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Ushio e Tora

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"Ushio e Tora" (うしおととら Ushio to Tora) è l'opera più famosa del mangaka Kazuhiro Fujita, pubblicata per la prima volta dalla casa editrice Shogakukan nel 1990, e che si compone di 33 volumi, l'ultimo dei quali è stato pubblicato nel 1996.
Sebbene sia un'opera d'azione tipicamente shonen, indaga in maniera molto approfondita nel mondo del paranormale - specificatamente, della cultura giapponese - con una pregevolissima caratterizzazione dei personaggi, non solo quelli principali ma anche quelli secondari.

Anche se è decisamente violenta - a tratti, anche splatter, c'è una certa poesia di fondo che accompagna il manga fino alla fine, e la superba sceneggiatura dell'autore l'ha fatta divenire molto popolare durante gli anni '90, anche in Italia.
In questa pagina troverete la storia con le schede tecniche dei personaggi principali.
Buona lettura!

Vieni, lancia!

La maschera bianca del terrore

La Maschera Bianca s'incarna nel corpo del piccolo Shagaksha, uccidendo tutti quelli a lui vicino
La Maschera Bianca s'incarna nel corpo del piccolo Shagaksha, uccidendo tutti quelli a lui vicino

Più di 2000 anni or sono, in un villaggio dell'India (Tianzhu, nel nome arcaico) nacque un bambino che chiamarono Shagakusha.
Il piccolo venne al mondo sotto un brutto presagio, in concomitanza con la discesa di una stella cadente - per meglio dire di una vera e propria meteorite - che colpì proprio la capanna dov'era nato il piccino, miracolosamente intatto al contrario della gente attorno a lui, che morì carbonizzata.
Questo fatto mise in allarme la gente, che bollò subito il bambino come maledetto.
Crescendo quindi isolato e schifato dalla comunità, Shagakusha cominciò a provare odio per tutti, diventando in breve un reietto: molto violento, per sopravviere fu costretto a rubare, peggiorando così il suo già problematico carattere.
Più provava odio per quella gente che mai l'aveva amato od anche solo considerato, e più la sua spalla cominciava a pulsare sempre di più.

Divenuto adulto, la sua rabbia e la sua vita di privazioni ne fecero un feroce e violento soldato, che provava odio indistinto sia per nemici che per i compagni.
Al contrario di quando era un reietto, però, ora che la sua violenza era messa al servizio del suo paese, la gente cominciava a rispettarlo ed acclamarlo come eroe, ma questo non lo faceva stare meglio, anzi: peggiorava la sua rabbia verso un popolo meschino, che ora lo idolatrava per via della sua forza, mentre in passato l'aveva miseramente emarginato.

La spalla di Shagaksha, nella quale la Maschera Bianca aspetta d'uscire
La spalla di Shagakusha, nella quale la Maschera Bianca aspetta d'uscire

I nobili lo trattavano con disprezzo, ma dovevano comunque trattarlo bene: era l'eroe della nazione, il più grande e valoroso guerriero, che aveva salvato il paese innumerevoli volte.
Ogni volta che Shagakusha veniva trattato con sufficienza dagli stessi nobili che a lui dovevano la loro ricchezza e protezione, la sua spalla pulsava sempre di più.
L'eroe invincibile non si fidava di nessuno e per tutti provava odio, ma c'era però qualcuno che a lui s'ispirava e verso cui riversava tutta la sua ammirazione: Rahma, il suo giovane attendente.
Grazie a lui e alla gentilezza della sorella, Shagakusha provò per la prima volta il calore dell'affetto umano, facendo spazio nel suo volto per un primo, stentato sorriso.
Purtroppo però, un nemico molto potente dichiarò guerra al paese, e Shagakusha, sapendo dell'imminente attacco, pensò solamente a mettere in salvo Rahma e sua sorella: degli altri non gli importava, voleva salvare le uniche due sole persone che l'avevano trattato da essere umano.

Shagaksha tenta di proteggere la sorella di Rahma
Shagaksha tenta di proteggere la sorella di Rahma

Fu però un tentativo inutile: il nemico lo prese d'assalto, e lo trafisse di frecce proprio mentre cercava di mettere in sicurezza la sorella di Rahma, che finì colpita in pieno da un dardo.
Preso dal grande dolore, Shagakusha massacrò tutta la guarnigione responsabile dell'attacco, e quando il suo odio raggiunse il massimo livello, dalla sua spalla, che stava pulsando come non mai, uscì improvvisamente un orribile mostro a nove code, chiamato Hakumen no Mono.

La Maschera Bianca esce dal corpo di Shagakusha
La Maschera Bianca esce dal corpo di Shagaksha

Il micidiale mostro, potente oltre ogni dire, s'era incarnato nel corpo di Shagakusha al momento della sua nascita: fu proprio lui la stella cometa che massacrò, al suo arrivo, tutta la famiglia del piccino.
Cresciuto nel suo corpo nutrendosi del suo odio, al punto estremo di sofferenza dell'uomo la sua maturazione era completata: ora Hakumen non era più un semplice e malvagio spirito, ma aveva anche un devastante corpo, con cui poteva essere libero di uccidere, massacrare e compiere ogni genere di nefandezza, solamente per il puro gusto di farlo, datosi che le sofferenze umane erano per lui una fonte estrema di gioia.

La Maschera Bianca
La Maschera Bianca

Cominciò quindi la sua mattanza, iniziando proprio dal paese di Shagakusha, che diede completamente alle fiamme.
Ancora sconvolto dall'accaduto, il grande guerriero fece appena in tempo a trovare Rahma agonizzante, mortalmente ferito dall'attacco di Hakumen, che spirò tra le sue braccia.
La sofferenza per Shagakusha non era comunque finita: datosi che Hakumen era nato dal suo corpo, anche lui era divenuto immortale, non potendosi così neppure uccidere.
Shagakusha giurò di vendicarsi con tutti i mezzi del mostro, che nel frattempo se ne andò in giro per il mondo a creare altre tragedie.

La Maschera Bianca distrugge il paese di Shagaksha
La Maschera Bianca distrugge il paese di Shagaksha

La sua furia distruttrice e la sua gioia nel trucidare tutte le forme di vita non si limitarono solo agli esseri umani: Hakumen provava felicità anche nel massacrare gli altri mostri suoi simili.
Il terrore causato dalle sue azioni e l'impossibilità di fermare tale perfida calamità, dall'aspetto di una maligna volpe dalle nove code, gli fecero guadagnare il soprannome di Maschera Bianca.

La Lancia della Bestia

La Maschera Bianca sotto le mentite spoglie della favorita del re
La Maschera Bianca sotto le mentite spoglie della favorita del re

Tempo dopo la sua nascita, la Maschera Bianca decise di andare a portare terrore e morte in Cina, dopo aver già distrutto la dinastia Shuu.
Preso dal terrore di ritrovarsi il mostro davanti, il re decise di indire un bando tra la popolazione: chi avrebbe forgiato un'arma in grado di distruggere la Maschera Bianca, sarebbe stato coperto di ricchezze ed altri onori.

Il tremendo sguardo della Maschera Bianca, mascherata da donna umana
Il tremendo sguardo della Maschera Bianca, mascherata da donna umana

All'appello rispose un abile armaiolo, Tou, che con suo figlio Giryou fabbricò una lama di ottima fattura, idealmente in grado di abbattere qualsiasi mostro.
Purtroppo, proprio nel giorno dell'audizione di tutti gli armaioli del paese, pronti a mostrare al re le loro armi migliori, la Maschera Bianca uscì allo scoperto, squartando tutti i presenti nel grande palazzo reale ed uccidendo anche Tou e sua moglie, lasciando nella disperazione Giryou e sua sorella, la bella e gentile Jie Mei.

La Maschera Bianca massacra il re e tutta la sua corte
La Maschera Bianca massacra il re e tutta la sua corte

Proprio Jie Mei, vedendo il fratello impazzire di dolore per l'accaduto, decise il gesto estremo di buttarsi nella fornace dell'acciaio, per permettere così a Giryou di fabbricare un indistruttibile metallo magico, tramite una tecnica di forgiatura oscura e macabra, e creare così la lama perfetta in grado d'abbattere la Maschera Bianca.

La Maschera Bianca uccide il maestro armaiolo Tou
La Maschera Bianca uccide il maestro armaiolo Tou

Reso pazzo dal dolore della perdita di tutta la famiglia, Giryou cominciò a forgiare la lama usando il crogiolo dove la sorella s'era tolta la vita; versando lacrime di sangue, il suo dolore e la sua rabbia gli fecero trascendere la propria umanità, e pian piano il suo stesso corpo si trasformò nella staffa di una lancia, andandosi a fondere con l'anima della sorella rinchiusa nella lama.

Il sacrifico di Jie Mei
Il sacrifico di Jie Mei

Era nata un'arma potentissima, in grado d'abbattere qualsiasi mostro: la Lancia della Bestia.
La lancia si mise subito in cerca della Maschera Bianca, guidata dall'inarrestabile odio verso il mostro: ovunque andasse, la sua furia e la sua ira s'abbattevano senza pietà su qualsiasi mostro - anche estraneo alle nefandezze della Maschera Bianca, squartando qualsiasi essere soprannaturale che incrontrava sul suo cammino.

Gyriou divenuto un demone
Gyriou divenuto un demone

La sua furia era veramente senza limiti, ed il suo potere incontrastabile: la lancia era talmente potente che anche la Maschera Bianca ne ebbe paura (per la prima volta nella sua esistenza), una volta che si scontrò con lei.

La nascita della Lancia della Bestia
La nascita della Lancia della Bestia

Ad un passo dall'essere sterminati tutti per via della scatenata lancia, i mostri della Cina idearono un sofisticato piano per catturarla, arrivando a sacrificarsi a migliaia per tessere dei drappi rossi - fatti con i loro stessi corpi - ed intrappolare così la tremenda arma su un'altura impervia, impedendogli di creare più il panico.

L'anima di Jie Mei, intrappolata nella Lancia della Bestia
L'anima di Jie Mei, intrappolata nella Lancia della Bestia

La Lancia della Bestia rimase così intrappolata in un picco montuoso cinese per molti secoli, fino a che un uomo carico di odio e vendetta chiamato Shagakusha non riuscì a prenderla e liberarla dalla sua prigionia, proseguendo la sua caccia alla Maschera Bianca.
Anche se estremamente potente ed in grado di abbattere anche il più potente dei mostri con un singolo colpo, la lancia però aveva un grande scotto da pagare: a poco a poco, consumava l'anima umana di chi la brandiva, trasformandolo lentamente in un mostro.

La Lancia della Bestia imprigionata in Cina
La Lancia della Bestia imprigionata in Cina

Shagakusha, lo sfortunato guerriero che già era colmo di odio per ciò che gli era capitato, fu la prima vittima della lancia: dopo averla usata per la sua caccia alla Maschera Bianca, il suo spirito fu totalmente divorato dall'arma, e divenne quindi un potente mostro (un Azafuse), che in seguito sarà conosciuto col nome di Nagatobimaru (Saltalungo).

Shagaksha riesce ad impossessarsi della Lancia della Bestia
Shagaksha riesce ad impossessarsi della Lancia della Bestia

Saltalungo diventerà un mostro di rara ferocia, di forza seconda solo a quella della Maschera Bianca, e per secoli sarà uno dei demoni più temuti di tutto il Giappone, fino a che non venne a scontrarsi con un misterioso guerriero, che lo inchiodò ad una roccia usando proprio la Lancia della Bestia.

La fuga della Maschera Bianca

Shagaksha, ormai consumato dal potere della lancia, sta per trasformarsi in mostro
Shagaksha, ormai consumato dal potere della lancia, sta per trasformarsi in mostro

All'inizio del primo millennio dopo Cristo, la Maschera Bianca riuscì ad arrivare in Giappone, dopo aver distrutto svariati regni dell'India e della Cina.
Cominciò anche qui a spargere il terrore tra gli uomini ed anche tra gli altri mostri, squartando e trucidando indistintamente umani e demoni.

Esasperati dalle sue scorribande, gli uomini ed i mostri del Giappone strinsero alleanza, e mossero tutti insieme guerra al feroce demone dalle nove code: nell'anno 1160 cominciò quindi una grande e sanguinosa battaglia, che vide alfine la Maschera Bianca rovinare nella fuga, avendo perso moltissima energia negli scontri.

Il ghigno beffardo della Maschera Bianca
Il ghigno beffardo della Maschera Bianca

Il feroce mostro si nascose così nelle profondità marine, scegliendo come luogo in cui annidarsi non di meno che la colonna portante dell'arcipelago del Giappone: una mossa astuta, considerando che anche la più piccola crepa nella struttura avrebbe causato il collasso di tutte le isole del paese.
Per evitare che qualche mostro comunque provasse ad attaccare la Maschera Bianca - provocando quindi l'inabissamento del Giappone, lo spirito di Jie Mei reincarnato in Yuki eresse una barriera impenetrabile attorno al mostro, aspettando per secoli che qualcuno tornasse ad impugnare la Lancia della Bestia per sconfiggerlo defintivamente.

Ushio e Tora

Ushio Aotsuki e la Lancia della Bestia
Ushio Aotsuki e la Lancia della Bestia

Nel Giappone di inizio anni '90 del 1900, un ragazzino sedicenne chiamato Ushio Aotsuki, figlio del monaco Shigure Aotsuki, trova nella cantina del tempio che gestisce il padre un mostro impalato da una lancia: il demone è Saltalungo, e la lancia che lo trafigge da 500 anni, impedendogli di scappare, è la Lancia della Bestia.
Abbastanza ingenuamente, Ushio libera Saltalungo, che per tutta cortesia tenta di mangiarselo: ma il mostro non ha fatto i conti con la Lancia della Bestia, che riconosce in Ushio il suo nuovo padrone, dandogli quindi la forza e l'agilità di un antico guerriero leggendario.

Ushio libera Saltalungo dalla sua prigionia
Ushio libera Saltalungo dalla sua prigionia

Impossibilitato ad imprigionare nuovamente il mostro, Ushio decide di tenerlo sott'occhio, chiamandolo col nome di Tora (tigre, in giapponese), vista la sua somiglianza estetica con il grande felino.
Comincerà così una strampalata collaborazione tra il mostro ed il ragazzo, dapprima basata sul terrore che Tora ha della lancia ammazza-demoni, e poi sul senso d'amicizia che i due finiranno per provare l'uno per l'altro.

Ushio trasformato in un valoroso guerriero dai poteri della Lancia della Bestia
Ushio trasformato in un valoroso guerriero dai poteri della Lancia della Bestia

Tora accompagnerà Ushio nel suo viaggio alla ricerca della mamma, andata via di casa quando lui era ancora piccolissimo, che lo porterà a scontrarsi con decine di mostri, e che gli rivelerà anche la verità sulla sua famiglia: la sua giovanissima madre, Sumako Aotsuki, è stata scelta da Jie Mei come terza protettrice della barriera attorno alla Maschera Bianca, e per questo è odiata da tutti i mostri, che la credono una traditrice della loro alleanza.

Durante il suo peregrinare per quasi tutto il Giappone, Ushio grazie al suo buono e generoso carattere si farà molti amici, non solo umani ma anche tra i mostri, che in lui vedranno la speranza per sconfiggere definitivamente la Maschera Bianca.
Sconfitta che alla fine arriverà, anche se dopo una cruenta e terribile battaglia, che vedrà muovere contro il crudele demone tutto l'esercito dei mostri del Giappone unito alle forze di auto difesa giapponesi.

Ushio e Tora nel combattimento finale contro la Maschera Bianca
Ushio e Tora nel combattimento finale contro la Maschera Bianca

Solo grazie all'attacco combinato di Ushio e Tora, lo spietato demonio bianco dalle nove code finalmente verrà ucciso, liberando il mondo da uno dei più malvagi e potenti esseri mai esistiti.

La fine della Maschera Bianca
La fine della Maschera Bianca

Purtroppo, con la morte della Maschera Bianca, anche Tora - ossia Shagakusha, l'uomo che l'aveva involontariamente generata - finirà per scomparire, poiché le loro esistenze erano legate a doppio filo.
I mostri però, non sono come gli esseri umani: prima o poi, loro ritornano.

Ushio ripensa a Tora, convinto che un giorno tornerà
Ushio ripensa a Tora, convinto che un giorno tornerà

È quindi molto probabile che anche Tora, un giorno, tornerà.

I mostruosi eroi

Ushio Aotsuki
Ushio Aotsuki

Un ragazzo di 16 anni, figlio del monaco-combattente Shigure Aotsuki e della giovanissima Sumako Aotsuki, potente maga che da oltre 130 anni eregge la barriera attorno alla Maschera Bianca, nel tentativo di proteggere il pilastro portante del Giappone.
Dal carattere estremamente generoso, ma impulsivo ed abbastanza irruento, libererà incautamente il mostro Tora dalla sua prigionia, divenendo inconsapevolmente il nuovo possessore della Lancia della Bestia.
Comincerà per lui una nuova vita da ammazza-mostri, e assieme a Tora partirà per un viaggio che lo porterà a conoscere tante altre nuove persone (e mostri) da aiutare, fino all'epilogo finale che lo vedrà scontrarsi con la terribile Maschera Bianca.
Quando utilizza la magica lancia, i suoi capelli s'allungano, ed il suo corpo acquista riflessi, forza e capacità rigenerative sovrumane.

Tora
Tora (Shagaksha, Saltalungo)

Un antico guerriero indiano, in cui lo spirito malvagio della Maschera Bianca si incarnò alla sua nascita, impiantandosi dentro la sua spalla.
Il demone si nutrì dell'odio dell'uomo per molti anni fino a che, ormai maturo, uscì fuori sotto forma di diabolica volpe a nove code.
Sterminòil paese di Shagakusha ed uccise Rahma, il suo giovane attendente, verso il quale il guerriero nutriva una profonda amicizia.
Datosi che il suo corpo fu l'incubatore dell'immortale mostro, Shagakusha divenne immortale, e giurò di vendicarsi della Maschera Bianca.
Passò così secoli ad uccidere tutti i mostri che incontrava per la sua strada, cercando un modo per distruggere definitivamente Hakumen no Mono; lo trovò in Cina, sotto forma della leggendaria Lancia della Bestia, di cui fu il primo possessore.
Purtroppo però, la lancia consumò tutto ciò che restava della sua umanità, e lo trasformò in un mostro, un Azafuse potentissimo, chiamato Saltalungo.
In tale forma, riuscì parzialmente a vendicarsi della Maschera Bianca durante l'epica battaglia giapponese di inizio II millennio, ma gli fu impedito di finire il lavoro per via della barriera protettiva attorno al luogo dove il mostro pensò bene di nascondersi.
Mostro abbastanza violento e sanguinario, fu impalato da un antico guerriero con la Lancia della Bestia, e rimase imprigionato per circa 500 anni, fino a che Ushio non lo liberò (abbastanza ingenuamente).
Partito con l'idea di volersi pappare il ragazzo, nel corso della storia invece diventerà suo amico, e finirà per aiutarlo nelle battaglie contro gli altri mostri, fino all'ultimo, epico duello contro la Maschera Bianca, che manderà in pezzi con una potentissima scarica elettrica.
Purtroppo, essendo il suo stesso destino legato a doppio filo con quello del demone, anche Tora morirà, ma con l'animo finalmente libero dall'odio.
Nel corso della sua vita ben più che millenaria non è mai stato sconfitto, e le sue abilità, oltre all'enorme forza e alla capacità di volare, sono l'emissione di potentissime scariche elettriche e la capacità di sputare fuoco dalla bocca.

Shigure Aotsuki
Shigure Aotsuki

Il papà di Ushio, un esperto monaco esorcista che gestisce un piccolo tempio, sotto il cui scantinato si trova custodita la Lancia della Bestia... Ed il demone Saltalungo, ancora infilzato ad essa.
Dal carattere burlone ed indisponente, è il realtà un grande combattente, affinato nell'arte della caccia ai mostri e dalle indiscusse qualità d'esorcista, che ha conosciuto la bella Sumako Hizaki diciotto anni prima dell'inizio degli eventi narrati nel manga, e con la quale ha concepito Ushio.
Ha tenuto nascosto al figliolo il segreto su sua madre, ma dopo che il ragazzo estrerrà la lancia dal corpo di Tora, deciderà che è tempo per lui di scorprire la verità, e lo inviterà perciò ad un lungo viaggio attraverso il Giappone, alla ricerca del mistero di Sumako.
È un esponente di spicco della congrega di monaci combattenti che ha giurato di eradicare dal pianeta la Maschera di Pietra, e parteciperà in prima persona all'attacco finale contro il demone, riuscendo a rimanere vivo.
Tornerà a casa con Ushio e la sua Sumako (rimasta giovane, al suo contrario), per il più classico dei lieti fine.

Sumako Aotsuki
Sumako Aotsuki

La mamma di Ushio, nonché la terza guardiana della barriera che tiene confinata la Maschera Bianca.
Nonostante abbia ancora l'aspetto di una ragazza, ha più di 800 anni.
Circa 18 anni prima degli eventi narrati nella storia, dopo un sogno premonitore ha chiesto allo spirito di Jie Mei di tornare per un po' sulla terraferma, per concepire un bambino destinato a brandire la Lancia della Bestia e a porre finalmente fine alla maledizione della Maschera Bianca.
In Giappone, incontrerà il monaco Shigure, di cui s'innamorerà subito e con il quale concepirà Ushio.
Dopo i due anni di tempo concessi da Jie Mei, tornerà nel fondo del mare, per vegliare sulla barriera che rinchiude la Maschera Bianca.
Alla fine della grande battaglia finale contro il demone, tornerà a casa con Shigure ed Ushio.

Asako Nakamura
Asako Nakamura

Amica di Ushio e miglior amica di Mayuko, ha un carattere forte e molto battagliero, specie nei confronti di Ushio (del quale è palesemente innamorata).
Aiuterà Ushio a ritornare allo stato umano dopo che la lancia l'inizierà a tramutare in bestia, e pregherà per lui fino alla fine della battaglia con la Maschera Bianca.

Mayuko Inoue
Mayuko Inoue

La miglior amica di Asako, dal carattere decisamente più gentile e cortese rispetto alla moretta.
Ragazza molto semplice e naturale, riesce a vedere Tora, per il quale prova subito una fortissima simpatia ed attrazione.
Si rivelerà essere una potente maga, discendente di Jie Mei, in grado di creare barriere magiche, ed aiuterà gli eroi nell'ultima battaglia contro la Maschera Bianca, confinando il mostro in una gabbia nella quale troverà la morte.

Mayuko Inoue
Hyou

Un potentissimo cacciatore di mostri, dal passato purtroppo molto triste: la sua famiglia è stata sterminata da un mostro simile a Tora (che si rivelerà essere un Azafuse, Guren), e da allora girovaga per il mondo in cerca di vendetta, assassinando mostri per soldi.
Inizialmente, data la grande somiglianza di Tora con Guren, crederà che Saltalungo sia il responsabile della strage della sua famiglia, e quindi scatenerà la sua rabbia e potenza contro il mostro, in un duello spettacolare.
Resosi conto che Tora è innocente - essendo stato rinchiuso per 500 anni in uno scantinato, diverrà amico di Ushio, aiutandolo nella parte finale dell'opera, quando riuscirà a scontrarsi proprio con Guren.
Ucciderà la sua nemesi dopo un ferocissimo duello, e morirà subito dopo per le ferite riportate nello scontro, ma la sua vendetta sarà compiuta.

Lancia della Bestia
Lancia della Bestia

Una magica lancia forgiata più di 2000 anni fa, che è in grado di uccidere qualsiasi mostro con un sol colpo.
Non è una semplice arma, ma un vero e proprio essere vivente: è formata dall'anima di Jie Mei e da quella di suo fratello Giryou, entrambi sacrificatisi per ruuscire a forgiare una lama in grado d'uccidere la Maschera Bianca, causa primaria dell'estinzione della loro famiglia.
La lancia è dotata di volontà autonoma, ed è lei che sceglie chi può brandirla: nell'elsa è inciso l'ideogramma 'Shanyue', ossia il nome cinese con il quale Jie Mei e Giryou hanno conosciuto Ushio durante il suo viaggio nel tempo.
La Lancia della Bestia dona poteri sovrumani a chi la brandisce, ma a patto però della sua umanità: poco a poco, la lancia consuma l'anima del possessore, facendolo diventare egli stesso un mostro (un Azafuse).
Tale destino è toccato per primo a Shagaksha, che divenne Saltalungo (Tora).
La lancia riesce a sentire la presenza dei mostri che le sono vicini e può essere comandata a distanza dal suo possessore.
Anche fusa o fatta a pezzi, può ricomporsi.
Può essere (provvisoriamente) fermata solo da un particolare drappo rosso fatto con i corpi dei demoni, ed è l'unica arma che la Maschera Bianca teme veramente.

Jie Mei
Jie Mei

Una ragazza della Cina di più di 2000 anni fa, figlia dell'armaiolo Tou e sorella di Giryou.
Affabile, socievole e molto cordiale, è un animo puro, che vedrà la sua famiglia decimata dall'attacco della Maschera Bianca.
Si sacrificherà buttandosi nella fornace dell'acciaio liquido, per permettere al fratello Giryou di forgiare una lama magica, in grado di abbattere la perfida Maschera Bianca.
Il suo spirito si reincarnerà in una geisha giapponese, Yuki, e darà quindi vita ad una stirpe di potenti maghe, incaricate di confinare la Maschera Bianca nel pilone principale che tiene in superficie l'arcipelago del Giappone, prevenendo quindi la sua distruzione.
Alla morte del crudele demone, lo spirito di Jie Mei sarà finalmente libero dalla maledizione della Lancia della Bestia, e deciderà di infilarsi dentro Ushio, salvandolo così dalla trasformazione in mostro.

Giryou
Giryou

Un abile armaiolo cinese, figlio di Tou e fratello di Jie Mei.
Dopo aver visto suo padre e sua madre morire uccisi dalla Maschera Bianca, ed aver perduto anche la sorella, suicidatasi nella fornace dell'acciaio per dar vita ad un metallo magico, il suo odio e la sua sofferenza lo fecero diventare un demone dal volto rigato dalle lacrime di sangue.
In preda al dolore, con il metallo macchiato dal sangue della sorella forgiò una lama indistruttibile, ed egli stesso diventò parte dell'arma, per la precisione l'asta di una lancia in grado di teafiggere ed uccidere ogni mostro: la Lancia della Bestia!
Particolarmente legato a Ushio - che, paradossalmente, il ragazzo conobbe grazie ai poteri temporali di un demone, sotto forma di lancia combatterà sino alla fine al suo fianco, uccidendo dopo un lunghissimo e crudele duello la Maschera Bianca.
Finalmente libera dall'odio, la sua anima, assieme a quella della sorella Jie Mei, lascerà la lancia e s'infilerà dentro ad Ushio, esentandolo così dal trasformarsi in un Azafuse.

Nagare Akiba
Nagare Akiba

Uno dei giovani candidati per la Lancia della Bestia, un assoluto genio dalle abilità fisiche ed intellettive notevolmente sopra la norma.
Pressoché annoiato di tutto e tutti, dopo il suo primo incontro con Ushio, colpito dalla generosità e dalla bontà del ragazzo, smetterà di cercare di diventare il nuovo possessore della lancia.
Desideroso di scontrarsi con Tora e testare le sue qualità battagliere, sul finire della storia passerà dalla parte della Maschera Bianca, ingaggiando così un furioso combattimento con Saltalungo, dal quale uscirà sconfitto (e morto).

Hinowa Sekimori
Hinowa Sekimori

Uno dei giovani candidati per la Lancia della Bestia, una ragazza molto ostinata e determinata, che combatte usando due pettini magici.
Molto sicura di sè, sarà rifiutata dalla Lancia della Bestia, e dovrà ammettere la sconfitta, lasciando il compito di possessore ad Ushio.
Aiuterà il ragazzo quando starà per essere posseduto dalla bestia e comparirà nuovamente sul finale della saga, assieme a tutti gli altri monaci guerrieri per respingere l'attacco dei mostri sotto il comando della Maschera Bianca.

Kirio Inasa
Kirio Inasa

Uno dei giovani candidati per la Lancia della Bestia, un ragazzino prodigioso, che un esperimento genetico atto a creare l'essere perfetto per uccidere i demoni.
Purtroppo, la sua nascita e la sua educazione non sono stati altro altro che un sofisticato piano della Maschera Bianca per eliminare la Lancia della Bestia, mandato a monte dal profondo legame dell'arma con Ushio.
Dopo lo shock di aver saputo che sua madre altri non era che una delle nove code della terribile volpe demoniaca, Kirio si riprese e, grazie al demone in grado di viaggiare nel tempo, riuscì a scoprire l'esatta natura di Tora, e la storia della Lancia della Bestia.
Parteciperà quindi al gran finale, nell'ultima battaglia contro l'esercito della Maschera Bianca, riuscendo a sopravvivere.
Molto forte in combattimento, è armato della Falce di Elzar, un'ottima arma molto efficace contro i mostri.
Ha un mostro sintetico che lo protegge sempre, Kuin.

Osa
Osa

Il capo dei mostri dell'est del Giappone.
Ha l'aspetto di un veglio con un lunghissimo naso, e si dimostra sempre molto calmo e pacato.
Ha realizzato il buon animo di Ushio, e dopo il loro primo incontro gli ha chiesto il favore di domandare a sua madre perché tiene inspiegabilmente attiva la barriera a protezione della Maschera Bianca.
Parteciperà con i mostri che comanda alla guerra finale contro il feroce demone dalle nove code, ed una volta sconfittolo si sacrificherà, assieme a tanti altri suoi simili, per riparare la colonna portante del Giappone, distrutta dalla Maschera Bianca.

Shinno
Shinno

Il capo dei mostri dell'ovest del Giappone.
Al contrario del suo pari dell'est, ha un carattere molto più irruento, ed è fermamente convinto di poter sconfiggere da solo la Maschera Bianca, forte dell'aiuto della sua creazione, Maduchi.
Purtroppo, il suo attacco di massa al pilone dove è confinato il potente mostro si rivelerà un disastro, e sarà salvato solo dall'arrivo di Ushio e Tora.
Parteciperà con i suoi mostri alla battaglia finale contro la Maschera Bianca, ed assieme agli altri bakemono deciderà di sacrificarsi, trasformandosi in pietra per riparare la colonna portante del Giappone.

I mostri più tremendi

Maschera Bianca
Maschera Bianca

Il male impersonificato, uno dei più tremendi e spietati cattivi di tutta la storia dei manga (e non solo).
Un mostro completamente malvagio, originato dall'oscurità e che prende la sua forza dalla paura e dal dolore degli altri esseri viventi, umani o mostri che siano.
Più viene odiato, e più diventa forte: è per questo che massacra continuamente le genti, e che distrugge interi paesi come se niente fosse.
Nella notte dei tempi, quando le anime pure ascesero per diventare l'umanità, lui - ossia l'impurità - restò invece confinata nelle tenebre, e questo fatto gli ha fatto cominciare a provare un profondo odio per tutti gli esseri umani.
Diventato un essere fisico dopo essersi incarnato nello sfortunato Shagakusha (il futuro Tora), ha subito cominciato a distruggere e devastare tutto quello che gli capitava sotto tiro: le urla di dolore degli uomini ed il loro odio sono la sua forza vitale, di cui non può fare a meno.
Malvagio e calcolatore, è un mostro dalla potenza fuori scala: con una sola fiammata che emana dalla bocca può distruggere un'intera città, e ognuna delle sue nove code è un'arma micidiale, che può straziare interi eserciti.
Ha bisogno dell'odio degli umani per sopravvivere, ma degli altri mostri non ha alcuna necessità, quindi li può sterminare senza pietà: questo l'ha fatto diventare una calamità anche per gli altri suoi simili, che lo odiano e lo temono sopra qualsiasi altra cosa.
Paradossalmente, è l'artefice della nascita del suo più grande nemico, la Lancia della Bestia: fu infatti la Maschera Bianca ad uccidere tutta la famiglia di Giryou, facendolo impazzire dal dolore e diventare egli stesso uno spietato mostro, sotto forma di micidiale arma.
Costretto alla ritirata dopo una cruenta battaglia contro umani e mostri alleati contro di lui, s'è ritirato annidandosi nella colonna di pietra che sorregge tutto l'arcipelago del Giappone: un posto sicuro dove recuperare le forze, certo che nessuno lì l'avrebbe osato disturbare.
Confinato da una barriera magica, ha comunque continuato ad ordire i suoi piani per distruggere la Lancia della Bestia attraverso i suoi avatar (essenzialmente, le sue code), ma ogni progetto gli è sempre andato male.
Ingaggerà, assieme al suo esercito di mostri suoi sottoposti - per paura - una feroce battaglia finale contro i mostri giapponesi alleati con gli umani, e dopo un sanguinoso e violentissimo scontro finirà distrutto dall'attacco combinato di Ushio e Tora.
Prima di morire, si viene a scoprire che tutto il suo odio per l'umanità era dettato dall'invidia che aveva per essa: sarebbe infatti voluto essere un niente meno che un bambino.

Guren
Guren

Un Azafuse, ossia un ex possessore della Lancia della Bestia, divenuto un mostro come Tora dopo che l'arma ha succhiato tutta la sua anima umana.
Come tutti gli altri Azafuse, Guren è diventato pietra, in attesa della battaglia finale contro la Maschera di Pietra.
Al contrario dei suoi simili, comunque, la sua natura totalmente malvagia gli ha permesso di tornare in attività dopo che un avatar del demone bianco gli ha promesso il suo risveglio in cambio della sua lealtà: Guren ha quindi accettato senza problemi, in quanto quello che voleva era solo uccidere e smembrare indistintamente chiunque.
Cattivissimo, appena tornato libero ha subito attaccato e sterminato il villaggio che per lungo tempo aveva tenuto sott'occhio quando era pietra: in questa cittadina, vivevano anche moglie e figlia di Hyou, che Guren massacrò senza pietà.
Finirà la sua vita proprio per mano dell'esorcista cinese, che riuscirà ad ucciderlo dopo un sanguinoso scontro finale.
Al contrario degli altri Azafuse, Guren ha il pelo totalmente nero, segno della sua anima totalmente perversa.
In aggiunta a ciò, oltre ai classici poteri di un Azafuse (forza, volo, elettricità e fuoco) dalla Maschera Bianca ha ricevuto anche tre micidiali lame che usa portare infilzate nella faccia.

Contenuti e richiami dell'opera

Ushio e Tora

"Ushio e Tora" è un manga shonen di pura azione, ma che la fervida mente di Kazuhiro Fujita ha fatto andare oltre il semplice action, tramutandolo in un fumetto estremamente complesso, radicatissimo non solo nella cultura giapponese (ed orientale, in particolare), ma con grandissimi rimandi al mondo paranormale anche dell'occidente.
Non è un mistero della passione dell'autore per i miti ed i racconti fiabeschi sia giapponesi che occidentali, e moltissimi di essi si possono perciò ritrovare nell'opera.
La bravura di Fujita è riuscita a mescolare generi anche molto diversi tra di loro in un racconto epico, emozionante, a tratti poetico.

La storia prende spunto dalla leggenda della mitica volpe a nove code presente in tutta l'Asia, ma la rivede completamente, ed in chiave prettamente malvagia: Hakumen no Mono è forse l'antagonista più cattivo e spietato di tutta la storia dei manga, e mette il terrore solo a vederlo disegnato con quelle inchiostrate così rozze, nevrotiche e pesanti dell'autore.
I suoi occhi sono terrificanti per davvero, così come la sua origine: un concentrato di cattiveria di rara potenza, mosso solo dalla voglia di trucidare, che non cerca potere e né gloria, ma solo il puro e semplice odio, accompagnato dalla paura.
Una nemesi fin troppo ben caratterizzata, che aleggia costantemente su un mondo in i mostri (bakemono, in giapponese) esistono realmente: alcuni vanno d'accordo con gli umani, altri molto meno.

Il pericolo è comunque sempre dietro l'angolo: in ogni momento può uscire fuori un orribile mostro assassino, e le scene puramente splatter la fanno da padrone in ben più di un'occasione.
Ciò contrasta con gli spassosi siparietti comici che l'autore ci regala con Tora, incredibilmente divertente nel suo continuo battibeccare con Ushio, specialmente quando è in versione super deformed.
Un manga in cui è concentrato di tutto: passione, mistero, paranormale, azione, amore, rabbia ed odio... Insomma, una pietra miliare nella fumetteria giapponese, assolutamente da leggere e da gustarsi tavola dopo tavola.

"Ushio e Tora" è una serie che ha goduto di grandissimo successo in Italia: è stato uno dei primi manga pubblicati nel nostro paese grazie al pioneristico lavoro della Granata Press, ed i lettori italiani hanno sempre particolarmente amato le ambientazioni oscure di Kazuhiro Fujita ed il suo onirico mondo popolato dai mostri leggendari.

Il manga

Il famoso numero 14 dell'edizione Granata Press
Il famoso numero 14 dell'edizione Granata Press

"Ushio e Tora" è stato pubblicato per la prima volta dalla Granata Press nel 1994 sulla collana Z compact, venendo accolto subito ottimamente dal mercato italiano dell'epoca.
Fu pubblicato fino al numero 14 dell'agosto del 1995 poi, per via del fallimento della Granata Press, la sua pubblicazione fu sospesa.

L'edizione della Star Comics degli anni '90
L'edizione della Star Comics degli anni '90

Verrà acquistato nel 1997 dalla Star Comics, che molto opportunamente deciderà di riprendere la pubblicazione dal volume 14 pubblicato dalla Granata Press, facendo quindi contenti molti lettori, rimasti malissimo dello stop della pubblicazione del manga.
La Star Comics finirà di pubblicare tutta la serie, e nel 2016 farà uscire anche la ristampa in edizione 'perfect edition', corredata da le pagine originali a colori e tutti i contenuti extra dell'edizione giapponese.

Gli OAV

"Ushio e Tora" è stato trasportato anche in una mini-serie di OAV del 1992 ad opera dello studio Pastel, che si compone di 10 episodi di circa 30 minuti l'uno.
La serie non segue tutto l'arco narrativo del manga, ma si limita alla prima parte di esso.
Tutti e dieci gli episodi sono stati pubblicati da Yamato Video nel nostro paese, e sono stati anche trasmessi sull'emittente 7 Gold tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008.

La serie TV

Ushio e Tora la serie TV

Nel 2015, a quasi vent'anni di distanza dalla fine del fumetto, MAPPA e Studio VOLN hanno prodotto una nuova serie anime basata sul manga di "Ushio e Tora", che si compone di tre stagioni da 13 episodi ciascuna.
Tutta la serie segue fedelmente le vicende del manga, dall'inizio alla fine, anche se molte parti ritenute non fondamentali sono state omesse.
L'animazione è ottima, il design dei personaggi eccellente, e non ci sono incongruenze rispetto alla versione cartacea.
L'unico appunto è dato dalla pochezza degli episodi rispetto all'alto numero dei volumetti, che ha costretto ad eliminare molti siparietti e molte parti invece presenti nel manga.

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