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Le emorroidi patologiche

Le emorroidi patologiche: cause e sintomi
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Sanguinamenti dall’ano dopo ogni evacuazione, bruciore intenso e sensazione di fastidio, che spesso rendono la defecazione non più un regolare e soddisfacente atto quotidiano liberatorio, ma un autentico tormento.

Le emorroidi patologiche sono un problema per molte persone, ed affliggono l’umanità da sempre.

In grado di sconvolgere la qualità di vita di chi ne è afflitto, le emorroidi patologiche hanno da sempre causato imbarazzo nel paziente, spesso dettato dalla posizione anatomica dove la malattia colpisce, ritenuta (a torto) ‘non presentabile’ senza remore sociali.

Studiate sin dall’antichità, le emorroidi patologiche colpiscono veramente tanta gente in tutto il mondo, tanto da ipotizzare che, considerando come campione tutta l’umanità, circa il 50% ne è prima o poi afflitto durante il corso della vita.

Sebbene la medicina abbia da tempo chiarito la loro natura e le reali cause che le fanno insorgere, c’è ancora enorme confusione in merito, non aiutata da una martellante pubblicità di prodotti di ogni genere, spacciati come ‘rimedi indolore’ per la risoluzione della malattia.

Per scoprire di più sulla patologia emorroidale e confutare o meno i luoghi comuni che girano senza freni sull’Internet (ma non solo!), cosa c’è di meglio che chiedere ad un medico esperto e specializzato nella materia?

Ho chiesto dunque qualche informazione al Dott. Attilio Nicastro, Chirurgo Colonproctologo che da anni tratta e cura i problemi della regione retto-anale.

Praticamente tutti i problemi benigni del canale anale sono causati da un’alterazione della normale defecazione, e le emorroidi patologiche non fanno eccezione.

Il parere del medico: l'intervista al Dott. Attilio Nicastro

Le emorroidi patologiche: cause e sintomi

Dott. Nicastro, cosa sono esattamente le emorroidi?

"Le emorroidi sono dei plessi arterovenosi situati nella parte più interna del canale anale, presenti naturalmente sin dalla nascita.

Sono una specie di ‘cuscinetti’ che hanno il fondamentale scopo di irrorare di sangue tutta la zona anale.

Datosi che sono situate in profondità in un posto che, per ovvie ragioni anatomiche, non è possibile vedere direttamente, la loro presenza non è avvertita da nessuna persona sana."

Qual è la funzione principale delle emorroidi?

"Come detto, tutto il plesso emorroidale serve essenzialmente a far passare il sangue nella zona del canale anale, irrorandolo e garantendo quindi la corretta circolazione.

L’ano è una zona molto delicata del corpo umano: deve resistere a potenti pressioni intra-addominali, deve garantire il ‘serraggio’ degli sfinteri ma, al contempo, deve essere anche sufficientemente morbido ed elastico per far passare i materiali di scarto del nostro corpo, ovverosia le feci.

I suoi tessuti hanno quindi bisogno di un grande apporto vascolare, che le emorroidi provvedono a dispensare.

In minima parte, il plesso emorroidale contribuisce anche al mantenimento della continenza fecale."

Ma quindi è normale dire ‘ho le emorroidi’? Perché sa, quando si dice ‘ho le emorroidi’ generalmente si parla di cose brutte…

"Bisogna fare un chiaro distinguo tra emorroidi, ossia il naturale ed assolutamente fisiologico plesso emorroidale, e le ‘emorroidi patologiche’, ossia una situazione di malattia dello stesso.

Nel corso degli anni – anzi, dei secoli – s’è creata una spiacevole sineddoche tra ‘emorroidi’ e ‘patologia delle emorroidi’, ormai piuttosto radicata nel linguaggio comune.

Tale analogia automatica è sbagliata, ma purtroppo credo che ormai sia di difficile eradicazione.

Le emorroidi sane sono uno stato di normalità dell’organismo umano.

Viceversa, emorroidi con problemi, per esempio infiammazioni, infezioni od ingrossamenti abnormi, sono una patologia.

Solo in quel caso si parla di ‘patologia emorroidale’."

Parlare di ‘infezioni’ ed ‘infiammazioni’ di una zona tanto delicata del corpo umano in effetti sembra bruttarello… Ma quali e quante sono le cause che possono scatenare un fenomeno del genere?

"Molte.

Immagina una zona così piccola del corpo (il canale anale non è solitamente più grande di circa 1,5-3cm di lunghezza) in cui passa tantissimo sangue, perennemente sotto pressione.

Immagina anche lo sfregamento quotidiano causato dalle feci, che sono in larga misura batteri, e pensa allo sforzo applicato per espellerle.

In situazioni normali, ovverosia con feci morbide, regolari, unite ad un’età giovane e quindi tessuti ricchi di elasticità e collagene, ciò non causa problemi.

Ma immagina l’espulsione di feci dure, simili a sassi, magari unite ad un’età non più giovanissima e quindi con tessuti ormai molto più rigidi.

Basta poco per causare delle lacerazioni, delle irritazioni e delle deformazioni della struttura emorroidale.

Ci sono varie ipotesi delle cause che generano le emorroidi, ma la letteratura medica concorda sempre sull’origine meccanica, ovverosia l’indebolimento dei tessuti che circondano le emorroidi e l’iper-afflusso od il reflusso di sangue, dovuto a dati sforzi fisici.

E l’evacuazione di un paziente stitico, ad esempio, con i suoi continui sforzi per ‘tentare’ di espellere le feci, è un ottimo esempio di ciò."

Quindi, in buona sostanza, le emorroidi diventano patologiche perché invecchiamo e perché eseguiamo dieta o comportamenti fisici sbagliati?

"Sintetizzando, sì.

Considera che quasi tutte le patologie benigne dell’ano sono causate da problemi dell’evacuazione che si cronicizzano col tempo.

Anche la diarrea cronica può far insorgere le emorroidi, così come le costanti feci troppo acidificate, che irritano il tessuto anale.

Generalizzando, ogni problema ‘a monte’ che causa evacuazioni alterate e ogni attività fisica che aumenta troppo la pressione sul pavimento pelvico può far degenerare le emorroidi verso la condizione patologica."

Beh, considerando questo, allora le emorroidi patologiche dovrebbero essere una malattia estremamente diffusa tra la popolazione.

"E lo sono.
Sono infatti la seconda patologia più comune al mondo dopo, indovina un po’… La carie dentale."

Ahia. Ritengo che il dolore allora sia di certo non più lieve di quello di una carie, se tanto mi da tanto…

"A mio modo di vedere, ogni dolore è ‘vero’ e ‘reale’.

E questo vale per qualsiasi tipologia, indipendentemente dal grado di dolore percepito.

Sia che sia in atto un raffreddore oppure un braccio rotto, il dolore è sempre dolore.

Detto questo, le emorroidi patologiche possono divenire estremamente invalidanti, e compromettere pesantemente la qualità di vita del paziente."

Anche la diarrea cronica può far insorgere le emorroidi, così come le costanti feci troppo acidificate, che irritano il tessuto anale.

Il sintomo può frequente delle emorroidi patologiche è il noto sanguinamento anale dopo ogni evacuazione, con relativa irritazione e fastidio. Come mai?

"Il sanguinamento anale in caso di emorroidi patologiche è una conseguenza meccanica dello sfregamento delle feci sui tessuti emorroidali presenti nel canale anale.

I tessuti, molto vascolarizzati ed estrusi delle emorroidi, a contatto con le feci (specialmente quelle dure) si irritano e si lacerano.

Da qui il noto fenomeno del sanguinamento.

L’irritazione, la sensazione di fastidio e di bruciore è ovviamente conseguente alla lacerazione della mucosa anale, e al passaggio dei batteri sopra di essa."

La situazione emorroidale è spesso descritta non solo come irritante e sanguinante, ma a volte come vero e proprio dolore, molto intenso, direttamente dentro l’ano.
A cosa è dovuto ciò?

"In alcuni casi, la cattiva vascolarizzazione della zona dei plessi emorroidali può causare una stagnazione del sangue che può generare un trombo, ossia un’ostruzione alla normale circolazione sanguigna.

È una situazione molto dolente, che da luogo alla cosiddetta ‘crisi emorroidale’, ossia quella che noi intendiamo come un attacco acuto che causa parecchia sofferenza al paziente.

In questi casi, il dolore può essere talmente forte e prolungato che, oltre a presentarsi durante l’atto della defecazione, incide solitamente anche oltre, rendendo molto complicata la vita quotidiana del paziente."

E cosa si può fare in tali casi?

"Occorre ripristinare la regolare vascolarizzazione della zona emorroidale, agevolando il fisico ad eliminare la stagnazione sanguigna e quindi dissolvere il trombo.

Vanno quindi prescritti determinati farmaci di nota azione benefica sulla circolazione anale e, soprattutto, va modificata la dieta del paziente, assicurando l’espulsione di feci ben formate ma morbide.

Ciò può essere ottenuto con la corretta alimentazione, oltreché con nuovi ed efficaci farmaci in grado di ammorbidire con successo le feci."

Il sanguinamento anale in caso di emorroidi patologiche è una conseguenza meccanica dello sfregamento delle feci sui tessuti emorroidali presenti nel canale anale.

Come si presentano le emorroidi patologiche?

"Il loro aspetto e la loro consistenza varia a seconda del grado di infiammazione ed ingrossamento.

Quando l’infiammazione e la dilatazione è leggera, le emorroidi non si notano affatto, poiché rimangono dentro l’ano.

Quando invece il prolasso è accentuato e si è in presenza di un’irritazione diffusa, i cuscinetti emorroidali possono gonfiarsi di molto, apparendo protrusi dall’ano, di colore rosso vivo e spesso sanguinolenti."

Quindi la patologia emorroidale può variare molto da caso a caso, a seconda della gravità.

"Esattamente.

Canonicamente si distinguono quattro gradi, in ordine crescente dal più blando (con le emorroidi ancora in sede dentro l’ano), al più severo, con le emorroidi ormai cronicamente prolassate in fuori ed ormai non più riducibili."

Emorroidi divenute patologiche possono essere trattate con una cura farmacologica?

"A seconda del caso e della gravità, sì.

La terapia conservativa, associata alla modifica della dieta e all’uso di efficaci farmaci in grado di ammorbidire le feci e migliorare la circolazione sanguigna nell’area anale, possono dare eccellenti risultati in caso di emorroidi di primo e secondo grado."

E per le emorroidi patologiche che risultano invece di gravità più accentuata?

"Emorroidi patologiche cronicizzate, di terzo o quarto grado, ormai parzialmente o totalmente estruse necessitano di trattamento chirurgico.

Ne esistono di vario tipo e di varie tecniche, a seconda del grado di estrusione emorroidale e a seconda della preferenza del chirurgo in relazione allo stato effettivo del paziente.

Ogni intervento chirurgico deve però avere come obiettivo il ripristino anatomico e funzionale dell’ano, evitando inutili dolori al paziente e permettendogli la ripresa rapida delle attività e della vita quotidiana."

Anche nel caso di una dieta equilibrata e di una corretta attività fisica che non preveda sforzi eccessivi, non è possibile prevenire completamente il rischio, che aumenta all’aumentare dell’età, di un prolasso emorroidale.

Cos’è la chirurgia mini invasiva per il trattamento delle emorroidi?

"Per ‘chirurgia mini invasiva’ s’intendono tutte le tecniche chirurgiche che possono essere effettuate localmente, con un livello di invasività per il paziente molto contenuto.

Mirano sempre a stabilizzare una specifica parte dell’ano, e solitamente sono utilizzate nei casi più lievi di emorroidi patologiche.

Hanno il vantaggio di non essere percepite come invasive per il paziente (molte possono essere praticate anche a livello ambulatoriale), di non essere dolorose (o, al massimo, di provocare solo blanda sensazione di fastidio, che comunque si risolve in pochi giorni) e di poter trattare efficacemente una grande varietà di estrusioni emorroidali.

Di contro, non possono però essere utilizzate nei casi più severi di prolasso emorroidale, e la loro durata nel tempo è a volte incerta: non essendo metodologie chirurgiche che mirano a risolvere alla base il problema (l’eccesso di pressione e l’iper-vascolarizzazione su tutte), possono dar luogo a recidive."

Cos’è la chirurgia radicale invece?

"La chirurgia radicale, al contrario di quella mini invasiva e come il nome del resto lascia ben intuire, mira a risolvere alla base il problema delle emorroidi patologiche, intervenendo direttamente sulla loro escissione rispettando i restanti tessuti del canale anale.

Sono procedure indicate per il trattamento di emorroidi avanzate e cronicizzate di terzo o quarto grado, anche correlate a prolasso mucoso del retto oppure anche a ragade anale persistente.

Sono tecniche che prevedono un intervento in sedazione, e devono garantire sempre risultati certi, duraturi nel tempo (definitivi) e soprattutto col minimo disagio post-operatorio per il paziente.

Attualmente esistono diverse tecniche chirurgiche radicali in grado di assicurare pochissimo o nullo dolore post-operatorio, permettendo al paziente di tornare all’attività quotidiana in poco tempo, con brevissima ospedalizzazione.

Nelle tecniche radicali il chirurgo può optare, a sua discrezione ed in accordo con lo stato del paziente, per un’escissione radicale delle emorroidi oppure la riduzione del prolasso ed il riposizionamento del plesso emorroidale.

In entrambi i casi, il rispetto degli sfinteri e l’assenza di recidive devono essere sempre garantiti."

È possibile prevenire le emorroidi?

"Non completamente.

Il prolasso emorroidale è dipendente sia da cause esterne (dieta, attività fisica, lavori usuranti, ecc.) che da cause congenite, principalmente l’invecchiamento con la conseguente perdita di collagene e l’aumento della pressione intra-addominale.

Anche nel caso di una dieta equilibrata e di una corretta attività fisica che non preveda sforzi eccessivi, non è possibile prevenire completamente il rischio, che aumenta all’aumentare dell’età, di un prolasso emorroidale.

Tuttavia, è di certo scientificamente approvato – e da molti anni – che è possibile diminuire il rischio di sviluppare emorroidi patologiche seguendo semplici avvertimenti e comportamenti alimentari."

Del tipo?

"Evitare l’abuso di bevande alcoliche, cibi piccanti, speziati od insaccati, dando importanza all’assunzione quotidiana di fibre e, soprattutto, di un’idratazione costante (specie nei periodi estivi).

La norma sarebbe bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, badando bene a diluire l’assunzione durante tutta la giornata e anche durante i pasti principali.

Tutto ciò per assicurare sempre una corretta regolarità intestinale, con l’espulsione di feci morbide.
Importante è anche la normale e regolare attività fisica, evitando lunghi periodi in bicicletta, moto o a cavallo."

Dottore, ha ‘battuto il ferro’ più volte sull’importanza di mantenere una regolare attività intestinale, soprattutto assicurando l’espulsione di feci morbide. C’è una correlazione tra feci troppo dure e stitichezza con l’insorgenza della patologia emorroidale?

"Assolutamente sì.

Praticamente tutti i problemi benigni del canale anale sono causati da un’alterazione della normale defecazione, e le emorroidi patologiche non fanno eccezione.

La stipsi, o stitichezza, causa il ristagno nell’intestino delle feci per lunghi periodi, provocando la nota costipazione, ovverosia l’assenza di stimolo nell’andare al bagno.

Datosi che una delle funzioni principali del colon è l’assorbimento dei liquidi (e non del nutrimento), va da sé che più le feci rimangono dentro all’intestino e più si disidratano, divenendo quindi dure e secche.

Feci dure sono difficili da espellere per chiunque, rendendo l’operazione complicata, dolorosa e, soprattutto, in grado di aumentare significativamente la pressione intra-addominale.

Altresì, feci dure possono lacerare le pareti della mucosa ano-rettale, andando quindi a creare situazioni di infiammazione ed infezione.

Tutte cose che, alla lunga, possono far insorgere la patologia emorroidale.

Per questo è di fondamentale importanza che le feci siano sempre tenute morbide, di facile espulsione."

Molti casi patologici non richiedono un intervento chirurgico, e possono essere risolti con successo con un adeguato percorso terapeutico.

Dottore, da vecchio pubblicitario molto smaliziato, sa che penso? Che c’è un motivo preciso per cui una certa pubblicità martella incessantemente con ‘cure miracolose’ e ‘rimedi’ di ogni tipo per risolvere le emorroidi patologiche: perché è una condizione molto comune tra la gente.

"Esatto.

Si calcola che almeno una persona su due, in tutto il mondo, in un certo momento della propria vita ne sia affetta.

La percentuale aumenta considerevolmente se si prende in considerazione la fascia d’età over 50 del campione di riferimento.

E questo per i già specificati motivi di degrado della qualità del collagene dei tessuti umani."

Dott. Nicastro, so che, anche essendo un Chirurgo, lei non è necessariamente sempre ‘interventista’ per ogni situazione emorroidale, specie nei pazienti di giovane età.

"No, non lo sono affatto.

Ritengo che la chirurgia debba intervenire esclusivamente quando la terapia farmacologica e la modifica degli stili di vita sbagliati (vedasi la dieta) non siano sufficienti a ripristinare una corretta funzionalità anale, in assenza cioè di dolore e fastidi causati dalle emorroidi.

Molti casi patologici non richiedono un intervento chirurgico, e possono essere risolti con successo con un adeguato percorso terapeutico.

Qualsiasi intervento su pazienti di giovane età, dove ancora i tessuti sono ricchi di collagene e straordinariamente elastici, deve altresì essere accuratamente valutato.

Purtroppo, ho visto personalmente casi di giovani letteralmente rovinati da interventi che, a mio modo di vedere, non erano necessari.

Solitamente nella vita solo gli stupidi non cambiano idea, ma la mia volontà e convinzione su questo punto direi che può essere data per certa."

Il Dott. Attilio Nicastro è un chirurgo colonproctologo specializzato nel trattamento delle patologie del colon, del retto e dell’ano.

Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale.

Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.

Il Dott. Attilio Nicastro opera come primario nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma e come Responsabile dell'Unità Operativa di Colonproctologia al Marrelli Hospital di Crotone.

Riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Latina, Lecce, Lamezia Terme, Crotone.

Per maggiori informazioni su tutte le attività di studio e ricerca del Dott. Attilio Nicastro, potete visionare i suoi siti web attilionicastro.it e colonproctologia.info oppure collegarvi alla sua pagina personale Facebook seguendo questo indirizzo.

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