Vai in prima posizione su Google ed ottieni valanghe di click su Ads!
- Come funziona l’indice di Google
- Come funziona l’algoritmo di Googlebot
- La Search Engine Optimization
- Da cosa è composta l'attività di SEO?
- La SEO non è il SEM!
- Gli specialisti SEO e SEM per la tua azienda: una necessità, non un costo
- Se vuoi ottenere risultati SEO duraturi, devi investire in professionisti tuoi
- L'investimento che vale
- Hai bisogno di aiuto per il tuo SEM?
Contattami velocemente
per richiedere una valutazione GRATUITA del tuo problema!
Il mondo della pubblicità digitale è un oceano sconfinato, ormai divenuto il settore chiave di qualsiasi genere di promozione.
La presenza online sul World Wide Web è considerata un pilastro strategico per qualsiasi difesa del brand o promozione di qualsivoglia genere di prodotto, a prescindere dalla sua natura e dal suo target.
Il sito vetrina della tua attività, della tua azienda o del tuo studio professionale non è un puro impianto ‘statico’, come accadeva sino ai primi anni 2000, ma deve essere ragionato in un contesto di fortissima condivisione.
Soprattutto, qualsiasi tua pagina deve piacere al tuo target, ma per riuscirci deve piacere prima a Googlebot, ossia il web crawler di Google.
Ciò è spesso più facile a dirsi che a farsi, ed è proprio per questo motivo che esiste il Search Engine Marketing (SEM) e la Search Engine Optimization (SEO).
I professionisti che si occupano di SEO e SEM sono imprescindibili in qualsiasi moderna promozione digital.
Se vuoi scoprire a cosa servono nello specifico, continua a leggere questa pagina.
Non c’è futuro per il marketing digitale, se le risorse online strategiche dell’azienda e dei suoi prodotti sono invisibili ai motori di ricerca.
Come funziona l’indice di Google
Google, società multinazionale attualmente produttrice di una quantità enorme di servizi e beni (anche hardware), ha il suo core business nella vendita di spazi pubblicitari sia sul suo motore di ricerca proprietario che su un’enorme quantità di siti web di terze parti affiliati, che formano la cosiddetta ‘rete display’.
Sin dal 1998, Google utilizza un suo particolare software di scandaglio della rete (in gergo, web crawler o web spider), alla ricerca di pagine HTML da scovare, catalogare ed inserire in un enorme database (indice).
L’indice delle pagine di Google non è dunque niente altro che una gigantesca raccolta di indirizzi web e relative pagine, collegati a determinate parole chiave, che l’utente può inserire nel campo di ricerca ed avviare così un richiamo dei link che potrebbero interessargli.
Ciò è molto comodo quando si sta cercando qualcosa di specifico ma non si sa esattamente dove andarla a trovare: mettendo delle parole generiche (keyword), collegate in maniera logica a ciò che si vuole trovare sul web, Google in output genera ciò che di correlato ha nel suo indice.
L’indice di Google non è paritario, ma analitico con preferenze di posizionamento: Googlebot, il software crawler di Google, analizza con precisione ogni pagina che scansiona, e per ognuna assegna una determinata posizione (position) nell’indice, a seconda di determinati fattori.
Quando l’utente compie una ricerca ed inserisce una o già parole chiave (query di ricerca), Google quindi rimetterà come risultato una serie di link alle pagine del suo indice, partendo da quelle che considera più attinenti alle keyword inserite.
Attualmente, la produzione di pagine web è talmente grande che per ogni query di ricerca possono essere presenti su Google addirittura miliardi di pagine!
L'algoritmo di Google lavora molto efficacemente: ricerche di milioni o miliardi di pagine sono fatte in poche frazioni di secondo, e tutti i risultati formano la SERP, ovverosia la Search Engine Results Page.
C’è quindi un’importante distinzione da fare: una generica pagina web può essere indicizzata, cioè scansionata emessa all’indice di Google, e può essere posizionata per una data SERP.
Indicizzazione e posizionamento non sono sinonimi, come purtroppo spesso la gente tende a pensare: il posizionamento deriva dall’indicizzazione, ma riguarda la posizione di visualizzazione nella SERP, data una certa query.
Una pagina può essere indicizzata in Google, quindi inserita nel suo indice, ma può avere un pessimo posizionamento, comparendo dopo centinaia, se non migliaia, di altri risultati.
Se invece una pagina non è inserita nell’indice di Google, essa semplicemente non avrà una posizione, e pertanto non comparirà mai in nessuna SERP.
Le pagine più visitate dagli utenti sono quelle che compaiono ai primi posti nella SERP, e che dunque hanno più possibilità di venire cliccate.
Solitamente, anche tenendo conto della grandissima quantità di risultati generati dalle keyword di qualsiasi tipo, un utente si stanca molto velocemente di scrollare (scorrere) tra i risultati delle pagine, e si ferma al massimo ai primi 10-20 risultati della prima pagina.
Questo fa sì che, a parte le prime e le primissime posizioni, tutti gli altri link dell’indice di Google solitamente vengono totalmente ignorati dagli utenti.
E se una pagina è ignorata dagli utenti, non è vista, e quindi non genera alcun utile per l’azienda o il professionista che l’ha commissionata.
Ecco perché essere nelle prime posizioni delle SERP è una delle colonne portanti del marketing digitale, e elemento imprescindibile capace di generare grossi ritorni commerciali di qualsiasi investimento.
Come funziona l’algoritmo di Googlebot
Larry Page e Sergej Brin, i due fondatori di Google, hanno iniziato la loro miliardaria fortuna partendo da un concetto tutto sommato semplice: in piena esplosione dell’Internet per le masse, c’era bisogno di un motore di ricerca che desse importanza fondamentale alla relazione delle pagine web, ossia alle loro interazioni.
All’epoca, i principali motori di ricerca (tra tutti, Altavista) funzionavano tramite web crawler abbastanza rozzi e poco affidabili: era abbastanza facile raggirarli, poiché basavano la loro indicizzazione e posizionamento su parole chiave ripetute in punti specifici della pagina, e ignoravano quasi completamente la qualità e l’attinenza reale dei contenuti.
Ciò dava modo a webmaster poco onesti di creare pagine-specchietto usando metodi di scrittura molto semplici ma efficaci, rendendo i risultati delle SERP falsati e costringendo così molti utenti a districarsi tra decine e decine di ricerche prima di ottenere veramente i risultati voluti.
Google funzionava in maniera differente: il suo algoritmo era pensato per dare importanza alle pagine che ricevevano più backlink, ossia collegamenti che venivano da altre pagine esterne al dominio del sito.
Il concetto era abbastanza semplice: se una pagina riceveva molti link in entrata, significava che era condivisa e quindi, utile e popolare.
Questo sistema era chiamato PageRank, e rivoluzionò completamente il mercato dei motori di ricerca.
All’inizio, il meccanismo del PageRank si dimostrò estremamente efficace: le pagine delle SERP di Google erano straordinariamente attinenti alle query, e questo diventare il motore di ricerca, in breve tempo, il re incontrastato dei search engine, spianandogli la strada alla fortuna mondiale che noi tutti conosciamo.
Googlebot, all’epoca, era tarato quasi esclusivamente sul PageRank: keywords, scrittura del codice ed attinenza erano calcolati in secondo piano rispetto all’importanza dei backlink, ed il software indicizzava con posizioni prioritarie quasi esclusivamente pagine molto linkate da pagine altrettanto ben collegate.
Non passò molto tempo prima che i webmaster capirono il funzionamento del PageRank, e presero quindi provvedimenti.
Capito più o meno come funzionava Googlebot, fu abbastanza facile aggirarlo: cominciarono così a divenire di moda gli ‘scambi link’, con pagine letteralmente piene di collegamenti ipertestuali ad altre pagine (quasi sempre, non attinenti all’argomento trattato nella pagina di partenza), a volte con interi siti-civetta, messi su esclusivamente per aumentare il PageRank di determinate pagine.
A metà anni 2000, la situazione era divenuta già fuori controllo: l’abuso del PageRank aveva falsato la qualità delle SERP, e le query spesso non coincidevano con i risultati sperati dall’utente.
Ciò, unito all’utilizzo scriteriato della tecnologia Flash, rendeva il districarsi tra le pagine web abbastanza difficoltoso, e non più rapido ed immediato come era all’inizio.
Google corse così ai ripari, e all’inizio degli anni ’10 rivoluzionò Googlebot, limitando fortemente il PageRank, cominciando a dare primaria importanza all’attinenza dei contenuti e alla qualità degli stessi.
Allo stato attuale, Googlebot è un software molto evoluto, che oltre alla mera sintassi è sensibile anche alla semantica dei testi, ossia al loro significato.
Questa grande evoluzione del software ha permesso di andare oltre sia alle pure keywords e sia ai backlink, dando finalmente importanza alla stesura di pagine con codice pulito, ben scritto, attinente alle query di ricerca e, soprattutto, di qualità e reale interesse per l’utente.
I contenuti quindi sono diventati essenziali per ottenere buoni posizionamenti e, negli ultimi anni, sono divenute essenziali anche le condivisioni delle pagine tramite i principali social network.
Googlebot è un softwar in continua crescita ed apprendimento: sta diventando sempre più simile ad una vera e propria rete neurale, sempre più indirizzato verso l’intelligenza artificiale.
Non senza ragione, alcuni ritengono che i suoi algoritmi siano stati sviluppati nell’intento di auto-apprendere, nell’obiettivo di fargli sviluppare un vero e proprio ‘gusto personale’.
Ciò è confortato giornalmente dall’esperienze di svariati webmaster, che vedono alcune pagine (apparentemente, progettate con gli stessi criteri e la stessa qualità) che hanno però risultati di posizionamento all’indice differenti.
La Search Engine Optimization
Per Search Engine Optimization si indicano tutte quelle strategie, sia concettuali che tecniche, atte a migliorare il posizionamento di una data pagina all’indice dei motori di ricerca, principalmente di Google.
Sin dalla nascita dei primi search engine, i webmaster si sono sempre prodigati ed ingegnati per capire come una data pagina web potesse migliorare il posizionamento, poiché il suo successo è direttamente proporzionale alla posizione nell’indice.
Pagine in top position, ossia tra i primi 10 risultati di una data query, hanno un enorme ritorno commerciale, poiché l’utente tende a cliccare e quindi a visionare solo le prime posizioni di una SERP, ignorando sistematicamente tutto ciò che viene dopo di esse.
Uno dei compiti prioritari della SEO è sintetizzare in maniera chiara e comprensibile per Googlebot le informazioni delle pagine da posizionare all’indice.
I webmaster scoprirono presto che gli algoritmi dei motori di ricerca tendono a dare importanza a determinate combinazioni di testo e di codice HTML, e su queste basano la propria ‘scelta’ quando si tratta di posizionare una data pagina nei loro indici.
Il problema principale della SEO è che, ovviamente, le software house produttrici del web crawler del motore di ricerca si guardano bene dal divulgare il codice sorgente del proprio prodotto, nonché ad indicare come, esattamente, esso lavori.
Google ad esempio al massimo da delle linee guida su come dovrebbero essere costruite le pagine HTML, ma non specifica, nel dettaglio, i calcoli che Googlebot compie in fase di scansione, di indicizzazione e di posizionamento.
Questo fa sì che la SEO debba andare ‘per tentativi’, in maniera empirica, provando, sbagliando e riprovando ancora, fino a trovare una quadratura accettabile.
Quadratura che è però sempre mutevole, e mai definitiva: Googlebot viene costantemente migliorato ed i suoi algoritmi modificati, nell’obiettivo di renderlo sempre più autonomo, preciso ed affidabile.
Ciò significa che anche i parametri di costruzione delle pagine, dei contenuti ed il loro posizionamento devono necessariamente evolvere, di pari passo col software.
Ad esempio, la moltitudine di siti web che risultavano in top position esclusivamente grazie al PageRank (e alla SEO truffaldina dei backlink) furono immediatamente penalizzati quando Google lanciò, nel 2011, il Panda Update, che mise praticamente fine alla pratica del Content Farm (ossia, costruire un sito aggregatore di pagine solo per aumentare il PageRank e guadagnare con Google AdSense).
Da cosa è composta l'attività di SEO?
La SEO è un’insieme di tante attività, spesso molto differenti ma unificate da un unico scopo: migliorare il posizionamento di una data pagina all’indice di Google, tenendola però sempre aggiornata e sempre in linea con i cambiamenti e le modifiche del software.
Molto sommariamente, gli strumenti usati dai professionisti SEO possono essere:
- Web copywriting
Lo studio e la stesura di parole e testi idonei alla pagina, che devono risultare utili per i lettori e potenziali consumatori e, nondimeno, per Googlebot.
Ciò è più facile a dirsi che a farsi, in quanto, solitamente, un essere umano ed un software hanno metodi di acquisizione delle informazioni e loro comprensione differente.
Il web copywriting impone vincoli abbastanza stretti per i testi, che devono essere solitamente concisi, di rapida comprensione per gli utenti umani e di interesse per gli algoritmi di Googlebot.
Datosi che la maggior parte del successo di un buon posizionamento all’indice di Google è dato dalla qualità dei testi e la loro attinenza rispetto a date keyword, il web copyriting è considerato la colonna portante della SEO; - Programmazione HTML
Il codice della pagina web viene analizzato da Googlebot non sono semanticamente, ma ne viene anche controllata la validità e la buona costruzione secondo le indicazioni del W3C.
Il codice HTML deve quindi essere esente da errori di sintassi, deve essere fruibile da tutti i dispositivi (particolare attenzione è data a quelli mobili, che sostengono con oltre il 70% il mercato), devono essere rispettati i tag fondamentali e, a loro volta, essi devono essere posizionati in maniera appropriata nella pagina.
Googlebot penalizza pagine mal scritte, pericolose per la sicurezza del visitatore e che non rispettano i fondamenti della buona programmazione; - Analitica e statistiche
La SEO è un’attività che deve dare dei risultati certi, attendibili e, soprattutto, dimostrabili.
L’analisi dei rendimenti, unita al continuo monitoraggio delle query e delle keyword, è considerata quindi parte integrante della SEO; - Cultura generale e specifica
Dati gli attuali parametri sui quali Googlebot lavora, al momento la SEO tende a produrre contenuti sempre più mirati e di qualità.
Che siano testi, immagini o video, gli elementi presenti in una data pagina web devono essere specifici e mirati ad ottenere risultati in una o più SERP, e per fare ciò c’è bisogno di grande preparazione, cultura di background elevata e, ovviamente, alta conoscenza dell’argomento o del prodotto che si deve promuovere in una data pagina
La SEO non è il SEM!
Spesso si fa gran confusione tra la Search Engine Optimization e il Search Engine Marketing e, purtroppo, tale confusione è sovente alimentata proprio dagli addetti ai lavori.
La SEO non è il SEM, ma è parte del SEM.
Il SEM è un settore molto più ampio, dove convergono svariate attività, quali:
- La SRM (Search Results Monitoring);
- La SEO (Search Engine Optimization);
- La lead generation e l’inbound marketing in generale;
- La keyword advertising, ossia la creazione e la gestione di annunci a pagamento sui siti che possono risultare utili al targeting dell’impresa;
- Il web copywriting con inclusa la syntext, ossia la scrittura iper-sintetica ma ad alta efficacia, tipica degli annunci della keyword advertising;
- Social Media Marketing, ossia tutte le strategie di marketing specifiche per attirare potenziali clienti esclusivamente sui canali social (Facebook, Instagram, Twitter, ecc.), i cui motori interni proprietari hanno particolari regole e peculiarità, che rendono perciò necessarie specifiche soluzioni
Come si vede, quindi, il SEM comprende la SEO ma comprende anche tante altre attività, alcune non strettamente connesse al posizionamento delle pagine nelle SERP dei motori di ricerca.
La confusione deriva dal fatto che, solitamente, un professionista esperto della SEO è (ovviamente) anche molto preparato nel SEM, oppure ha competenze specifiche in altre attività correlate alla SEO (ad esempio, il keyword advertising).
Spesso molte aziende (in particolar modo, le agenzie per il lavoro) alimentano la confusione, pretendendo un esperto di SEO con compiti anche di SEM, che non è detto che possa eseguire al meglio, datosi che per diventare particolarmente prolifici nella SEO occorre una grande esperienza pregressa, focalizzata nella programmazione HTML, nel web copywriting e nella continua formazione ed aggiornamento sulle novità dei software di web crawling.
Gli specialisti SEO e SEM per la tua azienda: una necessità, non un costo
In ambito digital marketing, i professionisti SEO e SEM sono ruoli chiave, imprescindibili per qualsiasi strategia si debba sviluppare online, e che riguardi (anche per via tangenziale) le pagine web aziendali.
Dalle strategie inbound marketing basate sulle landing page ed il keyword advertising, all’aumentare il numero di visitatori e valore delle pagine chiave del sito aziendale, il professionista del SEM è una risorsa fondamentale.
Non c’è futuro per il marketing digitale, se le risorse online strategiche dell’azienda e dei suoi prodotti sono invisibili ai motori di ricerca, così come non è possibile raccogliere nuovi utenti e sessioni senza pagine attinenti alle query strategiche principali, ottimizzate dallo specialista SEO.
Gli specialisti SEO e SEM sono un’enorme risorsa per ogni azienda, ma non tutte le aziende hanno in organico un professionista addetto al marketing digitale.
Solitamente, solo le aziende multinazionali o le aziende di grosse dimensioni dispongono di un reparto digital, ma l’indirizzo corrente del mercato è quello di appaltare i lavori di promozione a web agency ed agenzie pubblicitarie esterne.
Anche se è un settore del marketing iper-specialistico, il SEM è solitamente un servizio offerto infatti anche dalle agenzie pubblicitarie che, anche non essendo specificatamente web agency, accettano comunque le richieste digital dei clienti.La tattica SEO parte già in fase di progettazione e costruzione di una pagina web, e mai dopo.
Durante l'ideazione del codice e dei contenuti della pagina, infatti, lo specialista SEO deve inserire tutti i testi pensati specificatamente per risultare graditi a Googlebot.
Non solo, ma oltre al testo del body (il testo principale della pagina), ai giusti titoli e la buona suddivisione dei paragrafi, deve essere già inserito il syntext efficace nei metatag fondamentali come il title, e la description.
Vi sono un certo numero di caratteri e battiture da rispettare, e vanno anche preparati i metatag og:, essenziali per la condivisione delle pagine nei social network.
Non bisogna poi scordare i fondamentali elementi visivi che costituiranno il visual dell'anteprima della pagina e i sempre utilissimi tag alt per le
immagini, a cui i motori di ricerca danno ancora grande importanza.
Preparare una pagina in ottica SEO è un lavoro molto lungo, meticoloso e che va incontro ad inevitabili prove empiriche: c'è bisogno di tempo e molti tentativi, con continue e sottili livellature, per ottenere pagine molto gradite a Googlebot.
Solitamente, per una pagina promozionale da una decina di cartelle (una cartella: 1.800 battute, o caratteri spaziature incluse)
un esperto SEO impiega anche due giorni di lavoro pieno.
Se l'argomento della pagina è specifico e molto tecnico, il professionista potrebbe avere bisogno di ancora più tempo per preparare un copy adeguato.
Il tempo aumenta considerevolmente anche se la pagina ha molto codice HTML da sistemare in maniera idonea o da revisionare totalmente, e ciò succede quasi sempre con i software CMS.
Lo specialista SEO o SEM è una risorsa che deve lavorare a stretto contatto con tutti i reparti promozionali dell’azienda, e deve conoscere nel dettaglio anche i prodotti per cui devono essere progettate le campagne promozionali.
Uno dei compiti prioritari della SEO è sintetizzare in maniera chiara e comprensibile per Googlebot le informazioni delle pagine da posizionare all’indice, affinché il software le consideri ‘appetibili’, e ne aumenti il ranking.
Per far questo, l’esperto SEM deve però conoscere nel dettaglio i prodotti dell’azienda, eliminando le informazioni ridondanti o inutili ai fini del posizionamento, senza però togliere altre informazioni importanti per gli utenti che leggono le pagine web.
Un lavoro che può essere fatto solo con una grande integrazione del professionista con i meccanismi aziendali e col reparto marketing, con monitoraggio, cambi e migliorie (anche al codice sorgente) da effettuarsi su base quotidiana.
Ecco perché gli specialisti SEO e SEM dovrebbero essere sempre elementi integrati nell’organico dell’azienda, oppure un collaboratore fisso e costante, su cui la dirigenza ed il reparto marketing possono sempre contare e che conosce pienamente la ‘storia online’ delle pagine promozionali dei prodotti.
Sebbene le strategie SEM si possano cambiare abbastanza velocemente, è importante seguire un certo percorso logico-programmatico coerente, basato su obiettivi che sarebbe bene cambiare solo in caso di effettivo bisogno.
Un referente sicuro, che conosce già le passate campagne di marketing aziendali e che conosce anche molto bene la capacità di produzione o i servizi, ha molto più probabilità di centrare prima e meglio gli obiettivi, poiché può basarsi su dati ed esperienze pregresse, svolte in prima persona.
Se vuoi ottenere risultati SEO duraturi, devi investire in professionisti tuoi
Avere uno specialista SEO e uno specialista SEM in organico non è, al contrario di ciò che invece accade frequentemente negli Stati Uniti ed in altre parti del mondo, una prerogativa delle aziende italiane.
Che, non a caso, scontano un ritardo in digital marketing considerevole, se paragonate alle concorrenti europee.
Se, in genere, l’azienda media italiana è restia ad investire in promozione (frutto di un’educazione economica sbagliata ed arretrata), l’idea di assumere specialisti SEO e SEM per il materiale online aziendale è vista quasi sempre come inutilità.
“Del resto, perché avere uno specialista a libro paga quando posso avere il pacchetto completo grazie ad una web agency?”
Questo è il ragionamento che molti fanno, ed è sbagliato.
Ed ora ti spiego il perché, illustrandoti come solitamente funziona un incarico comune di SEM in una genetica web agency.
Quando, spesso controvoglia poiché lo ritieni inutile (e già lì stai sbagliando), contatti una web agency oppure uno studio pubblicitario che eroga servizi digitali, a meno che la tua azienda od il tuo brand non sia già molto importante e conosciuto, ti viene solitamente riservato il trattamento di base, comune ed uguale per qualsiasi altro cliente.
Anche se, ovviamente, l’account dell’agenzia farà di tutto per assecondarti nelle tue richieste e garantirti che ti verrà offerto un servizio assolutamente personalizzato, in realtà (almeno, sotto certi livelli d’investimento) sarai inserito nella lista dei clienti dell’agenzia che hanno avuto o hanno le stesse esigenze, e ti verrà quindi riservato lo stesso metodo di lavoro.
Le campagne SEM di inbound marketing quindi saranno similari a quelle che l’agenzia ha già sperimentato, magari con successo, su altri clienti, e gli annunci di keyword advertising saranno semplicemente copiati, incollati e leggermente modificati sul tuo brand o prodotto, ma rimanendo essenzialmente uguali agli altri che hanno già sviluppato in precedenza.
Nel caso tu abbia bisogno di un sito aziendale ex novo, o rinnovare quello tuo già eventualmente in possesso, a meno che tu non sia uno di quei clienti veramente ‘business’, ti verrà proposto il solito sito costruito grazie ad un CMS (Content Management System), in cui l’ottimizzazione SEO sarà essenzialmente copiare ed incollare le keyword principali su syntext già sviluppati in precedenza, leggermente modificati e solo lievemente personalizzati.
Il risultato finale sarà mediocre, e la sua riuscita o meno dipenderà essenzialmente dalla fortuna, e dal budget che spenderai per i keyword advertising su Google Ads o Facebook.
Meno spenderai, meno otterrai, poiché il materiale prodotto, abbastanza dozzinale, avrà poca o nulla capacità di ‘magnet’ per il target.
Lo so che sembra brutto dirlo, ma ti assicuro (per anni ed anni di esperienza nelle web agency) che le cose vanno esattamente così!
L'investimento che vale
Per avere un lavoro personalizzato, di alta qualità e con referenti digital SEM e SEO dedicati solo a te, devi necessariamente essere un cliente ‘business’.
Ovverosia, devi spendere molti, molti soldi.
In quel caso, avrai sicuramente una produzione di particolare riguardo.
Non prendertela a male, ma funziona così in qualsiasi settore, e il mondo del digital marketing non è di certo differente.
Ecco perché, solitamente, i clienti medio-piccoli escono delusi dal loro investimento nelle promozioni digitali: la sensazione di ‘aver buttato via i soldi’, e di aver fatto guadagnare solo l’agenzia web è un sentimento comune.
Questo genera sfiducia nel marketing online, rendendo sempre più miseri gli investimenti italiani nel digital.
Quindi, come fare per non sprecare soldi e tempo, e avere risultati efficaci nelle campagne SEM e nella SEO?
Semplice: affidati ai professionisti SEO e SEM.
Un professionista tuo, su cui puoi fare sempre affidamento.
Un professionista che lavora a stretto contatto con la tua produzione, con il tuo reparto marketing, che conosce i tuoi prodotti e che si prenderà la gestione totale dei tuoi contenuti online.
Che saprà esattamente, dalla tua voce, i punti di forza del tuo prodotto, che potrà quindi ottimizzare il messaggio promozionale verso il target adeguato, facendolo piacere a Googlebot.
In altre parole: professionisti che puoi considerare come parte del tuo team.
Questo, a meno che tu non investa veramente centinaia di migliaia di Euro nelle tue campagne digitali, non puoi ottenerlo dalle comune web agency, per i motivi che ti ho esposto in precedenza.
Le soluzioni quindi che hai sono due: o investi seriamente e prendi in considerazione l’idea di integrare nel tuo organico uno specialista del SEM (ed è un investimento che ti darà sempre ottimi risultati, a lungo termine), oppure contatta dei professionisti esterni, specializzati proprio nel SEM e nella SEO.
Ti costerà, certo, ma la qualità sai che si paga sempre.
E, solitamente, da sempre risultati di qualità.
Hai bisogno di aiuto per il tuo SEM?
Hai bisogno d'aiuto per la tua SEO o il tuo SEM?
Chiedimi pure quello che vuoi!
Mi occupo di web marketing, web copywriting, pubblicità e campagne promozionali 'Below-the-Line' da oltre 15 anni, e sono pronto ad ascoltarti e a mettere le mie conoscenze al servizio del tuo business.
Se hai bisogno di contattarmi velocemente, compila pure il modulo che trovi qui sotto: ti risponderò sempre entro 24 ore.
P.S. Presta attenzione ai campi con * perché sono obbligatori!
E se ci tieni davvero ad essere ricontattato, non sbagliare ad inserire il tuo numero telefonico ed il tuo indirizzo email!
prima consulenza sempre gratuita!