanza.

Un sacco bello
Sergio ricoverato d'urgenza per calcoli alla cistifellea

Senza amici né contatti, Enzo riuscirà in extremis a trovare un amico di un amico, in realtà non molto avvenente, con il quale ritentare il viaggio in Polonia, ma una perdita d'olio della macchina, non notata, forse manderà in fumo anche quest'ennesimo tentativo.

La gente un sacco bella

Ruggero Brega
Ruggero Brega

Tipico ragazzo disilluso dalla società moderna che ha scelto di aderire alle idee hippy (molto popolari negli anni '70 del 1900), lasciando la comodità della casa e della famiglia conformista per andare a vivere in una delle tante comunità 'figlie dei fiori' del periodo.
Annoiato pressoché di tutto e di tutti, fa un uso smodato dell'avverbio 'cioè', ed è interessato unicamente alla vita a contatto diretto con la natura, la stessa che ha trovato nella confraternita dei "Figli dell'amore eterno", la comunità di cui fa parte.
Mentre sta effettuando la questua ad un semaforo di Roma, viene rintracciato dal padre, che lo forzerà a tornare a casa, con la scusa di un caffè, per tentare di riportarlo alla famiglia.
Tutto però si risolverà in un nulla di fatto, giacché Ruggero è totalmente refrattario a qualsiasi concetto di conformismo e, pergiunta, dimostrerà un'antipatia atavica per la figura del genitore.
Se ne tornerà quindi alla sua comunità, dopo una giornata per lui da incubo.

Fiorenza
Fiorenza

La ragazza di Ruggero, come lui ospite della comunità dei "Figli dell'amore eterno", e come il ragazzo perennemente annoiata ed indisponente oltre ogni limite.
Sfacciata e scontrosa, sarà costretta anche lei a sorbirsi il tentativo del padre di Ruggero di riportare il figliolo all'ovile.
Nel finale si scoprirà che Fiorenza sembra annoiata anche dalla vita di campagna della comunità, segno evidente che il suo malessere ben poco ha a che vedere con il conformismo della società, ma è forse congenito nella sua generazione.

Mario Brega
Mario Brega

Il verace e spontaneo papà di Ruggero, che tenterà in tutti i modi di convincere il figliolo a ritornare a casa, abbandonando la vita da hippy che ha intrapreso anni prima.
Per farlo, richiamerà Don Alfio, un vecchio prete amico di famiglia, il professore del piano di sopra e persimo Anselmo, il maniacale e logorroico cugino di Ruggero.
Tutti i suoi tentativi però non serviranno a far cambiare idea all'alternativo ragazzo, ed il padre alla fine dovrà arrendersi all'evidenza, rinunciando alla promessa fatta alla povera moglie morta.

Leo
Leo

Ingenuo ed impacciato ragazzo di Trastevere, molto di fretta poiché deve raggiungere la mamma a Ladispoli per ferragosto.
Incontra casualmente la bella giramondo spagnola Marisol, e se ne invaghisce al punto tale da ospitarla a casa sua ed organizzarle anche una cenetta romantica.
Dalla tipica parlata nasale e non molto sveglio intellettualmente, il ragazzo finirà sfruttato sia da Marisol che dal suo ganzo, che se la spasseranno a casa sua tutta la notte, andandosene senza neppure ringraziare.

Marisol
Marisol

Furba giramondo spagnola che vive alla giornata, e che incontra casualmente l'ingenuo Leo.
Grazie alla sua avvenenza, conquisterà il ragazzo, facendosi ospitare da lui a casa sua, dopo che l'ostello della gioventù dove era diretta l'avrà respinta.
Nel bel mezzo della serata romantica, però, arriverà il suo fidanzato che, con molta poca curanza nei riguardi dell'ospite Leo, la possederà per tutta la notte.
I due se ne andranno il giorno dopo, senza neppure ringraziare Leo.

Enzo
Enzo

Tipico guitto romano abbastanza volgare e senza amici, che organizza il ferragosto con un improbabile viaggio in macchina fino a Cracovia, nell'intento di rimorchiare qualche bella polacca.
Purtroppo Sergio, l'unico pseudo-amico che accetterà la proposta, accuserà una calcolosi biliare proprio poco dopo la partenza, mandando quindi all'aria i piani di Enzo.
Ridotto senza molte possibilità di scelta, riuscirà a partire con un ben poco avvenente amico di un amico, ma la vancanza anche stavolta prenderà molto probabilmente una brutta piega, per via della perdita d'olio della sua biposto sportiva.

Sviluppo e produzione

Un sacco bello

Primo film in assoluto di Carlo Verdone, è ricordato come un cult generazionale, nonché una delle opere più famose del regista romano.

Carlo Verdone, già apprezzato comico televisivo grazie alla trasmissione "Non stop" decide di esordire costruendo un film ad episodi, però non lineari, riproponendo molti dei suoi personaggi di successo già presentati in TV.

Sergio Leone, il grande regista famoso per i suoi memorabili spaghetti western, sarà il produttore della pellicola, mentre la sceneggiatura sarà opera di Piero De Bernardi e Leonardo Benvenuti, abilissimi ad intrecciare le storie create da Verdone con i suoi improponibili personaggi.

Inzialmente, l'idea della regia si sarebbe indirizzata verso un professionista esterno, già di successo: Leone contattò Lina Wertmüller e Steno, ma poi optò per la scelta, col senno di poi azzeccata, di scegliere lo stesso Verdone come regista.

Gli esterni furono girati totalmente a Roma in poco più di cinque settimane, tra le altre cose con una certa difficoltà del regista per via di un violento attacco emorroidale purtroppo occorsogli alla vigilia dell'inizio delle riprese.

Mario Brega, attore pupillo di Leone e già usato da lui nei precedenti spaghetti western, sarà richiamato per interpretare il papà dell'indisponente Ruggero: la scelta si rivelerà vincente, ed il sodalizio dell'attore romano con Verdone proseguirà per altri due film.

Richiami e marchio di fabbrica

Un sacco bello

Il film, divenuto ben presto enormemente popolare, non sembra affatto un'opera prima per quanto è ben curato e diretto, fin nei minimi particolari.

Sebbene totalmente comico, già da ora si cominciano ad intravedere i richiami del cinema di Verdone, che diverranno poi immediatamente riconoscibili nelle opere future: incertezza sul futuro, malinconia di fondo, cinismo sociale ed un'ottima dose di menefreghismo civico; tutte qualità che tutt'ora contraddistinguono la società italiana ieri come oggi.

Il polimorfismo di Verdone, abilissimo nell'interpretare ben sei personaggi, diventerà anch'esso un'icona del suo cinema e della sua estrema bravura d'attore.

Accoglienza

Un sacco bello

L'opera prima di Verdone vinse un David Speciale ai David di Donatello del 1980, un Globo d'oro al miglior attore rivelazione e un Nastro d'argento al migliore attore esordiente ai Nastri d'argento, sempre nel 1980.

Al botteghino si rivelò un ottimo successo: costato 560 milioni di lire, nelle sale ne raccolse circa due miliardi e mezzo, piazzandosi al 20º posto nella stagione 1979/80.

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