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Bianco, rosso e Verdone

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Lingua originale: italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 1981
Durata: 109 min
Genere: commedia
Regia: Carlo Verdone
Soggetto: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone
Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone
Produttore: Sergio Leone
Casa di produzione: Medusa Distribuzione
Distribuzione per l'Italia: Medusa Distribuzione
Fotografia: Luciano Tovoli
Montaggio: Nino Baragli
Musiche: Ennio Morricone
Scenografia: Carlo Simi

Interpreti e personaggi

Carlo Verdone: Pasquale Ametrano, Furio Zoccano, Mimmo
Elena Fabrizi: Teresa
Mario Brega: "er Principe"
Angelo Infanti: Raoul
Irina Sanpiter: Magda Ghiglioni
Milena Vukotic: prostituta
Elisabeth Wiener: la moglie di Pasquale
Andrea Aureli: lo zio di Mimmo
Vittorio Zarfati: il proprietario dell'albergo
Giovanni Brusatori: il medico
Giuseppe Pezzulli: Anton Giulio, figlio di Furio

Doppiatori originali

Solvejg D'Assunta: Magda Ghiglioni

Ametrano, e rifatti la foto che sei peggiorato!

Trama

Italia, una torrida estate d'inizio anni '80, a ridosso delle elezioni politiche nazionali.
S'incrociano le strade di tre personaggi, di estrazione sociale totalmente differente l'un con l'altro, ma tutti uniti dalla voglia di essere parte attiva della cittadinanza, esercitando il diritto di voto.
Pasquale Ametrano (Carlo Verdone) è uno dei tanti meridionali emigrati in Germania, dove s'è sposato con una bionda e giunonica donna del luogo, che lo bombarda di salsicce e latte a colazione.

Bianco, rosso e Verdone
Nonna Teresa, interpretata da Elena Fabrizi

Sempliciotto e di ben poche parole, Pasquale è intenzionato a tornare al suo paese d'origine, ovverosia Matera, partendo con la sua non proprio poco appariscente Alfasud rossa.
Nel viaggio per la penisola gli capiteranno una serie impressionante di incidenti e furti, che lo porteranno ad arrivare al seggio elettorale totalmente stremato e con la macchina ormai da rottamare.

Bianco, rosso e Verdone
Mimmo

Stanco per tutte le vicissitudini successe, aprirà finalmente bocca, per lasciare uscire tutto il suo sfogo in un dialetto incomprensibile per chiunque, in cui si evince chiaramente solo un sonoro invito al seggio elettorale (e all'Italia in generale) ad indirizzarsi in quella parte poco nobile del corpo umano laddove il sole tace.

Questo non è un mestiere, è 'na galera!

Furio Zòccano (Carlo Verdone) è un nevrotico, logorroico e pedante avvocato romano da tempo trapiantato a Torino, sposato con la povera moglie Madga e con due figlioli, Anton Luca ed Anton Giulio.

Fissato con un'ingiustificata precisione e pignoleria, per davvero ai limiti del comportamento ossessivo-conpulsivo-maniacale, Furio partirà con tutta la famiglia verso Roma, anche lui per espletare i suoi doveri di cittadino modello.

Bianco, rosso e Verdone
Furio Zoccaro durante la sua famosa telefonata all'ACI

Durante tutto il viaggio però accumulerà una serie pazzesca di pedanti pignolerie che porteranno all'esasperazione completa la già provata Madga che, arrivata a Roma, deciderà di cedere alle avanches dell'attraente e molto meno pedante Raoul (Angelo Infanti), un bell'uomo tenebroso che avrà seguito la donna per tutto il suo viaggio disperato accanto dell'insopportabile marito.

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Ecco! Tanti auguri, e in bocca al vibrione, che te devo di'?

Mimmo (Carlo Verdone) è invece un ingenuo e bonaccione ragazzo romano, che i parenti hanno obbligato ad andare a prelevare la nonna Teresa (Elena Fabrizi) dalla sua consueta vacanza estiva a Verona dalla figlia (la zia di Mimmo), affinché possa tornare a Roma per 'votare comunista'.

Bianco, rosso e Verdone
Pasquale Ametrano e la sua moglie tedesca

A dispetto dell'età avanzata, nonna Teresa si rivelerà una bella peperina ben poco disposta a seguire la rigida dieta e le mille imposizioni che Mimmo vorrebbe seguisse, ed il viaggio si tramuterà così in un perenne litigare del ragazzo con l'anziana donna.

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Bianco, rosso e Verdone
Lo sfogo finale di Pasquale Ametrano

Dopo aver conosciuto, suo malgrado, il camionista chiamato 'er Principe' (Mario Brega) gentile ma ricercato dalla polizia per aver partecipato un pauroso incidente stradale (con vittima proprio Furio Zoccaro) e dopo anche aver provato per la prima volta le avanches di una prostituta, il goffo e candido Mimmo riuscirà alfine a portare la nonna al seggio elettorale, ma il finale si rivelerà drammatico: nonna Teresa infatti morirà proprio nella cabina di voto, tra le lacrime del nipote e tra l'indifferenza totale della commissione, impegnata più che a prestare le dovute onoranze alla donna a discutere della validità o meno della sua scheda elettorale.

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La gente bianca, rossa e verdona

Pasquale Ametrano
Pasquale Ametrano

Taciturno e goffo emigrato meridionale di Matera, espatriato in Germania dove ha sposato una giunonica donna tedesca.
Di marcata fede Juventina ed insofferente al cibo teutonico, deciderà di sfruttare la tornata elettorale per prendersi una vacanza solitaria in Italia, tornando alla sua città per votare.
Partito con un'appariscente e pacchiana Alfasud rossa, durante il tragitto subirà ogni genere di furto, arrivando a Matera con la macchina totalmente distrutta.
Esasperato, romperà il suo proverbiale mutismo e si sfogherà contro la commissione del seggio elettorale in un dialetto incomprensibile, a parte l'ultimo, ben chiaro e decisamente colorito invito.

Furio Zòccano
Furio Zòccano

Paranoico e maniaco-compulsivo avvocato romano da tempo trapiantato a Torino, che da anni tormenta con le sue manie e pignolerie esasperanti la povera moglie Magda.
Anche lui prenderà in pretesto la tornata elettorale per portare tutta la sua famiglia a Roma, ma durante il viaggio sua moglie, per davvero esausta di un tale logorroico marito, conoscerà il bel giramondo Raul, con cui deciderà di scappare, lasciando i figlioli Anton Luca ed Anton Giulio al padre.

Mimmo
Mimmo

Ragazzotto romano ingenuo ed infantile, forzato dagli zii a prendere la nonna in vacanza a Verona e portarla a Roma per votare.
Durante tutto il viaggio si dimostrerà ben più che premuroso con l'arzilla vecchietta, che cercherà sempre di sfuggire ai suoi ossessivi controlli (specie alimentari).
La sua avventura con la simpatica nonnina purtroppo finirà in maniera tragica: l'anziana donna morirà proprio nella cabina elettorale, lasciando il nipote disperato ed in lacrime.

Nonna Teresa
Nonna Teresa

L'arzilla nonna di Mimmo, in vacanza a Verona dalla figlia ma desiderosa di tornare a Roma per 'votare i comunisti' e fare così uno sfregio al poco apprezzato genero, militare.
Benché anziana, si rivelerà fin troppo piena d'energie, tanto che renderà il viaggio abbastanza movimentato all'ingenuo nipote, a cui comunque vuole un bene dell'anima.
Purtroppo per lei la fine del suo viaggio coinciderà anche con la sua fine terrena: morirà infatti dentro la cabina elettorale, tra l'indifferenza della commissione e le lacrime del nipote.

Er Principe
Er Principe

Corpulento e verace camionista romano che aiuterà Mimmo a fare l'iniezione di un medicamento a nonna Teresa.
Sebbene robusto e grosso, si rivelerà avere una mano di velluto eccezionale, non facendo sentire alla nonnina alcun fastidio.
Verrà coinvolto dallo stupido Furio in un pauroso incidente in una galleria e, spaventato, deciderà di abbandonare il camion, trovando rifugio proprio nella macchina di Mimmo e nonna Teresa.
Per la codardia e la paura del ragazzo però, verrà scoperto ed arrestato.

Sviluppo e produzione

Bianco, rosso e Verdone

Dopo il grandissimo successo di "Un sacco bello", Carlo Verdone torna alla regia riproponendo l'ennesima carrellata dei suoi fantastici personaggi, di nuovo sotto la supervisione di Sergio Leone.

Il film è un irresistibile 'road movie' divertente, cinico e a tratti estremamente malinconico, la cua gestazione fu particolarmente difficoltosa per Verdone: il regista romano temeva di poter risultare ripetitivo, e per questo l'OK definitivo venne dato dopo un lungo pensare a come rendere la pellicola non una semplice continuazione di quella precedente.

Elena Fabrizi, la famosa ed amata Sora Lella, venne scritturata nonostante le forti perpressità di Sergio Leone, non per motivi artistici ma di salute: la donna era infatti affetta da una grave forma di diabete, e soventi erano i suoi ricoveri all'ospedale Fatebenefratelli sull'isola Tiberina.

Tra i comprimari azzeccatissimi torna anche Mario Brega, con un ruolo marginale ma destinato a diventare uno dei più amati dal pubblico, ovverosia quello del camionista 'Principe'.

Per un ritardo di Sergio Leone, il film fu girato in autunno, anche se l'ambientazione era estiva: ciò causò molti problemi poiché le riprese esterne nel nord Italia erano ostacolate dal freddo, cosa non congeniale considerando che molti personaggi erano giocoforza vestiti molto leggeri.

Sergio Leone fu altresì titubante sul personaggio di Furio Zòccaro, che considerava geniale ma dannatamente antipatico e ben poco gradevole al pubblico.

Per fugarsi ogni dubbio, il regista organizzò una proiezione privata prima della distribuzione, alla quale parteciparono Alberto Sordi, Monica Vitti e, forse per meri motivi di fede calcistica, il giocatore brasiliano all'epoca in forza all'A.S. Roma, Paulo Roberto Falcão.

Incredibilmente, la Vitti e Sordi gradirono in particolar modo proprio il personaggio di Furio, sciogliendo così da ogni riserva Sergio Leone.

Richiami e marchio di fabbrica

Bianco, rosso e Verdone

Il film è solo apparentemente una continuazione di "Un sacco bello", che tanto successo aveva ricevuto l'anno precedente: in realtà, "Bianco, rosso e Verdone" è la prima opera del regista romano a richiamare tutti i temi a lui cari, che lo consacreranno come uno degli artisti più amati del suo periodo.

Il cinismo sociale è qui mascherato dalla goliardia e dalla risata, ma è drammaticamente presente soprattutto nella totale indifferenza che gli italiani riservano a loro stessi, alla loro società: l'episodio finale della morte di nonna Teresa, che quasi passa inosservata di fronte al dilemma della scheda elettorale valida o meno, è lo specchio perfetto dell'Italia valida negli anni '80 e pure oggigiorno, dove alla sostanza si preferisce sempre e comunque la forma, anche se essa è marcia e palesemente ridicola.

"Bianco, rosso e Verdone" fa però ridere, e tanto: è un riso strozzato però, smorzato da una patetica rassegnazione.

Un capolavoro poco dolce e molto amaro, in cui il regista romano supera la sua opera prima, pur mantenendo fondamentalmente intatta la struttura ad episodi non lineari.

Accoglienza

Bianco, rosso e Verdone

Uscito nelle sale Italiane il 20 febbraio 1981, il film bissò il successo del suo predecessore, anzi guadagnando al botteghino ancora di più.

È considerato una delle pietre miliari degli anni '80 e di tutta la cinematografia italiana, e negli anni è diventato ancora più popolare grazie ai ripetuti e continui passaggi in TV.

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