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Toulouse-Lautrec e la nascita della pubblicità

Toulouse-Lautrec
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Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa nasce nel 1864 ad Albi, una citttadina nel sud della Francia a pochi chilometri da Tolosa, da una nobile ed agiata famiglia.

Tra le più antiche ed importanti di tutta la Francia (e forse, d'Europa) le famiglie del conte Alphonse-Charles-Marie de Toulouse-Lautrec-Montfa e la contessa Adèle-Zoë-Marie-Marquette Tapié de Céleyran, genitori di Henri, erano consaguinei, specificatamente cugini di primo grado.

Come accadeva ai tempi per le famiglie nobili, i matrimoni tra consanguinei erano pratica piuttosto comune adottata per mantenere la supposta purezza del sangue blu, che producevano però della discendenza quasi sempre gravemente malformata, per via della nota impossibilità del DNA di mescolarsi e rinnovarsi, portandosi così appresso patologie genetiche spesso devastanti.

Ho la statura del mio nome.

All'età di quattro anni il piccolo Henri, già delicato e cagionevole di salute, cominciò a manifestare i sintomi di una di queste malattie, che lo invalidò per tutta la vita: la picnodisostosi, una patologia che affligge le ossa e che impedisce un regolare sviluppo dello scheletro.

La sua struttura ossea, estremamente delicata per la malattia, subì peraltro due gravissimi incidenti, che ne minarono fortemente la crescita: a circa 10 anni, si ruppe il femore sinistro e, poco tempo dopo, anche il destro.

Henri de Toulouse-Lautrec - "Seated dancer in pink tights" - 1890
Henri de Toulouse-Lautrec - "Seated dancer in pink tights" - 1890

Per via della malformazione congenita, le fratture guarirono malamente, e causarono un cronico trauma agli arti inferiori: dal busto in su Henri continuò a crescere, mentre le gambe rimasero quelle di un bambino.

Lo sfortunato giovane crebbe quindi deforme, e la sua statura si fermò a soli 158 cm, tra l'altro passando tutta la sua giovinezza praticamente immobilizzato nei sanatori.

Proprio durante i lunghi riposi forzati in ospedale, Henri si avvicinò alla pittura, forse come valvola di sfogo per la sua infelice condizione.

Amava disegnare sui suoi quaderni soprattutto i cavalli, animali sempre da lui amati ma che per via della sua condizione non potè mai cavalcare.

Henri de Toulouse-Lautrec - "Autoritratto" - 1880
Henri de Toulouse-Lautrec - "Autoritratto" - 1880

La passione per la pittura fu ben accolta dalla sua famiglia, al contrario di come molto spesso accadeva per i giovani rampolli delle famiglie nobili; il padre Alphonse decise di buon grado di mandarlo a studiare a Parigi presso Alexandre Cabanel, noto pittore dell'epoca, ma l'apprendistato non potè configurarsi per via delle altissime richieste d'iscrizioni presso la scuola del maestro.

Henri de Toulouse-Lautrec - "Oscar Wilde" - 1895
Henri de Toulouse-Lautrec - "Oscar Wilde" - 1895

Henri decise quindi di frequentare i corsi di Léon Bonnat, altro famoso pittore del periodo (maestro anche di Edvard Munch), e durante sue lezioni affinò di molto la tecnica pittorica, pur mantenendo un suo personalissimo e singolare stile di disegno, non sempre gradito al mastro.

L'esperienza da Bonnat durò solo tre mesi, poi Henri passò all'atelier di Fernand Cormon, un pittore molto più tollerante verso le nuove avanguardie della pittura, e quindi più incline ad assecondare la mano giovane e volitiva di Lautrec.

Il periodo è gradevole per il pittore, che migliora notevolmente la sua capacità di disegno e riesce ad incontrare anche personaggi come Vincent van Gogh, Emile Bernard, Eugène Lomont e Albert Grenier.

Henri de Toulouse-Lautrec - "A la mie" - 1891
Henri de Toulouse-Lautrec - "A la mie" - 1891

Nel 1884, Henri si sentì pronto per laciare l'atelier del maestro Cormon e fondare uno proprio, scegliendo come base il ben poco raccomandabile (all'epoca) quartiere di Montmartre.

Montmartre i tempi era una parte di Parigi abbastanza mal frequentata: il posto era pieno di locali notturni di bassa qualità e con avventori di costumi ancora più bassi, erano presenti molte case di tolleranza e di certo non s'addiceva nella maniera più totale ad un rampollo di una delle più importanti e ricche famiglie della Francia.

Lautrec però a Montmartre si sentiva a suo agio: per via del suo aspetto deforme, il pittore trovava più facile comunicare e tessere relazioni con chi si trovava ai margini della società, come gli alcolisti, le prostitute, gli avventori dei locali squillo.

Henri de Toulouse-Lautrec - "La Golosa entra al Moulin Rouge" - 1891
Henri de Toulouse-Lautrec - "La Golosa entra al Moulin Rouge" - 1891

Immerso in quest'ambiente bohémienne, Lautrec comincia a produrre una quantità enorme di lavori, dando libero sfogo a tutta la sua creatività: cominciò a dipingere pregevoli ritratti di prostitute famose, di danzatrici, di alcolizzati e comune gente del popolo.

Importantissimo per la sua maturazione artistica fu l'incontro con l'arte giapponese, arrivata in Francia dopo un lungo viaggio sotto forma di cartoline e carte da gioco del periodo: le campiture piatte, il tratto marcato, l'assenza di prospettiva e una fortissima inclinazione alla bidimensionalità saranno per il giovane pittore dei richiami fortissimi, da cui trarrà ispirazione per tutte le sue opere.

Henri de Toulouse-Lautrec - Poster pubblicitario per May Milton - 1895 circa
Henri de Toulouse-Lautrec - Poster pubblicitario per May Milton - 1895 circa

Dal carattere gioviale e scherzoso, Lautrec divenne ben presto conosciutissimo a Montmartre, sia dai proprietari dei locali che dai loro avventori, con cui sovente s'intratteneva per tutta la notte, abbandonandosi in un'esistenza totalmente sopra le righe, dissoluta e dissolta.

I bordelli diventarono il suo luogo preferito, di cui è assiduo frequentatore: le prostitute, con cui a discapito del fisico deforme allaccerà diverse relazioni amorose, sono i soggetti che la sua mano disegna in maniera naturale, né abbellendo e né enfatizzando i corpi a volte sgraziati, a volte emaciati, a volte totalmente lontani dai modelli e dai canoni di bellezza occidentale a cui il cliente aspirava.

In questo, si può dire che il pittore francese sia stato un gentile e discreto fotografo del suo tempo: la sua mano veloce e le campiture piatte, eppure così vivide e vibranti, i contorni così sgrossati e spesso grezzi racchiudevano tutta la dissonanza di una città in cui fasti e miseria si confondevano e si sovrapponevano continuamente, dando vita ad un incredibile girandola di personaggi e situazioni di cui Lautrec sembrava essere mai sazio.

Henri de Toulouse-Lautrec

Il suo spirito innovatore e la sua esuberante verve non conoscevano limitazioni, anche quando c'era da sperimentare una nuova tecnica, un nuovo supporto, od addirittura un nuovo business, come ad esempio la nascente promozione pubblicitaria.

Lautrec fu uno dei primissimi artisti ad intuire tutte le potenzialità delle arti visive applicate alla nuova forma di comunicazione, e realizzò personalmente una trentina di manifesti (cartelloni) pubblicitari.

Il primo che realizzò fu per lo storico "Moulin Rouge", su commissione del direttore Charles Ziedler, per pubblicizzare l'arrivo di una nuova ballerina, Louise Weber detta "l'Ingorda".

Henri de Toulouse-Lautrec ed i suoi cartelloni

Considerato ai giorni nostri come uno dei primi grafici della storia, Lautrec applicò la sua concezione di arte al messaggio pubblicitario: colori sgargianti e linee definite, quasi fumettistiche, spesso abbozzate e con un fortissimo impatto d'immagine messo centralmente nel campo visivo, utile ad attirare l'attenzione dei consumatori al primo sguardo.

Il pittore forse non ne era a conoscenza, ma aveva ideato il 'visual', ovverosia la parte prettamente visiva di una pubblicità, determinante per catturare l'attenzione primaria del potenziale acquirente.

Lautrec curava anche personalmente le fasi di stampa tipografica: da sempre appassionato di litografia, durante il suo soggiorno parigino affinerà la sua tecnica e le sue conoscenze portandole ad altissimi livelli, arrivando a collaborare con le riviste Le Rire, il Courrier Français, Le Figaro Illustré, L'Escarmouche, L'Estampe et l'Affiche, L'Estampe Originale e la Revue Blanche.

Sebbene a digiuno di quel nozionismo e quelle tecniche di vendita che oggi noi potremmo includere nella parola 'marketing', Lautrec intuì immediatamente che il messaggio pubblicitario aveva ben poco tempo per essere efficace, e pertanto doveva obbligatoriamente giocare su immagini ad alto impatto cromatico per catturare l'attenzione della gente.

Henri de Toulouse-Lautrec - "Il giovane Routy" - 1883
Henri de Toulouse-Lautrec - "Il giovane Routy" - 1883

Lautrec rimase a Montmartre fino al 1899, anno in cui dovette essere ricoverato in una clinica per malattie mentali gestita dal dottor Sémelaigne a Neuilly.

Il suo fisico di salute precaria, flagellato dalla malformazione genetica unita ad una silifide mai curata, a soli 35 anni era ridotto in condizione disperata: una vita d'eccessi, in particolar modo di smodato consumo d'alcool, lo avevano fortemente provato, ed il suo carattere, da allegro, spiritoso ed affabile, era diventato paranoico e violento, addirittura gravato da violenti attacchi di delirium tremens.

Dimesso dopo qualche mese di degenza, Lautrec non riuscì comunque a riprendersi mai più, anzi, il suo livello d'alcolismo riprese ancora più feroce, a cui si aggiunse anche il consumo di oppio.

Henri de Toulouse-Lautrec - "Al Moulin Rouge" - 1892-1895
Henri de Toulouse-Lautrec - "Al Moulin Rouge" - 1892-1895

Nel 1900, il pittore fu colpito da un'improvvisa paralisi alle gambe, che i medici riuscirono a curare con l'elettroterapia, ma ormai l'artista si era avviato verso l'ultima parte della sua vita terrena.

Fece giusto in tempo a tornare brevemente a Parigi per mettere ordine al suo atelier e finire le opere incompiute, quando un colpo apoplettico lo allettò definitivamente.

Venne trasferito quindi al castello di famiglia a Malromé, dove si spense, a soli trentasei anni, nel settembre del 1901.

Toulouse-Lautrec: il genio della grafica

Henri de Toulouse-Lautrec

Il contributo dato da Toulouse-Lautrec alle arti visive è enorme: innovativo e dirompente non solo nella pittura, l'artista francese seppe essere uno dei primi 'grafici pubblicitari' della storia, dando il via ad un enorme settore che, in pochi decenni, diventò uno dei cardini dell'economia mondiale.

Visionario, irrefrenabile e dalla creatività dirompente, Lautrec seppe guardare ben oltre gli impressionisti, assurgendo al ruolo di un bislacco 'Caravaggio del XIX secolo', immerso totalmente nel popolo della Parigi del suo tempo.

L'amore per la grafica giapponese fu per l'artista una saetta che folgorò la sua già irriverente e scanzonata mano, facendogli prendere quella direzione cromaticamente piatta ed espressiva che caratterizzerà tutta la sua opera pittorica.

Henri de Toulouse-Lautrec - "Anglaise du Star" - 1892 circa
Henri de Toulouse-Lautrec - "Anglaise du Star" - 1892 circa

Perso nella vita dissoluta di Montmartre, Lautrec non perse mai però la dolce e gentile capacità di non sgraziare forme già sgraziate, e di non abbellire ciò che già era bello di suo; piuttosto, la sua pittura tendeva a riportare su tela un collage stupendo, graficamente ricostruito ad hoc, di quel punto aleatorio ed etereo dove il fasto si contrappone alla miseria (sia fisica che interiore).

C'è gioia nelle opere di Lautrec come c'è al contempo una profonda malinconia, inspiegabile, che attanaglia l'osservatore; una malinconia che però risulta irresistibile, attraente e affascinante, ovattata dai colori sgargianti e da tratti a volte veloci, a volte ragionati, a volte sgrossati.

Sono opere pulsanti di uno spirito di festa contrapposto ai postumi della sbornia, dove la ricostruzione visuale dei personaggi è volutamente teatrale, ed il punto di vista scelto è quasi sempre non quello migliore prospetticamente, ma quello più efficace per catturare l'attenzione.

Proprio questa forte tendenza al creare stupore per ottenere una reazione, tipica della pubblicità moderna, si coniugò splendidamente con le prime promozioni cartellonistiche del periodo: Lautrec inventò un genere poi divenuto standard, ovversia l'accoppiata 'visual - title', riscontrabile ancora nelle produzioni dei giorni nostri.

Sebbene di famiglia ricchissima, e quindi non costretto - come molti suoi colleghi contemporanei - a vendere necessariamente i suoi lavori per campare, Lautrec si comportò sempre, a livello artistico, come l'ultimo degli affamati: produceva incessantemente, così come incessantemente frequentava personaggi di ogni genere ed estrazione sociale, in una artificiale vita nottura che fu la vera fonte primaria di tutta la sua creatività.

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