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Le peggiori pandemie della storia

Le peggiori pandemie della storia umana
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Se pensate che l’epidemia di COVID-19 (Corona-Virus-Desease-2019) sia una tragedia incommensurabile per l’Italia, e che la vostra vita sociale e lavorativa sia completamente stravolta dalla quarantena obbligatoria oppure dalle semplici restrizioni agli spostamenti, forse siete stati ben poco attenti durante le lezioni di storia alle scuole dell’obbligo.

Le epidemie su scala globale o comunque molto estesa, chiamate anche pandemie, sono una delle due costanti della storia degli esseri umani: si ripetono a ciclo pressoché continuo da migliaia di anni, e solo recentemente, grazie alle grandi migliorie della scienza e della medicina, riescono a falciare molti meno uomini rispetto al passato.

In questo periodo di grande crisi, di angoscia della popolazione e, purtroppo, di spesso futili o del tutto false notizie, sarebbe buona cosa considerare di nuovo la storia ‘magistra vitae’ e andarsi a ripassare le peggiori pandemie dei secoli scorsi.

È un viaggio macabro, ma del resto, quando si tratta di malattie mortali capaci di falciare decine di milioni di persone in poco tempo, un percorso allegro di certo non è.

Alla fine dell’articolo, scoprirete pure qual è l’altra grande costante della storia umana, che va perennemente a braccetto con la diffusione di virus, parassiti e batteri.

Non c'è contatto di mucosa con mucosa eppur m'infetto di te.

Ma prima, un ripassino medico…

Le peggiori pandemie della storia umana

Per ‘infezione' s’intende l’attacco al nostro corpo da parte di un qualsiasi organismo esterno.

Un parassita, un batterio, un virus, un fungo, poco importa: quando il nostro corpo è attaccato da un grande numero di micro-organismi, si parla di ‘infezione’.

Per ‘contagio’ s’intende invece la diffusione di un microorganismo da ospite ad ospite: può essere diretta, quindi da uomo a uomo, mediata da un vettore (per esempio, un insetto) oppure può essere di origine animale (zoonosi), ovverosia passata da animale a uomo.

Le peggiori epidemie della storia, che andremo a vedere, sono state zoonosi, la cui gran parte ha avuto origine in Asia (Mongolia e Cina, per la precisione).

Che il COVID-19 sia l’ennesimo agente patogeno originatosi in Cina, dunque, non è una novità dal punto di vista medico e storico.

Virus, batteri e parassiti

Le peggiori pandemie della storia umana

Non tutti i microorganismi sono uguali: anche se tutti condividono alcune caratteristiche, come quelle di essere così piccoli da non potere essere visti ad occhio nudo, in realtà c’è una grande differenza tra funghi, parassiti, batteri e virus.

I funghi sono organismi pluricellulari che fanno parte di un grande regno (Fungi), e possono essere parassiti o meno: ce ne sono di tantissimi tipi, si riproducono in molti modi, sono di molte dimensioni.

Da quelli molto grandi, che possiamo anche mangiare (i funghi porcini, ad esempio) a quelli microscopici che non vediamo, ma che vivono in simbiosi col nostro corpo.

La candida è un ottimo esempio di micro-fungo, che vive solitamente in simbiosi col nostro corpo ma che, in alcune occasioni, può proliferare a dismisura, dando origine ad una candidosi.

Le peggiori pandemie della storia umana

I parassiti sono invece organismi, alcuni microscopici, altri no, mono o pluricellulari, di varia natura (vegetale o animale).

Anche loro possono essere di varie fome e dimensioni, e la loro caratteristica principale è quella di predare il loro ospite sfruttandone l’energia e il nutrimento.

Alcuni parassiti sono visibili ad occhio nudo, come i pidocchi o le zecche, altri sono invisibili, come gli acari.

Sono una forma di vita, anzi di sostentamento per essere più precisi, di successo: si può infatti dire che nessun essere vivente, sia animale che vegetale, sia immune ai parassiti.

Alcuni parassiti appestano l’essere umano da millenni: è il caso del protozoo del Plasmodium falciparum, che causa la malaria; oppure dall’acaro Sarcoptes scabiei che causa la scabbia.

Anche la zanzara può essere vista come un parassita.

Alcuni parassiti, come le pulci e le zanzare, possono essere a loro volta vettori di altri microorganismi: per esempio, il tremendo batterio dello Yersinia pestis, che causa la terribile peste, è portato dalla pulce dei ratti, la Xenopsulla cheopis.

Le peggiori pandemie della storia umana

I batteri sono invece dei microorganismi unicellulari, sempre invisibili ad occhio nudo.

Sono tra le forme più semplici di vita, ma non per questo meno insidiosi.

Da sempre responsabili di infinite tipologie di infezioni di uomini ed animali, sono stati per la prima volta osservati verso la fine del 1600, grazie all'introduzione dei primi miscroscopi ottici di sufficiente capacità di ingrandimento.

Alcuni batteri, come il già citato Yersinia pestis, causano tremende patologie infettive vecchie di millenni, e sempre loro sono i responsabili principali di polmoniti, meningiti ed infezioni generali.

Ce ne sono di infiniti tipi, ed alcuni di loro vivono in simbiosi con il nostro corpo, aiutandoci anzi a completare la digestione.

Tecnicamente, anche i nostri globuli rossi oppure i linfociti possono essere visti come delle speciali forme batteriche altamente specializzate, che lavorano in sinergia per formare un sistema biologico molto più complesso.

Alexander Fleming, medico scozzese del XX secolo, scoprì causalmente che una particolare muffa, del genere Penicillinum, riusciva a distruggere la parete cellulare batterica, uccidendo i microorganismi.

Ciò segnò l'inizio dell'era degli antibiotici, che permisero di curare le infezioni batteriche un tempo giudicate incurabili, o comunque difficilmente trattabili.

Le peggiori pandemie della storia umana

I virus (dal latino ‘veleno’) sono invece dei microorganismi che, secondo alcuni Autori, sono a metà strada tra la vita organica e… Non si sa bene cosa, in quanto tecnicamente non hanno neppure una cellula una che li possa definire come ‘forme di vita’.

Possono essere visti sia come la più semplice delle forme di esistenza o la più complessa delle molecole organiche, ma il risultato non cambia: sono sempre parassiti ed infettivi.

Scuole di pensiero a parte, i virus sono dei microorganismi di eccezionale efficacia: piccolissimi, circa 1/100 di media rispetto ad un globulo rosso, sono in pratica un involucro proteico (capside) con all’interno del materiale genetico, DNA o RNA.

Sono dei puri parassiti obbligati: la loro struttura non ha strumenti per riprodursi autonomamente come fanno batteri o funghi, e quindi devono sfruttare le cellule dell’ospite per iniziare la loro replicazione.

Lo fanno subdolamente: penetrano nell’organismo in grandi quantità e, infilandosi nelle cellule dell’ospite, le forzano a riprodurre il loro materiale genetico, permettendo così la sussistenza della loro diciamo ‘specie’.

Le peggiori pandemie della storia umana

Sono organismi molto pericolosi poiché, al contrario dei batteri o degli altri microbi, durante la loro riproduzione possono mischiare parte del loro DNA con quello dell’ospite, mutando quindi la loro struttura di partenza.

Il loro attacco al nostro organismo provoca sempre una risposta immunitaria che, solitamente, alla lunga elimina l’infezione.

Alcuni virus non causano danno all'ospite, moltri altri provocano le patologie infettive: questo perché la cellula colpita dal virus ed obbligata da esso a riprodurre le proprie copie alla fine muore e si distrugge.

Alcuni virus, come ad esempio il Papillomavirus, non danneggiano direttamente le cellule ma ne mutano il fenotipo, trasformandole a volte in cellule tumorali.

I virus sono causa delle peggiori e più mortali pandemie della storia, come (per esempio) il colera, il vaiolo, la poliomielite e l’influenza.

Troppo piccoli per essere osservati dai microscopi ottici, utili invece per parassiti e batteri, la loro esistenza fu dapprima supposta, poi dedotta e confermata per via empirica.

Si sono potuti osservare direttamente solo dagli anni '30 del 1900 in poi, con l'avvento dei microscopi elettronici.

Le peggiori pandemie della storia umana

Il COVID-19 è l’infezione del SARS-CoV-2, un Coronavirus di origine presumibilmente animale (la specie iniziale dell’ospite è attualmente fonte di dibattito), e sembra si sia adattato all’essere umano sul finire del 2019, da cui il numero che lo contraddistingue.

Curiosamente, è un virus della stessa famiglia del molto più benevolo rhinovirus, che causa il raffreddore comune.

Le peggiori epidemie nella storia

Come già detto, quasi tutte le più grandi epidemie che hanno sterminato milioni e milioni di esseri umani sono zoonosi, quindi di origine animale.

La nostra conoscenza e i dati esatti delle pandemie del passato sono limitate essenzialmente all’inizio della scrittura, e di informazioni pervenute a noi comprensibili ed attendibili.

Ciò vuol dire che, sicuramente, l’essere umano è stato flagellato da molte più epidemie sin dalla sua comparsa come primitiva forma ominide.

Le peggiori pandemie della storia umana

Di alcune epidemie sappiamo che esistono endemiche in diverse regioni del pianeta da millenni, e altre hanno appestato l’uomo praticamente da sempre (come la malaria, che continua ad uccidere tra le 500.000 e il milione di persone ogni anno).

La prima causa di morte umana al mondo è invariata da millenni: sono le punture degli insetti vettori che trasmettono i germi delle malattie infettive.

Quasi tutte le epidemie hanno avuto origine per motivi precisi di igiene e coabitazione di uomini e animali, mentre la localizzazione specifica (habitat naturale del luogo focolaio del germe) spesso gioca un ruolo fondamentale nell’inizio del contagio.

Ecco quindi una breve carrellata delle epidemie di rilievo più famose della storia, di cui abbiamo notizie certe.

Le epidemie di peste

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: +200.000.000 (stima per difetto)
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Confinata in pochi casi annuali
PERICOLO ATTUALE: Basso

La peste è un micidiale morbo causato dal batterio dello Yersinia pestis, che ha come vettore la pulce dei ratti.

Ha flagellato l’essere umano a ondate periodiche, alcune così devastanti da portarlo se non sull’orlo dell’estinzione, almeno ad una drastica riduzione della popolazione.

Sebbene ora praticamente scomparsa, la peste ha avuto impatti così devastanti nel tessuto sociale di tutta Europa che oggigiorno tutte le epidemie si definiscono ‘pestilenze’, quasi a ricordare in eterno il terrore della malattia tra la gente.

Le peggiori pandemie della storia umana

Il batterio dello Yersinia pestis è trasportato da diverse famiglie di roditori (ratti, scoiattoli, conigli, lepri, ecc.) alcune immuni al batterio stesso (quindi, portatrici sane) alcune no.

La cosa importante da notare è che il batterio può essere trasportato direttamente dal roditore oppure, molto più subdolamente, dalla sua pulce, la piccolissima Xenopsylla cheopis, chiamata anche pulce del ratto orientale.

La pulce, sebbene abbia la sua preferenza per i roditori, all’occorrenza può anche infettare l’uomo, trasmettendogli quindi il bacillo dello Yersinia pestis col suo morso.

Anche il morso del ratto infetto può portare direttamente all'inoculazione del bacillo nell'ospite.

Le peggiori pandemie della storia umana
La pulce Xenopsylla cheopis, vettore dello Yersinia pestis

La peste si manifesta clinicamente secondo tre classici quadri: la peste bubbonica, la peste polmonare e la peste setticemica, a seconda di come il batterio meglio si annida nel corpo e, in misura minore, dalla risposta dello stesso all’infezione.

La peste polmonare è l'unica delle tre forme che può passare da uomo a uomo autonomamente (tramite le micro-particelle di saliva cariche di bacilli degli infetti), senza bisogno della pulce o del ratto.

Se lo Yersinia pestis aggredisce principalmente il sistema linfatico, si ha l’emissione dei famosi ‘bubboni’, ovverosia linfonodi pieni di batteri, anticorpi e pus vario.

È la forma più lieve della peste, da cui i nostri antenati riuscivano a guarire (non molti, ma fortunatamente qualcuno sì).

Le peggiori pandemie della storia umana
Il batterio dello Yersinia pestis

Se invece il batterio si addensa nell’apparato respiratorio, si ha la peste polmonare: è quasi sempre mortale, ed uccide con orribili dolori e gravi disturbi neurologici.

La peste setticemica è causata dall’invasione incontrollata del batterio nel sistema circolatorio, e può essere causata anche da un precedente bubbone che, scoppiando internamente, infetta tutto il circolo sanguigno.

È mortale al 100%, e il decesso sopravviene in poche ore dall'inizio della circolazione ematica del batterio.

L’epiteto di ‘peste nera’ è dato dalla necrosi degli arti causato proprio dalla peste setticemica.
Attualmente, grazie all'uso degli antibiotici e se trattata tempestivamente, la terapia della peste aumenta di oltre il 50% le possibilità di sopravvivenza degli ammalati.

L'infezione da Yersinia pestis, viaggiando prevalentemente attraverso il sistema linfatico, è quasi fulminea nei sintomi e, purtroppo, nella sua letalità: questo rapido decorso era ben conosciuto sin dall'antichità, e ha contribuito a donare alla patologia un'aura di 'punizione divina', specie in contesti dove la religione era parte fondamentale della società (come il mondo cristiano del medioevo).

La vera efficacia nel combattere il morbo, che poi è quella che ha decretato la fine delle grandi epidemie di massa, è stata il migliorare delle condizioni igieniche e sanitarie, inclusa la periodica derattizzazione delle aree cittadine o produttive.

La peste Giustiniana (541 d.C.)

Le peggiori pandemie della storia umana
L'imperatore Giustiniano, sotto il quale si ebbe la prima epidemia documentata di peste

La prima pestilenza documentata con certezza e sicuramente opera dello Yersinia pestis è la famosa ‘peste di Giustiniano’, nel 541 d.C.

Scoppiò nei territori di Bisanzio, e colpì con particolare ferocia Costantinopoli, retta dall’imperatore Giustiniano (da cui il nome della pestilenza).

Molto probabilmente fu portata nei territori bizantini dalle navi mercantili egiziane cariche di grano, su cui i topi avevano trovato (come sempre è accaduto nella storia delle pestilenze) buon alloggio.

La pestilenza si dimostrò subito di inaudita ferocia: in pochi mesi raggiunse l’apice, arrivando a mietere circa 5.000 persone al giorno.

In poco meno di un anno, la popolazione di Bisanzio calò del 40%, e in breve tempo finirono pure i luoghi dove seppellire i morti, che furono dunque o lasciati per strada o bruciati.

Fu un’epidemia lunga: arrivò anche a Roma nel 546, dove causò la quasi totale eradicazione della popolazione.

Ebbe secoli di quiete, per poi ritornare, anche se con meno virulenza, con varie ondate fino al 750 d.C.
Misteriosamente, alla fine del VIII secolo sparì dall'Europa, dando secoli di quiete.

In totale, la stima dei morti della peste Giustiniana va tra i 25 ed i 100 milioni di persone.

La peste nera (1346 d.C.)

Una delle pestilenze più tremende di tutta la storia conosciuta dell’umanità.

Partì dalla Cina, anzi dalla Mongolia per essere precisi (dove lo Yersinia pestis era all’epoca endemico tra i roditori), e l’inizio del focolaio fu molto probabilmente agevolato dalle pessime condizioni igieniche ed alimentari causate dalla feroce guerra tra mongoli e cinesi (tutti e due i popoli all’epoca spesso consumatori di carne di roditore essiccata).

Seguendo la famosa Via della Seta, i ratti che avevano trovato riparo nelle carovane dei mercanti arrivarono fino alla Crimea, e nel 1345 vi furono i primi morti accertati sul Volga.

All’epoca, la regione della Crimea era contesa tra la Repubblica di Genova e uno dei khanati dei tanti nipoti di Gengis Khan, tale Batu Khan.

I mongoli di Khan, desiderosi d’impadronirsi della ricca colonia genovese, tramutarono la pestilenza in un’occasione bellica e inventarono le prime ‘armi batteriologiche della storia’ contro gli italiani, catapultando i cadaveri infetti dentro le mura di Caffa.

Arrivata a Caffa, la peste ebbe facile gioco ad estendersi nel Mediterraneo, complice l’estesa rete commerciale dei genovesi.

Sempre attraverso i ratti, che popolavano con gaudio le navi dell’epoca, la peste arrivò prima a Costantinopoli nel 1347, poi passò lo stretto del Bosforo, arrivando a Messina.

Da lì, s’espanse a macchia d’olio in tutta Europa, con una virulenza impressionante: contagiò circa il 30% della popolazione, ammazzando il 60% degli infetti.

In un solo anno, la pestilenza aveva già devastato tutto il bacino del Mediterraneo, e nel 1348 era già arrivata a Parigi ed in Olanda.

Le peggiori pandemie della storia umana
La peste nera sconvolse l'Europa medievale, lasciando profondi mutamenti sociali ed economici

Nel 1349 arrivò con successo in Inghilterra, in Svizzera e in Germania: ci volle quindi poco per arrivare in Russia e nei paesi scandinavi, dove fece autentiche disgrazie.

In Italia, la peste nera estinse quasi completamente la popolazione di Firenze (il morbo uccise 4/5 della popolazione) mentre, forse per la ferrea quarantena voluta dai Visconti, fu molto più benevola con Milano, a cui uccise ‘solo’ il 10% della gente.

In totale, la peste nera uccise circa 25.000.000 di persone nella sola Europa, in pratica 1/3 della popolazione europea dell’epoca.

I dati di Asia e Africa sono incerti, ma è presumibile che vi possano essere stati almeno altri 20.000.000 di vittime.

Le peggiori pandemie della storia umana
La peste nera è stata un soggetto molto popolare per gli artisti medioevali

La grande mortalità della peste nera (circa il 60% dei contagiati) è da attribuire principalmente a due fattori distinti: le pessime condizioni igieniche ed alimentari delle genti dell’epoca e l’assoluta ignoranza dei medici, la cui causa della pestilenza era a loro incomprensibile.

La preparazione dei medici del tempo era per lo più filosofica, e si rifaceva quasi totalmente alle intuizioni di Aristotele, Ippocrate e Galeno.

Non avevano alcuna concezione dei microorganismi, e anche l’approccio al concetto stesso di ‘malattia’ era totalmente errato: per alcuni la malattia era un disequilibrio che partiva da dentro l’essere umano stesso, mentre per altri, fedeli alle concezioni di Ippocrate, il morbo era causato da fenomeni terrestri come l’aria umida e malsana.

Per altri, la colpa della pestilenza era di origine divina, oppure astrale.

L’idea del contagio di piccolissimi organismi, invisibili agli occhi e per di più portati da animale a uomo, era inconcepibile per i medici del periodo.

Le peggiori pandemie della storia umana
Una mano in gangrena causata dalla peste setticemica

Fu proprio grazie alla peste nera che i governi di allora, benché carenti di nozioni mediche moderne, intuirono che era buona cosa isolare gli infetti e non permetterne l’avvicinamento con le persone sane.

Venne quindi istituita per prima la quarantena, ossia la regola di isolare le navi su cui si sospettava vi fossero malati di peste per quaranta giorni, un tempo sufficiente per consentire la guarigione dei poveretti... O la loro morte.

La quarantena si dimostrò parzialmente efficace, in quanto poté impedire lo sbarco degli uomini, ma a nulla valse mai contro quello dei ratti, i veri 'untori' della pestilenza.

La cosa che, agli occhi di noi contemporanei, risulta a posteriori veramente incredibile è che, sebbene le genti dell'epoca avessero redatto, nel corso delle frequenti pestilenze che ammorbarono praticamente tutto il Medioevo, precisi resoconti e sintomatologie, nessuno si prese mai la briga di raccogliere tutti i dati (una produzione enorme e secolare, in tutta Europa) e tentare di analizzare razionalmente la situazione.

Piuttosto, almeno sino al tardo barocco, si continuò, imperterriti, a dare la colpa delle frequenti pestilenze all'influenza degli astri, all'aria malsana, alle innumerevoli punizioni divine (che l'uomo, chiaramente, meritava in quando essere impuro e scacciato dall'Eden) e, ovviamente, all'azione del demonio.

Le peggiori pandemie della storia umana
I roditori trasportano il batterio dello Yersina pestis o direttamente, o per mezzo della loro pulce

Dalla prima ondata di peste del 1348, il morbo non lasciò mai il Vecchio Mondo, e continuò a ripresentarsi regolarmente dapprima ogni 6-12 anni, poi ogni 15-20 anni fino alla metà del 1700.

La peste di San Carlo (1576)

Chiamata così per via della sua virulenza durante l’episcopato di San Carlo Borromeo, all’inizio ben felice di avere ottenuto per Milano il più grande ‘Expo’ dell’epoca, ossia l’estensione del capoluogo meneghino per il giubileo romano del 1575.

La felicità del prelato e dei milanesi durò ben poco: la grande affluenza di pellegrini portò anche la peste, che in pochi mesi ammazzò circa 15.000 persone.

La peste manzoniana (1630)

Fu una tremenda pestilenza che colpì Milano e buona parte del nord Italia tra il 1639 e il 1633.

È chiamata ‘peste manzoniana’ perché fu mirabilmente descritta da Alessandro Manzoni nel suo best-sellers, il capolavoro della lingua italiana “I Promessi Sposi”.

Fu molto probabilmente portata in Italia dai Lanzichenecchi, i fanti mercenari tedeschi del Sacro Romano Impero germanico, chiamati per assediare e saccheggiare Mantova.

Si espanse rapidamente a Milano grazie alla feroce marcia degli oltre 36.000 mercenari, e arrivò sia nella Repubblica di Venezia che in Toscana, uccidendo più di un milione di persone su una popolazione totale di circa quattro milioni.

Il batterio ebbe buon gioco in una popolazione provata da continue guerre e tumulti, per giunta a corto di cibarie grazie ad un’abbastanza importante carestia, unita ad una forte crisi economica tessile.

Le peggiori pandemie della storia umana
La peste di Milano del'600, descritta con incredibile precisione da Alessando Manzoni

Ai tempi, come ci spiega bene il Manzoni, era opinione comune che la peste venisse creata artificialmente da oscuri figuri dediti alle arti magiche, ovviamente sataniche e malevole.

Tali stregoni, nell'ignoranza della superstizione popolare, potevano diffondere il morbo attraverso dei micidiali oli e pomate, che spalmavano di nascosto o sugli usci delle porte delle case.

Da qui, il termine 'untore', e l'ancora più celebre: "Dagli all'untore!" (tradotto in italiano corrente: accoppalo, e in modo possibilmente violento).

Ne "I Promessi Sposi", Renzo Tramaglino, giovanotto ingenuo campagnolo, si ritroverà nella Milano sconvolta dalla pestilenza e, per via della sua goffaggine, sarà scambiato per un untore, riuscendo a scamparla per il rotto della cuffia.

La grande peste di Londra (1665)

Le peggiori pandemie della storia umana

Non sempre l’isolamento è ‘magnifico’, almeno per la salute degli inglesi.

Le navi da commercio olandesi, tanto per cambiare cariche di topi pieni di Yersinia pestis, infettarono in pochi mesi Londra e le campagne attigue, uccidendo in poco meno di un anno circa 100.000 persone.

Fu una delle ultime, grandi pestilenze della storia inglese, purtroppo seguita a breve termine da un gigantesco incendio che azzoppò definitivamente la capitale britannica per molti anni.

Peste di Marsiglia (1720)

Le peggiori pandemie della storia umana

L’ultima grande epidemia europea di peste, che quasi sterminò del tutto Marsiglia.

Indovinate un po’ quale fu la causa dell’arrivo dei topi infetti dallo Yersinia pestis?

Bravi, non era poi tanto difficile: una nave, stavolta proveniente dalla Siria.

In pochi mesi, morirono circa 40.000 cittadini marsigliesi su una popolazione di 90.000 abitanti, mentre anche buona parte della Provenza venne sterminata.

Il rapporto finale fu di circa 160.000 morti.

Dopo di questa epidemia, i protocolli sanitari e di disinfestazione europei migliorarono enormemente, rendendo di fatto la trasmissione dello Yersinia pestis praticamente impossibile rispetto al passato.

La peste cinese (1855)

Spaventosa epidemia asiatica, partita originariamente nella provincia cinese di Yu nnan nel 1855.

Si diffuse rapidamente fino a Hong Kong e poi a Bombay.

Sul finire del secolo, sempre per merito delle navi (stavolta, piroscafi) arrivò in India, in Giappone, nelle Filippine, nell’Africa e persino in Sud America.

Proprio durante l’epidemia di Hong Kong, due medici, indipendentemente l’un dall’altro, Alexandre Yersin e Shibasaburo Kitasato, riuscirono ad isolare per la prima volta il batterio dello Yersinia pestis, uno dei killer più micidiali della storia dell’uomo.

Yersin riuscì anche ad intuire e a provare la correlazione tra la peste, i ratti e le loro maledette pulci (gli insetti vettori del batterio), spiegando così finalmente la dinamica infettiva del morbo.

L’epidemia cinese fu lunghissima e devastante, in termini di vite umane: si fermò solo nel 1918, ammazzando non meno di 20.000.000 di persone (12.500.000 solo indiani).

Dagli anni ‘50 del 1900, con i nuovi e moderni protocolli sanitari, le misure d’igiene e l’introduzione degli antibiotici, non vi sono state più altre epidemie di peste.

Le pandemie di colera

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: +200.000.000 (stima)
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Confinata nei paesi con condizioni igieniche precarie
PERICOLO ATTUALE: Basso

Il simpatico microbo Vidrio cholerae è un batterio gram-negativo dalla curiosa forma ‘a virgola’, che si trova a proprio agio sia nell’acqua che… Nell’intestino umano.

Appesta ed infetta quindi le acque stagnanti che, se ingerite, provocano l’infezione del colon che prende il nome di colera.

Il batterio, colonizzando l’intestino, produce una tremenda tossina che causa una gigantesca produzione e secrezione di fluidi, sotto forma di micidiale diarrea.

Se non trattata, la diarrea colerica porta in breve tempo alla morte per disidratazione.

Le peggiori pandemie della storia umana

Datosi che è un batterio che vive agevolmente nei pozzi e nelle acque stagnanti, ha ammorbato per secoli l’uomo, specie prima dell’introduzione dei moderni sistemi idrici e fognari.

Pare che la Repubblica Romana non sia stata mai particolarmente vessata dal morbo del colera, in quanto gli antichi romani, unici al loro tempo, già disponevano di un efficiente sistema idrico che garantiva acqua corrente, evitando quindi l’approvvigionamento dai pozzi.

Abbiamo fonti storiche certe della diffusione della malattia già dal 1400: Vasco da Gama, il famoso esploratore portoghese, è il primo europeo a riportare accuratamente i sintomi della tipica colite colerosa, visti tra i suoi uomini durante l’esplorazione del Gange.

Epidemia del Bengala (1817)

Prima pandemia mondiale del colera, portata in giro per il mondo molto probabilmente dai militari inglesi di stanza nelle colonie dell’India.

Ad esser precisi, l’epidemia cominciò molto presumibilmente a Calcutta, portata nel Bengala dai militari infetti.

Il morbo, espanso in fretta grazie ai treni e ai piroscafi a vapore, arrivò velocemente a Delhi e in Birmania, per poi passare dall’Oceano Indiano a quello Pacifico, facendo strage di autoctoni a Sumatra, nel Borneo, nelle Filippine e in Cambogia.

Sempre grazie agli scambi commerciali e alla velocità delle navi a vapore, il bacillo nel 1823 era già arrivato nel Mar Caspio.

Lì l’infezione si bloccò per qualche anno, per poi riprendere la sua marcia prima verso la Russia e poi l’est dell’Europa nel 1829.

Nel 1830 il morbo era già arrivato in Germania e Austria, mietendo oltre 250.000 morti nelle campagne del viennese.

Due anni dopo, Parigi fu completamente appestata, e con essa tutta la Francia.

In Italia il morbo arrivò per ultimo, ma non fu un bene: come molte altre epidemie, quando arrivò nel nostro paese il batterio era già mutato ed enormemente rafforzato, pertanto la pestilenza italiana fu particolarmente truce e drammatica.

Per molti anni, il colera divenne endemico nelle terre d'Italia, causando decine di milioni di morti.

Le epidemie italiane (1835-1893)

L’Italia fu letteralmente bersagliata per quasi un secolo dal colera, tanto e forse più di tutti gli altri paesi europei.

I motivi di ciò si pensa possano essere stati essenzialmente politici: la suddivisione in stati e statarelli della penisola non favorì l’adozione di adeguate misure sanitarie di quarantena e prevenzione, e le pessime condizioni igieniche del paese tutto (anche in realtà molto sviluppate come Milano o Napoli) praticamente produssero una situazione endemica della malattia che durò fino alla fine del secolo.

In totale, vi furono ben sei pestilenze dal 1835 al 1893, che produssero un numero difficilmente calcolabile di morti, soprattutto le prime tre.

Particolarmente colpite furono le città molto popolose in cui le condizioni igieniche erano precarie o totalmente assenti, come Napoli.

Ad accentuare le già precarie condizioni generali della popolazione, le guerre d’indipendenza che si propagarono fino al 1861 contribuirono in maniera decisiva alla proliferazione del batterio.

Le peggiori pandemie della storia umana

La situazione in Italia ed in Europa cominciò a mitigarsi verso la fine del secolo, quando Filippo Pacini prima e Robert Koch poi isolarono al microscopio i caratteristici vibrioni a forma di “S”, tipici del batterio del colera.

Scoperta la causa della malattia, ed appurato che il microbo si trasmetteva essenzialmente attraverso l’acqua infetta e le emissioni oro-fecali degli ammalati, ci volle relativamente poco per approntare efficaci misure sanitarie, con le costruzioni dei sistemi fognari e la sanificazione di zone (come i bassi di Napoli) umide e malsane, dove il batterio proliferava.

Le ultime epidemie del 1884 e del 1893, grazie anche all’unità del Regno d’Italia e da una legge speciale approntata inizialmente proprio per Napoli, fecero molti meno morti e colpirono molti meno centri urbani.

Globalmente, si ritiene che il colera abbia causato non meno di 200 milioni di morti, rendendolo di fatto molto superiore, in termini di pura mortalità, alla temuta peste.

Le pandemie di vaiolo

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: +1.000.000.000 (stima)
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Eradicata in tutto il mondo
PERICOLO ATTUALE: Nullo

Il vaiolo è una patologia altamente infettiva, causata dall’infezione del Variola virus, del genere degli Orthopoxvirus.

I virioni si trasmettono per via aerea in seguito a tosse, starnuti o anche il semplice parlare, ma anche tramite oggetti contaminati.

La malattia si riconosce immediatamente per l’orribile eruzione cutanea che provoca in oltre il 70% degli infetti, spesso deturpandone permanentemente i connotati ed il fisico in generale.

In un numero non irrilevante di pazienti, può causare persino cecità permanente.

Le peggiori pandemie della storia umana

Il vaiolo ammorba gli esseri umani da millenni, e abbiamo prove della sua esistenza già nel II millennio a.C., quando presumibilmente uccise il faraone Ramses V.

Le vittime che ha mietuto il vaiolo sono talmente tante da non essere calcolabili: solo nel XX secolo, uccise circa 500 milioni di persone in tutto il mondo, mentre si stima che nei secoli precedenti almeno 400.000 europei morirono ogni anno per colpa della malattia.

Possiamo quindi ben dire che le epidemie di vaiolo sono state, finora, quelle più tragiche e devastanti per tutta la storia umana, ben più che il già orribile colera e la tremenda peste.

Le peggiori pandemie della storia umana
Edoardo Jenner, il medico che per primo ideò e sperimentò con successo una vaccinazione umana

Il vaiolo fu anche una delle tante malattie che gli europei portarono in regalo ai popoli indigeni delle Americhe, durante la loro feroce colonizzazione.

È difficile stabilire con esattezza quanti nativi americani il vaiolo abbia effettivamente accoppato, poiché per un lunghissimo periodo lo sterminio dei ‘selvaggi’ fu sistematicamente ignorato dagli storici e dalla storiografia ufficiale.

Si suppone che, comunque, morirono complessivamente tra i 50 milioni e i 100 milioni di popoli pre-colombiani in circa 500 anni, per effetto diretto non tanto della spada, ma dei microbi: molte di queste morti, sicuramente sono state colpa del vaiolo.

Le peggiori pandemie della storia umana
Dirigenti dell'OMS mentre annunciano ufficialmente l'eradicazione del vaiolo dal mondo

Grazie all’intuizione del medico inglese Edoardo Jenner, di Pasteur, di Koch, di Sabin e di tanti altri grandi uomini di scienza, per mezzo della vaccinazione di massa su scala mondiale, il vaiolo è stato totalmente eradicato dal pianeta nel 1979, liberando l’umanità da uno dei suoi nemici più tremendi.

Peste di Galeno (o peste antonina) 165-180 d.C.

Una pandemia presumibilmente di vaiolo, portata dall’esercito di Roma di ritorno dalle campagne partiche di Lucio Vero.

Abbiamo cronache abbastanza precise grazie agli scritti del medico greco Galeno di Pergamo, da cui l’epidemia prende il nome.

Fu un’epidemia molto lunga, che flagellò l’Impero Romano per circa trent’anni, con focolai recrudescenti che causarono almeno tre ondate distinte, e che causarono milioni di morti.

Si stima che, alla fine dell’ultimo focolaio, tutto l’Impero avesse scontato qualcosa come 30 milioni di cadaveri.

Galeno descrisse la piaga con precisione: febbre alta, dissenteria, eczemi, rush cutanei e pustole, che fanno supporre si trattasse di vaiolo oppure morbillo.

Non è da escludere che, in realtà, la lunga pestilenza fu causata da tutte e due le patologie, mischiatesi nel corso dei decenni.

L’epidemia ebbe pesantissime ripercussioni su tutto l’Impero Romano, e di conseguenza su tutta l’Europa.

Le epidemie della malaria

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: + 1.000.000.000 (stima)
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Confinata in zone endemiche
PERICOLO ATTUALE: Basso fuori dalle zone endemiche, alto nelle stesse

La malaria è una delle più gravi parassitosi, che affligge l’essere umano da almeno 50 000 anni.

È mediata dalla zanzara del genere Anopheles, l’insetto vettore che trasporta e trasmette all’uomo il parassita della specie Plasmodium, di cui il tremendo Plasmodium falciparum, sicuramente il più pericoloso tra tutti i suoi simili.

Il parassita, infettando le ghiandole salivarie della zanzara vettore (a lui immune), viene trasmesso nel flusso ematico durante la puntura dell’insetto, iniziando un lungo ciclo che provoca sudorazione, tremendi dolori ossei, estrema debolezza e la tipica febbre intermittente.

Le peggiori pandemie della storia umana
La zanzara Anofele, insetto vettore del parassita Plasmodium falciparum

Già il più famoso degli antichi medici, Ippocrate, nelle sue ‘Epidemie’ descriveva con esattezza i sintomi dell’infezione malarica, con la caratteristica febbre che veniva, spariva e si ripresentava ogni tre o quattro giorni.

La malaria è chiamata così perché gli antichi, già ai tempi, pur non avendo alcun rudimento di microbiologia, avevano intuito che la malattia si trasmetteva quasi esclusivamente in zone dall’aria malsana, spesso paludose, e spesso ancora nei periodi estivi.

I motivi di ciò oggi sono ben noti: le zone acquitrinose e paludose sono il luogo ideale per le zanzare Anopheles, che amano depositare le loro uova proprio sul pelo dell’acqua stagnante.

Le peggiori pandemie della storia umana
Le zone paludose sono luoghi perfetti per il proliferare della malaria

Partita presumibilmente dall’Asia, la malaria ha appestato tutto il mondo, con alcune zone (come alcuni stati africani) in cui è divenuta endemica.

Difficile dire quanti morti abbia fatto nel corso dei millenni, ma sappiamo che ad ora il terribile Plasmodium falciparum contagia circa 2.000.000 di persone l’anno, uccidendone circa 400.000 in tutto il mondo, anche se le morti sono quasi tutte concentrate in Africa e in sud America.

Purtroppo, sebbene esistano efficaci farmaci per la terapia, non esiste al momento un vaccino per la malaria: la profilassi quindi è l’unico rimedio efficace per contrastare la parassitosi.

Ciò viene solitamente eseguito con profitto eliminando le zone di nidificazione delle zanzare, grazie alle bonifiche e alle disinfestazioni.

La malaria è tutt’ora una pandemia molto difficile da trattare: l’altissimo numero di contagiati e le vittime che miete ogni anno riguarda pressoché le zone più povere del pianeta, in cui le condizioni igieniche non sono così facilmente migliorabili senza una precisa volontà politica e, diciamolo, anche un cospicuo investimento economico.

Le epidemie di febbre tifoide

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: +100.000.000 (stima per difetto)
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Confinata in Africa e Asia
PERICOLO ATTUALE: Alto nelle zone endemiche, basso nei paesi industrializzati

La febbre tifoide è provocata dal batterio Salmonella enterica, appartenente alle Salmonelle del genere tifoide (differente da quello che causa la comune Salmonellosi).

Ha sintomi molto simili al tifo europeo, e per secoli infatti la febbre tifoide è stata confusa con lo stesso.

Assieme al morbillo e il vaiolo, è presumibilmente il batterio che ha decimato le popolazioni delle Americhe pre-colombiane: se, nel corso delle ripetute epidemie e dei secoli, gli europei avevano sviluppato specifici anticorpi per combattere il Salmonella enterica, i nativi americani si trovarono con il loro sistema immunitario completamente impreparato al bacillo, che infatti li sterminò a decine e decine di milioni.

Le peggiori pandemie della storia umana

La ‘febbre d’Atene’, 430 a.C.

Una delle prime grandi epidemie di cui abbiamo notizie attendibili, probabilmente una febbre tifoide.

Fu dovuta al batterio della Salmonella enterica, conosciuto scientificamente anche come il bacillo di Eberth.

Tale epidemia, che si sviluppò proprio nella fase iniziale della guerra del Peloponneso, nel giro di soli quattro anni ridusse di un quarto la popolazione di Atene.

Considerando che la popolazione totale della grande città greca all’epoca era di circa 250.000 abitanti tra cittadini e schiavi, possiamo immaginare non meno di 60.000 morti.

Epidemia degli Incas (1532 d.C.)

L’ambizioso conquistador Francisco Pizarro, intuito che la costa occidentale del sud America era stra-carica di oro ed argento, armatosi di tutto punto e fattosi finanziare tre navi da guerra, decise di muovere verso l’Impero Inca, con intenzioni tutt’altro che pacifiche.

L’arrivo degli spagnoli nei territori di Atahualpa, già stremati per la guerra civile tra l’imperatore e il fratello, portò non solo una spaventosa ondata di sangue e violenza, ma anche – e forse, soprattutto – una gigantesca epidemia di febbre tifoide.

Il fisico degli autoctoni, per nulla abituato ai batteri Salmonella, reagì malissimo all’infezione, e praticamente tutto l’esercito Inca, indebolito dalla guerra intestina, cadde facile gioco degli spagnoli di Pizarro.

Si stima che oltre 5.000.000 di Inca vennero falcidiati dalla febbre tifoide, molto probabilmente in combinazione anche col morbillo e la varicella.

Le peggiori pandemie della storia umana

Le epidemie di influenza

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: Impossibili da calcolare!
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Presente e regolare, su base annuale
PERICOLO ATTUALE: Alto

C’è una malattia che, assieme alla malaria, accoppa più di 500.000 persone l’anno, ed affligge l’umanità praticamente da sempre.

È causata da un furbissimo virus a RNA della famiglia delle Orthomyxoviridae, capace di mutare costantemente di anno in anno, provocando perenni pandemie presenti ad ondate, sia nell’emisfero boreale che in quello australe.

Causa febbre, dolori muscolari e ossei, tosse, cefalea e profonda spossatezza, ed indebolisce talmente tanto l’organismo che esso e spesso facile preda di ulteriori infezioni batteriche, soprattutto alle vie respiratorie.

Le peggiori pandemie della storia umana

Un tempo ritenuta ‘un’influenza degli astri’ (da cui il nome), la patologia che ormai è considerata banale, tanto banale non è mai stata nel passato: ha falcidiato milioni e milioni di esseri umani, e continua ogni anno ad ucciderne a mazzi, nonostante siano approntati annualmente vaccini sempre aggiornati per i nuovi ceppi.

L’influenza ha causato, assieme al vaiolo e il colera, le più devastanti pandemie della storia, alcune così feroci da essere tutt’ora menzionate nei libri e nella memoria dei nonni.

Come molti altri virus, anche l’influenza ammorba gli animali, e spesso le pandemie umane sono zoonosi (come l’influenza suina).

Influenza Spagnola (1918)

Causata dal ceppo H1N1 (lo stesso dell’influenza suina del 2009) fu una pandemia di gigantesche proporzioni, che infettò ogni angolo del mondo ed è attualmente considerata una delle più gravi pandemie della storia recente dell’umanità.

Originò molto probabilmente negli Stati Uniti, e fu portata in Europa prima e nel resto del mondo poi dai soldati americani impegnati nel sanguinoso primo conflitto mondiale.

L’ambiente di trincea, sporco, umido e malsano, con poco spazio a disposizione per gli uomini che dormivano spesso accatastati su di loro o spalla a spalla, presumibilmente contribuì in maniera decisiva al propagarsi massiccio dell’infezione.

Anche il sistema immunitario dei soldati, solitamente malnutriti e con forti deficit da continuo stress, potrebbe avere contribuito all’insolita aggressività del virus.

Le peggiori pandemie della storia umana
L'influenza Spagnola uccise dai 50 ai 100 milioni di persone in sole 24 settimane

Fatto sta che, al finire della guerra, i soldati infetti tornarono nelle loro case e paesi, contribuendo quindi alla diffusione globale del virus.

Il tasso di mortalità della malattia fu elevatissimo: si stima anche fino al 20% dei contagiati, con 1/4 della popolazione mondiale dei tempi infettato dal virus.

Il virione arrivò davvero in tutto il mondo, persino in Alaska e Oceania, e causò la morte di circa 50 milioni di persone, ma le stime attuali, riviste alla luce dei dati ragionati, parrebbero indicare 100 milioni di morti totali.

Curiosamente, l’influenza uccise più giovani adulti che anziani: un dato unico nella storia conosciuta delle influenze, in quanto, solitamente, essere fanno la maggior parte dei morti nella popolazione anziana.

Le morti avvenirono principalmente per polmonite batterica, un’infezione opportunistica causata dalla grande debilitazione che il virus lasciava nel sistema immunitario degli infetti.

La pandemia si mosse in due ondate distinte, di cui la seconda molto peggiore della prima: in sole 24 settimane, il virus fece talmente tanti morti in tutto il mondo che sconvolse la struttura stessa di molti paesi, città e società intere.

Il trattamento della pandemia da parte dei medici e delle strutture sanitarie mondiali fu complicato, o per meglio dire impossibile: ai tempi, nessuno aveva ancora osservato direttamente un virus.

Grazie al lavoro di Pasteur e Koch si conoscevano ormai batteri, funghi e parassiti, ma i microscopi ottici di allora non avevano abbastanza capacità d’ingrandimento per poter osservare i virus che, solitamente, sono grandi 1/100 di un batterio.

I medici però, specie quelli italiani ed inglesi (particolarmente esperti in infettivologia) si erano accorti che, filtrando l’acqua infetta dal colera con un filtro antibatterico, qualcosa riusciva a passare anche dai piccolissimi pori del filtro.

Quel qualcosa uccideva gli altri batteri presenti nell’acqua, e quindi, potenzialmente, anche le cellule umane.

Non conoscendo ancora la natura dei virus, i medici dell’epoca ipotizzarono che quel qualcosa invisibile potesse essere un minuscolo protozoo oppure un enzima, o addirittura una molecola tossica prodotta da altri batteri invisibili perché troppo piccoli.

Diedero quindi il nome ‘virus’ (veleno, in latino) all’invisibile killer, e quando si presentò l’epidemia influenzale di così tale devastante portata, cominciarono a pensare che proprio un virus potesse esserne la causa.

Ma ai tempi non c’erano ancora antibiotici per le complicazioni batteriche e né antivirali specifici, quindi la medicina poté fare veramente poco.

L’influenza spagnola, così chiamata perché fu portata a conoscenza dell’opinione pubblica dai giornali spagnoli (non sottoposti a censura di guerra) cessò la sua opera di strage sul finire del 1918, in maniera piuttosto brusca.

Molto probabilmente, il virus mutò in qualcosa di non più pericoloso per gli uomini, ma si lasciò dietro una scia di morte da incubo: cento milioni di cadaveri in tutto il mondo, nessun continente abitato escluso.

Più che le intenzioni umane, molto probabilmente fu la spagnola a far cessare il primo, orribile e truculento, conflitto mondiale: semplicemente, gli eserciti non avevano più 'carne umana' da mandare al macello, poiché stroncata dal virus.

Influenza asiatica (1957)

Influenza di origine aviaria, probabilmente adattato all’uomo dalla mutazione di un ceppo che flagellava le anatre selvatiche.

Originò dalla Cina, precisamente dalla provincia di Guizhou, per poi espandersi verso Singapore, Hong Kong e da lì gli Stati Uniti d’America.

Fu abbastanza virulenta e particolarmente aggressiva, e fece circa 4.000.000 di morti.

Influenza suina (2009)

Influenza data dal ceppo del virus H1N1 adattatosi ai maiali che, in situazioni particolari, può trasmettersi all’uomo.

Non è rara nella storia moderna, e se ne hanno tracce dal 1918, dove molto probabilmente condivise parte del patrimonio genetico della Spagnola (solo, adattato ai maiali).

Originata in Messico nel 2009, probabilmente per le cattive condizioni igieniche, si è estesa in breve tempo in circa 80 paesi nel mondo.

In realtà si trattò di una pandemia solo per la sua espansione abbastanza ampia e per la sua facilità di trasmissione da uomo a uomo, perché il suo tasso di mortalità fu bassissimo, addirittura più basso del già basso tasso della comune influenza stagionale.

Per molti, la pandemia fu sovradimensionata dall’OMS, ed in effetti il numero totale dei morti fu trascurabile, su scala globale.

L'epidemia di HIV

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: circa 25.000.000
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Endemica in alcune zone dell'Africa, diffusa in tutto il mondo
PERICOLO ATTUALE: Alto

Virus, anzi retrovirus, originato dal SIV delle scimmie, ritenuto endemico di molti primati in Africa.
Le cause del suo passaggio dalle scimmie all’uomo e le modalità della mutazione non sono mai state chiarite, ma si sospetta siano un mix di differenti concause.

Molto probabilmente il contagio umano è avvenuto già negli anni ’50 del 1900, ma solamente dagli anni ’80 in poi la comunità scientifica mondiale ha cominciato ad essere al corrente della pandemia che, nei decenni, diventò via via sempre più grave.

Il virus dell’HIV colpisce solo un particolare tipo di cellule, ossia i linfociti CD4+, fondamentali nel sistema immunitario poiché coordinano le difese immunitarie globali.

Le peggiori pandemie della storia umana

L’HIV è uno dei pochi virus conosciuti che sviluppa infezioni croniche: se nella maggior parte delle infezioni virali il sistema immunitario, alla lunga, riesce ad eliminare la minaccia, nel caso dell’HIV ciò non accade.

Alla lunga, il continuo attacco ai linfociti degenera una drastica diminuzione degli stessi, che provoca una Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (acronimo AIDS in inglese).

Tale sindrome abbassa di molto le difese immunitarie dell’infetto, e poco alla volta lo porta alla morte per cause anche banali, come un comune raffreddore.

Al contrario di altri virus, l’HIV ha bisogno di una grande carica virale per dare origine ad un’infezione seria: tali grandi quantità di virus sono presenti principalmente nel sangue, nel liquido seminale e in quello vaginale, mentre le cariche della saliva, delle lacrime e dell’urina sono troppo basse per poter diffondere il contagio.

Questo fa sì che i rapporti sessuali e le contaminazioni con sangue infetto siano la principale fonte di trasmissione del virus.

La pandemia globale dell’HIV si è spostata dall’Africa in tutto il mondo soprattutto dagli anni ’90 in poi e, per le modalità particolari di trasmissione del virus, avviene spesso in particolari categorie sociali come tossicodipendenti e omosessuali (sebbene anche gli eterosessuali ne siano spesso contagiati).

Non trascurabile, in passato, la grande quantità di persone contagiate a seguito di trasfusioni sanguigne.

Non è ancora stato messo a punto un vaccino efficace contro il virus, mentre sono stati scoperti e sperimentati ormai con successo efficaci farmaci antivirali in grado di abbassare talmente tanto la carica virale del paziente non solo da garantirgli un’aspettativa di vita eguale ai non infetti, ma anche di permettergli di avere regolari e normali rapporti sessuali con i propri partner, anche senza precauzioni.

Attualmente, l’HIV continua ad essere endemico in molte zone dell’Africa, mentre continue campagne di sensibilizzazione, di prevenzione e le efficaci cure antivirali ne hanno limitato di molto la presenza nei paesi occidentali.

Curiosamente, c'è una grande percentuale degli europei (fino al 20%, specie nei paesi nordici) che è immune al virus dell'HIV.

Ciò è molto probabilmente causato da una mutazione genetica dei linfociti T, causata a sua volta dalle costanti pandemie di pressoché ogni genere di agente patogeno che, nel passato, ma portato il sistema immunitario degli uomini europei a dover evolvere in fretta, per sopravvivere alle grandi morie delle pestilenze.

Le pandemie di morbillo

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: circa 200.000.000
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Presente in tutto il mondo
PERICOLO ATTUALE: Medio-alto

Il morbillo è una malattia infettiva di origine virale, scatenata dal Paramyxovirus appartenente al genere Morbillivirus.

È una patologia prevalentemente dermatologica, che fa manifestare agli infetti il caratteristico rush cutaneo spesso scambiato per varicella, ma che può anche portare a severe complicazioni come cecità, encefalite e polmonite.

Di per sé, il virus non è strettamente mortale (nessun virus lo è di base), e l’alto numero di morti, specie in passato, è solitamente causato da infezioni batteriche opportunistiche.

Le peggiori pandemie della storia umana

Assieme al vaiolo e alla febbre tifoide, il morbillo è stato il principale responsabile dello sterminio quasi totale delle popolazioni pre-colombiane; si ritiene che, prima dell’introduzione di un vaccino efficace, il morbillo abbia falcidiato circa otto milioni di bambini ogni anno in tutto il mondo.

Nei soli anni ’80 del 1900, la malattia ancora sterminava quasi tre milioni di persone l’anno, principalmente bambini.

Grazie alle massicce campagne di vaccinazione, ora i decessi annuali si attestano sotto la soglia dei 100.000, ma la patologia continua a colpire milioni di persone l’anno, specie in Asia e Africa.

Al contrario di molti altri virus ben più che millenari, il germe del morbillo si è adattato all’uomo in tempi relativamente recenti, forse attorno al 500, presumibilmente mutato da un ceppo della peste bovina (virus debellato dall’uomo nel 2011 grazie alle vaccinazioni).

Il virus è estremamente contagioso: si trasmette attraverso tosse e starnuti, e necessita di cariche virali minime per iniziare un’infezione.

È un virus che ha bisogno, per la propria sussistenza, sempre di nuovi ospiti ricettivi, ed in gran numero: è stato dimostrato che in comunità con un numero basso di nuovi potenziali ospiti, il virus si estingue.

Ciò rende le epidemie del virus possibili sono in società con un numero minimo di individui, che sembra stimato in circa 250.000.

Non è un caso che le prime, serie, pandemie di virus siano iniziate in Europa verso l’inizio del medioevo, con le prime aggregazioni cittadine moderne, per come noi le conosciamo.

La vaccinazione del 95% dei soggetti (o l’immunità ottenuta dalla memoria immunitaria per aver precedentemente contratto la malattia) è sufficiente per impedire al virus di proliferare, causandone l’estinzione.

Prima dell’invenzione di un vaccino specifico, il morbillo ha falcidiato milioni di persone per secoli, dimostrandosi particolarmente violento contro le popolazioni del Nuovo Mondo: nel 1529 una devastante epidemia di morbillo sterminò quasi tutta la popolazione di Cuba, spostandosi poi nell’America centrale, dove diede una grande mano ai conquistadores a sbarazzarsi senza troppo penare dei nativi americani (principalmente, atzechi e inca).

Attualmente, sebbene sia disponibile da decenni un efficace vaccino, esistono focolai di morbillo sparsi in tutto il mondo, più che altro causati dall’estrema povertà (difficoltà o impossibilità economica di accedere alla vaccinazione) o dalla stupidaggine umana (folli e totalmente irricevibili teorie del complotto contro i vaccini).

Le pandemie di sifilide

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: Veramente tanti!
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Presente in tutto il mondo
PERICOLO ATTUALE: Alto, specie per soggetti promiscui o omosessuali

Ah, che bello fare all’amore, specie con una ragazza così diversa dalle solite slavate europee, così carina, così giovane, così educata e sempre così sorridente!

Questo è quello che potrebbero aver pensato i marinai di Cristoforo Colombo quando, per la prima volta, giacquero assieme alle avvenenti ragazze caraibiche della tribù dei Taino.

Beh, mal gliene colse: quei fortunati che fecero ritorno in Europa, portarono con loro un nuovo regalino dal Nuovo Mondo, un subdolo batterio chiamato Treponema pallidum, causante il ‘mal francese’, ovverosia la sifilide.

La malattia è principalmente di origine venerea: si trasmette col rapporto sessuale, oppure direttamente in grembo di una mamma infetta, e si presenta a gradi (primario, secondario, latente e terziario), di gravità crescente.

La sifilide impiega anni ad uccidere un essere umano: dal primo stadio all’ultimo, il terziario, possono passare anche fino a vent’anni, dopo lunghi periodi di latenza.

Le peggiori pandemie della storia umana
La tipica forma 'a molla' del batterio della sifilide

Arrivata in Europa dopo i viaggi nelle Americhe, la sifilide si sparse nel Vecchio Mondo molto in fretta, anche grazie alla meritoria opera dei bordelli e dei loro frequentatori, che all’epoca non erano così stigmatizzati come ai giorni nostri.

La prima epidemia consistente di sifilide di cui si hanno rendiconti scritti scoppiò a Napoli nel 1495, portata in Italia dai mercenari di Carlo VIII, composta principalmente da guasconi francesi.

Curiosamente gli italiani nominarono il nuovo morbo ‘mal francese’, mentre i francesi, dal canto loro, lo rinominarono ‘male italiano’.

Le peggiori pandemie della storia umana
I mercenari francesi di Carlo VIII, arrivando a Napoli, portarono anche in Italia il batterio della sifilide

La malattia è divenuta quindi endemica anche in Europa, e ha flagellato senza sosta le popolazioni non risparmiando nessuna classe sociale e nessuna preferenza sessuale.

I tentativi di contenimento che gli Stati dell’epoca provarono ad applicare per limitare le infezioni, già sperimentati con buon successo per colera e peste, risultarono totalmente inadeguati per il nuovo male, la cui trasmissione era essenzialmente venerea.

Difficile dire quanti esseri umani siano stati uccisi, nel corso dei secoli, dalla sifilide: sicuramente centinaia di milioni di europei, a cui vanno aggiunti anche gli autoctoni americani, che da prima dovettero convivere con il male.

Il rapporto totale la rende quindi una delle peggiori infezioni della storia.

Le peggiori pandemie della storia umana
Paul Gauguin, esimio pittore francese, pensò bene di concludere la propria esistenza terrena in polinesia, infettando la popolazione con il batterio della sifilide

La sifilide flagellò tutto il mondo per secoli e secoli, senza trovare mai un vero ed efficace rimedio terapeutico (che fosse estremamente tossico, come gli impacchi di mercurio) fino alla scoperta degli antibiotici: per la sifilide precoce di solito basta una singola dosa di benzilpenicillina o di axitromicina, mentre per infezioni ormai cronicizzate nel tempo bisogna ricorrere a più dosi di antibiotico, ripartite in vari giorni.

Attualmente, si stima che nel mondo contraggano la sifilide circa 5.000.000 di persone ogni anno.

Grazie all’efficacia delle cure antibiotiche, è le morti sono ormai molto limitate, tuttavia il problema del contagio persiste.

Un vaccino efficace, il cui studio è ormai secolare, ancora non è stato messo a punto, quindi l’unica profilassi efficace è l’astinenza sessuale, oppure il rapporto stabile e monogamo di coppia.

L’uso del profilattico durante il rapporto, anche se capace di ridurre il rischio infettivo, non lo elimina del tutto.  

Le epidemie di poliomielite

Le peggiori epidemie della storia umana
MORTI TOTALI: in proporzione relativamente pochi, ma milioni di storpi e paralizzati
STATO ATTUALE DELL'INFEZIONE: Confinata in pochi casi annuali, in via di eradicazione
PERICOLO ATTUALE: Molto basso

Fino a pochi decenni fa, era ancora comune incontrare, in Italia, qualche poveraccio zoppo o comunque deformato negli arti, quasi sempre inferiori, distorti nei modi più orribili.

Queste malformazioni non erano di origine genetica, bensì acquisita.

Ovviamente, tanto per cambiare, acquisita grazie ad un’epidemia.

La poliomielite è una malattia estremamente contagiosa, di origine virale, causata dal virione del Poliovirus.

Si trasmette per via oro-fecale, colpisce senza distinzioni ma predilige i delicati e non ancora completi sistemi immunitari dei bambini.

Nella maggior parte dei casi, specie negli organismi in salute con buone difese immunitarie, il virus risulta asintomatico, e l’infezione non provoca danni.

Tuttavia, in circa l’1% dei casi, il virus riesce a penetrare nelle fibre nervose, distruggendo nella sua replicazione i neuroni motori del midollo spinale, del tronco encefalitico e della corteccia motoria.

Ciò fa sì che l’ospite sperimenti la poliomielite paralitica, che produce irreversibili lesioni ai gangli spinali, con la conseguente paralisi permanente di più parti del corpo.

Le peggiori pandemie della storia umana

A seconda di dove il virus fa danni a livello neurologico, possono paralizzarsi gli arti, la masticazione, la respirazione, la deglutizione oppure anche la funzionalità cardiaca.

Nel migliore dei casi, il poverino rimane zoppo o storpio.

Nella conseguenza più nefasta non letale, deve rimanere attaccato ad un ventilatore artificiale a vita.

La poliomielite ha appestato l’essere umano sin dai tempi più antichi: è un virus che, presumibilmente, s’è evoluto con i primi ominidi, e non ci ha mai lasciato soli, deformando bambini ed adulti per millenni.

Già nelle stele egizie venivano raffigurati uomini con i tipici arti deformati dalla polio.

Il virus è rimasto una piaga sociale per secoli e secoli, ed è grazie a lui se sono stati sviluppati i primi reparti di terapia intensiva e rianimazione, divenuti poi lo standard anche per tante altre condizioni patologiche.

Le peggiori pandemie della storia umana
Albert Bruce Sabin, il grande medico statunitense che sintentizzò il primo vaccino sicuro ed indolore per la poliomielite

Il poliovirus fu isolato negli anni ’30 del 1900 grazie all’avvento dei microscopi elettronici, in grado di identificare finalmente il piccolissimo virione.

Da allora, per anni, medici, biologi e ricercatori di tutto il mondo hanno subito cominciato a studiare l’ipotesi di una vaccinazione, su imitazione di quella sperimentata con successo per il vaiolo.

Dopo i primi iniziali esperimenti, ottenuti con virus attivo, il primo vaccino antipoliomielite abbastanza efficace e relativamente sicuro fu sviluppato dal medico statunitense Jonas Salk nel 1952.

Il vaccino di Salk, iniettabile, è in grado di donare l’immunità a vita dai tre ceppi noti e virulenti del poliovirus, il tipo 1, 2 e 3.

Essendo inattivato, il vaccino garantisce un buon grado di sicurezza, in quanto il virus non riesce fisicamente a replicarsi nel corpo ospite.

Tuttavia, questo tipo di vaccino presentava diversi effetti collaterali, che si sono riscontrati su un numero importante di pazienti, e l'immunizzazione totale non raggiungeva il 100% dei casi.

La sperimentazione di Salk fu breve ma produttiva, e la vaccinazione di massa fu fatta partire dapprima in tutto il territorio degli Stati Uniti, per poi estendersi in tutto il mondo.

Le peggiori pandemie della storia umana
Albert Sabin con la sua iconica 'zolletta di zucchero', su cui il medico applicava il suo vaccino antipolio

Più o meno contemporaneamente al Dott. Salk, un altro medico e scienziato statunitense, Albert Sabin, sviluppò un vaccino con virus attenuato, efficace per tutti e tre i ceppi virali come quello di Salk, ma con il vantaggio di poter essere somministrato oralmente.

Vi fu un’ampia diatriba scientifica su quale dei due metodi fosse il migliore ed il più sicuro, ma per motivi prettamente economici gli Stati Uniti, spinti da forti pressioni delle maggiori case farmaceutiche, scelsero il vaccino di Salk come preferenziale.

In realtà, il vaccino di Sabin era senza dubbio il migliore: non presentava i problemi di quello Salk (sorpattutto gli effetti collaterali) e raggiungeva quasi sempre il 100% delle immunizzazioni sui pazienti.

Nella scelta, fu decisiva la ferrea volontà di Sabin di non voler dare alla sua invenzione uno scopo prettamente lucrativo: il medico americano, spinto da un sincero amore per l’umanità e per i bambini che la polio così tanto storpiava si oppose sempre fermamente all’idea dello sfruttamento commerciale, rifiutandosi sempre di richiedere denaro per l’uso del suo vaccino.

Ciò interessò i paesi dell’est, e soprattutto il blocco dell’Unione Sovietica, a cui Sabin permise di usare il suo vaccino gratuitamente, per grandi vaccinazioni di massa.

Il tempo dimostrò che il lavoro di Sabin era vincente, e molto più pratico rispetto a quello di Salk: poteva essere somministrato applicandone poche gocce su una zolletta di zucchero, ed in una sola dose.

Grazie a questa dolce medicina, milioni di bambini furono risparmiati dagli orrori della poliomielite, permettendo l’inizio del lungo processo che, si spera presto, porterà all’eradicazione completa del poliovirus.

Albert Sabin non guadagnò mai una lira (anzi, un dollaro) dalla sua invenzione, esattamente secondo il suo credo di non-sfruttamento di quello che, in definitiva, lui stesso ammise di essere un regalo ai bambini di tutto il mondo.

Attualmente la poliomielite è in via di eradicazione globale: i casi confermati al 2012 sono di poche centinaia l’anno, principalmente in Africa e nel vicino oriente.

Uno dei tre ceppi virulenti per l’uomo è stato debellato nel 2015, si spera che entro pochi anni si possa arrivare, sempre grazie alla vaccinazione, all’eradicazione completa di tutto il Poliovirus, esattamente secondo il desiderio di Albert Sabin.

Ah, sapete qual è l’altra costante della storia umana?

La guerra

È tempo di scoprire l’altra costante della storia umana, capace di falcidiare milioni di persone in più o meno tempo, che spesso viaggia in coppia con le epidemie di qualsiasi genere.

Non è molto difficile da indovinare: LA GUERRA.

Purtroppo per essa, nessuno ha ancora sviluppato un vaccino adatto, e neppure una terapia efficace.
Tutti ne sono a rischio, continuamente, e prima o poi la pandemia torna sempre: fa regredire l'essere umano a livello di una bestia, uccide il ventre delle donne, scava il petto degli uomini, accumula cadaveri nelle fosse comuni, propaga l'inizio e la proliferazione delle pestilenze, da adito alle peggiori perversioni e violenze concepibili da un organismo biologico senziente.

Purtroppo, al contrario delle infezioni virali, la storia umana ha ampiamente dimostrato che dalla guerra degli uomini contro gli uomini, non si acquisisce mai la memoria immunologica.

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