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Sai chi è l’editore più grande del mondo, per numero di inserzionisti e fatturato?

No, non è Rupert Murdoch e la sua News Corp. (anche se pure lui sicuramente fattura un bel po’!) ma è nientemeno che… Google LLC, ossia la multinazionale fondata da Larry Page e Sergey Brin nel 1998, con un capitale azionario di oltre un trilione di dollari!

Oltre a fornire i servizi web più popolari e conosciuti, come il motore di ricerca Google, Gmail e YouTube, oltre a produrre il Sistema Operativo più diffuso al mondo (Android), l’azienda californiana è anche il più grande editore pubblicitario.

Il core business dell’azienda, difatti, è il suo servizio Google Ads, che permette ogni giorno a milioni di professionisti, aziende ed imprenditori di farsi conoscere a miliardi di potenziali clienti.

Google Ads è quindi uno dei media di riferimento per il settore ‘paid media’, ed è molto importante che tu sappia esattamente quello che può fare per te e come usarlo al meglio.
Continua a leggere questa pagina per scoprirlo!

Chi ha i soldi, si prende il cliente

Cos’è Google Ads?

La promozione a pagamento su Google Ads

Google Ads è il ‘core business’ principale di Google LLC, ovverosia l’attività che genera maggiori guadagni per l’azienda californiana, e che annualmente fattura cifre da capogiro, sull’ordine dei 100 miliardi di dollari (in costante crescita).

Google Ads, precedentemente conosciuto come Google AdWords, è in pratica una piattaforma pubblicitaria, che sfrutta come media di propagazione molti servizi di Google, tra cui (principalmente):

  • Google Search, ovverosia il famoso motore di ricerca usato quotidianamente da miliardi di persone;
  • Google Gmail, il servizio di posta elettronica gratuito;
  • YouTube, il social di condivisione video più usato al mondo;
  • Rete Display, ovverosia tutti i siti web non di proprietà di Google, ma con cui Google ha fatto un accordo per ospitare la pubblicità dei suoi inserzionisti, tramite il programma Google AdSense

Questa quaterna di media, o posseduti da Google direttamente o ai quali Google si appoggia pagandone gli spazi, compongono un pubblico potenziale di qualche miliardo di persone, rendendo di fatto l’azienda di Mountain View il più grande network promozionale del mondo.

I ricavi pubblicitari provenienti da Google Ads sono cresciuti a dismisura dall’inizio degli anni 2000 in poi, e non accennano a diminuire: a metà anni ’10, hanno cominciato a superare quelli di tutti media canonici (TV, radio, giornali).

Per fare un chiaro esempio: tutto il gruppo News Corp di Rupert Murdoch, forse l’editore più famoso e sicuramente tra i colossi della vendita pubblicitaria, annualmente fattura una media di circa 10 miliardi di dollari.

Una quantità enorme di denaro, ma che è solo la decima parte dei ricavi ottenuti da Google Ads!parti ora con la tua promozione!

Che tipo di messaggi promozionali possono essere trasmessi su Google Ads?

La promozione a pagamento su Google Ads

Praticamente, qualsiasi contenuto audiovisivo: Google Ads è la piattaforma multimediale per eccellenza, e proprio la grandissima duttilità dei suoi media e delle possibilità di pubblicazione ne hanno decretato il successo commerciale.

Essenzialmente, le campagne Google Ads si dividono in tre tipologie:

  • Campagne sulla rete di ricerca
    I messaggi promozionali sono di natura testuale, e sono principalmente distribuiti sul media di Google Search, ovverosia il motore di ricerca di Google.
    L’inserzionista può creare un numero a piacere di annunci testuali (anche suddivisi per gruppi), ordinati in un certo numero di campagne.
    Gli annunci creati, oltre a dei titoli con delle brevi descrizioni che puntano ad una pagina web principale (landing page), possono contenere collegamenti rapidi a categorie di prodotti o servizi, numeri telefonici, sotto-prodotti o anche indicazioni stradali, avvalendosi della piattaforma di Google My Business e l’integrazione con Google Maps.
    L’annuncio viene pubblicato nella pagina di ricerca di Google, e compare in varie posizioni (solitamente, in alto alla pagina) in posizione agevolata rispetto agli altri risultati della SERP (Search Engine Results Page);
  • Campagne sulla rete display
    I messaggi promozionali sono di natura visiva, quindi immagini oppure anche piccoli video, e sono distribuiti sulla Rete Display di Google, ovverosia i siti partner del programma Google AdSense.
    Appaiono come veri e propri banner sulla pagina che l’utente sta visitando al momento, e si adattano automaticamente alla dimensione del campo visivo (quindi, del dispositivo che l’utente sta usando).
    Possono essere visualizzati anche mentre l’utente utilizza i servizi di Gmail, o di altri prodotti sempre a marchio Google.
    Anche per gli annunci display, è possibile creare campagne a piacere e suddividersi in gruppi di annunci, a seconda della strategia di pubblicazione scelta dall’inserzionista;
  • Campagne su YouTube
    I messaggi promozionali possono essere di natura display, quindi banner che compaiono in sovraimpressione nei video presenti su YouTube, oppure veri e propri video (di svariati secondi o minuti) che possono apparire prima, durante o dopo la visualizzazione di altri video, sempre presenti sulla piattaforma
parti ora con la tua promozione!

Cos’è il bidding e come funziona su Google Ads?

La promozione a pagamento su Google Ads

Genericamente, il bidding è un sistema di offerte, a rilancio, che comunemente è riscontrabile nelle aste: il miglior offerente vince l’asta, rilanciando più alto del suo predecessore.

In Google Ads, il bidding ha la stessa esatta valenza, ma è attuato con un sistema completamente automatizzato, gestito dall’algoritmo della piattaforma.

Il bidding è l’unico modo per comperare spazi pubblicitari, di qualsiasi natura, su Google Ads.

Vale per qualsiasi tipo di annuncio: testuale, display, ecc.

Il presupposto per capire esattamente il bidding e perché è utilizzato come metodo di prezzatura è che gli spazi disponibili su Google, YouTube o la Rete Display sono limitati.

Esattamente come un canale televisivo, che può mandare spot pubblicitari solo per un certo minutaggio l’ora, anche Google ha i propri spazi contingentati.

Non è possibile inserire troppi annunci a pagamento nella ricerca di Google, così come non è possibile inserire un oltre un certo numero di spot sui video di YouTube, oppure banner su una pagina della Rete Display et similia.

Questo, per ovvi motivi pubblicitari: gli utenti si stancano presto di troppa pubblicità che, dopo un certo numero di passaggi (impressioni) diventa ‘rumore’, ossia un messaggio ridondante che non solo non rimane impresso, ma che ha effetti negativi sulla propensione d’acquisto.

Ecco perché gli annunci a pagamento sulla rete di ricerca di Google, per intenderci quelli che compaiono in alto con l’intestazione Ad. sono proposti in numero molto esiguo, in alto alla pagina.

Il meccanismo del bidding di Google Ads è facile, e non si discosta molto da quello di un’asta tradizionale: per ogni annuncio (o gruppo di annunci) l’inserzionista può scegliere un prezzo massimo d’aggiudicazione (prezzo di riserva), oltre il quale non intende spendere.

Ci sono molti criteri di selezione del prezzo massimo (CPC, Costo-per-Click), e alternativamente è possibile lasciare le offerte totalmente in automatico: l’algoritmo stesso di Google Ads penserà a spartire il budget giornaliero della campagna, ottimizzando da solo il CPC delle aste.

Alternativamente al CPC, è possibile scegliere invece il sistema d’offerta basato su altri fattori, come ad esempio le conversioni.

Nel linguaggio del digital marketing, una ‘conversione’ è un’azione da parte di un utente sulla landing page dell’annuncio: una compilazione di un form, una chiamata, ecc.

Google Ads permette di dare quindi importanza alle conversioni, cioè alle azioni, lasciando liberi di scegliere un CPA (Costo-per-Azione) massimo che si è disposti a spendere per aggiudicarsi l’asta.

Anche in questo caso, alternativamente, è possibile lasciare in automatico le offerte, demandando quindi all’algoritmo l’ottimizzazione del budget.

Una volta impostata la tipologia dell’offerta, e l’eventuale prezzo massimo che si è disposti a pagare per un click oppure una conversione, l’algoritmo di Google Ads comincerà il bidding vero e proprio.

Il suo funzionamento è molto semplice: quando l’utente fa una ricerca sul motore di ricerca di Google, oppure visualizza una pagina di un sito della Rete Display o vede un video di YouTube, l’algoritmo in pochi millesimi di secondo  raccoglierà tutte le offerte di tutti gli inserzionisti attive su parole chiave o target decisi in fase di progettazione della campagna, e assegnerà l’asta all’annuncio che offrirà di più.

Tutto il sistema è automatizzato, ed è talmente efficiente che riesce a vagliare in pochi istanti tantissime offerte.

La possibilità di personalizzare il target (chiamati ‘segmenti di pubblico’), il preciso controllo dei costi e la grande quantità di dati posseduti da Google sui dati demografici sono le chiavi di volta del successo di Google Ads: è possibile andare a costruire campagne promozionali mirate e precise, con differenti strategie adattabili a pressoché qualsiasi piano pubblicitario.parti ora con la tua promozione!

La gestione del budget

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Google Ads ha una gestione del budget estremamente semplice, eppure molto efficace.

È possibile creare una quantità indefinita di campagne per ogni account, e ad ogni campagna l’utente sceglie di associare un determinato budget giornaliero.

L’algoritmo di Google Ads provvederà alla gestione del budget, in autonomia (se si è scelta la strategia delle offerte completamente automatiche) oppure seguendo le indicazioni del CPC o CPA.

All’esaurimento del budget giornaliero, la pubblicazione degli annunci viene sospesa.

Questo permette di non sforare con l’investimento, controllando e pianificando sempre il budget della campagna ed evitando sorprese.

All’occorrenza, Google Ads permette di aumentare il budget in qualsiasi momento, in maniera semplice e immediata.

I pagamenti a Google Ads avvengono in due modalità: manuali o automatici, con carta di credito o tramite conto corrente.

I pagamenti automatici avvengono ogni volta che si raggiunge la soglia di pagamento: tale soglia parte da € 300,00, ma si modula e si aumenta nel caso si necessiti di più soglia.

La soglia si ricarica o mensilmente, oppure quando piena: in quest’ultimo caso, si azzera subito dopo l’addebito del pagamento.

Nel caso non si raggiunga la soglia minima entro il mese, Google provvede ad addebitare il pagamento il 30° giorno solare.parti ora con la tua promozione!

Gli indicatori delle prestazioni (KPI – Key Performance Indicator)

La promozione a pagamento su Google Ads

A differenza di molti altri media tradizionali, le campagne promozionali su Google Ads sono monitorabili con estrema precisione, ed è possibile estrapolare qualsiasi genere di dato utile in pressoché ogni momento.

Ciò è di fondamentale importanza per capire l’effettivo andamento di una data strategia, per comprendere la sua efficacia, per migliorare l’efficienza e, in sintesi, per raccogliere tutti i dati che possono farci capire se l’investimento sta fruttando o meno.

Google Ads mette a disposizione degli inserzionisti un formidabile sistema di statistiche e monitoraggi per ogni esigenza, anche grazie alla profonda integrazione con i servizi di Google Analytics e Google Search Console.

Analizzare appieno una generica campagna su Google Ads non è molto differente da qualsiasi altra piattaforma che si basa sul bidding: gli indicatori delle prestazioni (KPI – Key Performance Indicator) sono essenzialmente gli stessi.

L’analisi dei KPI è di estrema importanza per capire se la campagna sta generando risultati congrui agli obiettivi del cliente e se, in finale, sta generando un ROI (Return of Investment – Ritorno dell’investimento).

I KPI principali di Google Ads sono:

  • Click
    Indica quante volte un annuncio ha conquistato un click da parte di un utente.
    È l’indicatore principale, di fondamentale importanza in quanto la pubblicità su Google Ads si paga a click;
  • Impressioni
    Sono i passaggi di un annuncio, ovverosia quante volte l’annuncio ha vinto l’asta e ha guadagnato quindi lo spazio promozionale.
    1.000 impressioni vuol dire che un dato annuncio è passato 1.000 volte sul media di riferimento.
    È un indicatore importante, poiché ci da il grado di penetrazione della campagna;
  • CTR (Click-Through-Rate)
    Indica la percentuale delle impressioni che hanno generato click.
    È quindi un indicatore percentuale, e ci indica l’efficacia di una campagna: si ottiene facilmente dividendo i click per le impressioni totali.
    Ad esempio, un annuncio che ha avuto 10 click e 1.000 passaggi (impressioni) avrà il suo CTR di 1%.
    Complice l’enorme aumento degli inserzionisti negli ultimi anni e l’inflazione di molti settori commerciali, oggigiorno CTR che superano l’1% sono considerati un ottimo successo.
    Il CTR è un valore da prendere con le dovute cautele: non fa differenza tra utenti di ritorno (che quindi, hanno già cliccato sull’annuncio) e nuovi utenti;
  • CPC (Costo-per-Click)
    Indica quanto, mediamente, un click di un dato annuncio costa, ovverosia quanto si spende, sempre in media, per vincere un’asta ed aggiudicarsi la pubblicazione.
    È un parametro importante, poiché ci dice quanto denaro mediamente spediamo per pubblicare gli annunci: abbassando il CPC, contestualmente, si aumenta il numero di annunci che è possibile pubblicare con un dato budget;
  • CPA (Costo-per-Azione)
    Indica quanto costa, mediamente, una conversione di un annuncio.
    Al contrario del CPC, che misura genericamente quanto costa un click puro, il CPA da l’efficacia reale di un annuncio, in quanto misura quanto costa ricevere una chiamata, un form compilato, l’iscrizione ad una mailing list o qualsiasi altra azione che converte il visitatore in un lead;
  • Costo per conversione
    Parametro equivalente al CPA;
  • Quota impressioni (Impression Rate)
    Indica, in percentuale, quante impressioni hai ottenuto per il totale delle impressioni disponibili per la tua ricerca.
    È un parametro molto importante, poiché permette di analizzare la tua quota di mercato delle aste: più la tua quota impressioni sale, in percentuale, e meno quota hanno i tuoi diretti concorrenti.
    La quota impressioni è anche di fondamentale utilità per capire se c’è bisogno di aumentare o meno il budget, nel tentativo di vincere più aste ed aumentare quindi la percentuale di impressioni

A questi KPI principali se ne aggiungono altri secondari, ma essenzialmente quelli poco sopra riportati sono necessari e sufficienti per avere una panoramica totale dell’andamento di ogni campagna.parti ora con la tua promozione!

Il ranking degli annunci e il prezzo di riserva

La promozione a pagamento su Google Ads

Il prezzo di riserva è, in Google Ads, il prezzo effettivo che paghi per ogni click (la soglia).

Al momento dell’apertura dell’asta online (ricordati che il tutto succede in millesimi di secondo!) il sistema valuta tutte le offerte che superano la soglia, aggiudicando l’asta al miglior offerente.

Se, per esempio, per la parola chiave 'dermatologo' la soglia è € 0,10, tutti gli annunci che hanno un prezzo di riserva inferiore a € 0,10 non verranno pubblicati.

Viceversa, se tutti hanno una soglia di € 0,10 ed il tuo annuncio ha invece un prezzo di riserva di € 0,11, tu vincerai l’asta e Google Ads pubblicherà il tuo annuncio.

Le valutazioni delle soglie variano in base a molti fattori, che prendono il nome di soglie di ranking.

Le soglie di ranking sono calcolate dinamicamente e al momento di ciascuna asta: ciò vuol dire che non ci sono parametri definiti, validi sempre e per tutti, ma ogni asta è una storia a sé.

Datosi che campa quasi esclusivamente con gli introiti di Google Ads, Google deve costantemente dare ai suoi inserzionisti un’immagine di alto livello, di qualità e correttezza.

Secondo questa linea guida, le soglie di ranking tendono a penalizzare annunci di basso livello, escludono annunci di determinate categorie (per esempio, la pornografia), limitano fortemente altre (sanità e salute).

Il concetto è: “Più il tuo annuncio è di qualità, utile ed attinente al contesto della ricerca, e meno paghi. Viceversa, il contrario”.

Come viene determinata la ‘qualità’?

L’algoritmo di Google Ads si basa in parte sul sofisticato Googlebot, ovverosia il web crawler di Google.

Googlebot è un software avanzato, in grado di capire la struttura di ogni pagina, le parole chiave ma, cosa ben più importante, anche la semantica dei testi.

Una pagina landing (cioè target degli annunci di Google Ads) mal scritta, confusionaria o con contenuto giudicato di bassa qualità vedrà sistematicamente la propria soglia alzarsi, obbligando quindi l’inserzionista ad aumentare il prezzo di riserva per la pubblicazione.

Di contro, pagine ben scritte, interessanti, pulite nel codice ed autorevoli nei testi vengono premiate, con soglie inferiori.

Le soglie dipendono anche da dove gli annunci vengono pubblicati nella struttura della pagina.

Posizioni elevate nella pagina significano più possibilità di visualizzazione da parte degli utenti, e quindi le soglie più alte.

Ancora, alcuni argomenti o parole chiavi hanno soglie differenti rispetto ad altri: ad esempio, parole chiave per prodotti di generi di larga distribuzione, oppure argomenti molto comuni tra la gente (matrimoni, battesimi, ricerca di lavoro, salute, ecc.) hanno generalmente soglie molto elevate, poiché c’è una costante richiesta di mercato.

Infine, le soglie variano anche da paese a paese, oppure da dispositivo utilizzato per la ricerca: soglie per dispositivi mobili (smartphone e tablet) sono generalmente più care, poiché la maggioranza del traffico di ricerca proviene ormai da lì.

Quando le tue offerte raggiungono la soglia di ranking utile per il tuo annuncio, partecipi all’asta grazie al bidding.

Nell’asta, il miglior offerente vince.

Se invece nessuno partecipa all’asta oltre te, per esempio perché nessuno degli inserzionisti raggiunge la soglia di ranking, vincerai comunque l’asta, e ti sarà addebitato il costo del prezzo di riserva arrotondato all’eccesso (il minimo fatturabile): se il prezzo di riserva è, diciamo, € 0,20, pagherai € 0,21.

Capire bene il meccanismo del ranking è fondamentale per comprendere appieno il valore del CPC e, in generale, come funziona il mercato delle aste e del bidding.

Capito questo, si intuisce anche come tanti annunci hanno CPC elevanti anche quando, nella ricerca, nessuno sta sotto di loro: semplicemente, la soglia a volte è alta di suo, anche se non ci sono aste al rialzo.parti ora con la tua promozione!

Un media fluido, in perenne dinamismo

La promozione a pagamento su Google Ads

Uno degli errori peggiori che puoi fare quando scegli di iniziare la tua promozione su Google Ads è quello di pensare la piattaforma come un qualsiasi altro media tradizionale, ovverosia uno spazio deciso, definito, immutabile.

Google Ads non è una pagina di un giornale, e non è neppure l’intervallo tra il TG della sera e l’access prime time: è un media estremamente dinamico, che ha bisogno di un costante monitoraggio e costanti ritocchi alle strategie delle campagne.

Ogni giorno centinaia di migliaia di nuovi annunci vengono costruiti ed attivati, e tantissimi nuovi competitors sono pronti a scendere in pista, nel tentativo di erodere quote di mercato già conquistato da altri: è l’economia, e il mondo degli affari che da essa è derivato.

Ciò vuol dire che, per tutti i prodotti, c’è ogni giorno sempre più concorrenza: questo significa che le soglie minime di bidding possono alzarsi in qualsiasi momento, così come può essere modificato anche bruscamente il ranking degli annunci.

Ecco perché è imperativo che ogni campagna su Google Ads sia costantemente monitorata, e modificata al volo se necessario.parti ora con la tua promozione!

Le terre libere stanno per finire

La promozione a pagamento su Google Ads

All’inizio degli anni 2000, quando Google Ads si chiamava ancora AdWords ed era piuttosto giovanotto, il mercato del digital advertising era forse 1/300 di quello attuale.

C’erano molte meno aziende e professionisti che avevano puntato sul digitale, e quasi tutti erano ossessionati quasi esclusivamente dall’avere a disposizione un ‘portale’, ossia un sito web pieno di applet o pseudo-widget abbastanza inutili.

A quei tempi, c’era molta meno concorrenza negli annunci, e potevano essere facilmente ottenute performance oggi considerate fantascientifiche: era abbastanza normale, per un esperto del marketing con una buona conoscenza del digital advertising, ottenere CTR di oltre il 10% (con un po’ d’impegno… Ma neppure troppo!).

Oggi quelle percentuali sarebbero un sogno anche per il più bravo dei digital specialist, eppure il concetto di fondo del bidding è rimasto sempre quello.

Ciò che è cambiato è il numero, impressionante, di inserzionisti che hanno deciso di investire online.

Alcuni analisti, peraltro tra i più prestigiosi, guardano con una certa preoccupazione l’evolversi del mercato del digital advertising: il CPC medio, negli ultimi 10 anni, è aumentato in maniera drammatica per pressoché tutti i settori di mercato.

Alcune keywords legate ai beni o servizi più comuni o utilizzati (ad esempio, tutto il settore del mercato del lavoro, la salute o la moda) possono raggiungere soglie veramente elevate, superiori ai € 5,00 per click.

In questo contesto, una delle regole fondamentali del marketing che dice: “Chi ha i soldi, si prende il cliente” diventa quanto mai veritiera.

Se la situazione del mercato dell’advertising continuerà su questa strada, e quindi continuerà contestualmente il forte rialzo dei CPC medi, a breve Google Ads potrebbe divenire accessibile solo a grandi gruppi, o comunque aziende che sono disposte a spendere molto denaro per una conversione.

Questo è un pericolo reale, e per molti settori è più o meno già accaduto: basti pensare il mercato delle cure odontoiatriche, oppure quello dei corsi di lingua.parti ora con la tua promozione!

Campagne professionali gestite da professionisti

La promozione a pagamento su Google Ads

Nel settore del digital advertising, è risaputo che Google non ha mai avuto di buon occhio i professionisti del digital specializzati nella SEM (Search Enging Marketing, uno dei rami principali del digital marketing).

Il motivo è abbastanza chiaro: a Google interessa vendere gli spazi pubblicitari agli inserzionisti e farli divenire clienti stabili, non ha interesse che essi paghino invece le web agency o comunque i professionisti del marketing digitale.

Per agevolare ciò, Google ha progettato e costruito, nel corso degli anni, una serie di formidabili strumenti di marketing digitale, quasi tutti totalmente gratuiti, che lavorano in simbiosi con Google Ads.

Ne è un ottimo esempio la suite di Google Analytics, oppure Google Tag Manager.
Facili (almeno, abbastanza), gratuiti, pronti per essere integrati negli Ads… Eppure, qualcosa non è andato come pensato a Mountain View.

La richiesta di mercato dei professionisti del digital marketing è anzi enormemente aumentata, così come la quantità di agenzie che si occupano solo di digital advertising.

Un fenomeno ben poco controllabile, a cui Google è dovuta correre ai ripari dotandosi, anche abbastanza in fretta, di suoi comparti di digital specialist, che offrono assistenza ai clienti di Google Ads.

Come mai, se Google Ads è stato costruito in ottica molto ‘user-friendly’, ed è supportato da programmi e servizi altrettanto facili?

La risposta è veramente molto semplice: perché il marketing è una scienza abbastanza affine all’arte.

Non ci si improvvisa specialisti della mercatologia solo perché si è intuito come creare un annuncio in pochi click, e neppure se si è imparata la differenza tra CPC e CPA.

Il digital marketing è composto da una lunga serie di attività collaterali, anzi complementari: per diventare specialisti occorre avere competenze di economia, di mercato, di grafica, di geometria, di ottica, di programmazione HTML, CSS e Javascript, di analitica, di pubblicità, di sociologia, di psicologia, di arti visive, di semantica, di copywriting e… Tanta, tanta esperienza pregressa.

In un titolo di 30 caratteri ed in una descrizione di 90 caratteri è necessario riassumere e comprimere così tante sensazioni, così tante informazioni che c’è gente che si è specializzata solo in quello: sono i professionisti del ‘syntext’, ovvero dei testi sintetici.

Sapere esattamente dove posizionare un pulsante per una chiamata, un form, un titolo accattivante o, semplicemente, proporre visivamente a modo un prodotto non è uno scherzo: c’è tutta un’industria che, da anni, lavora per la comunicazione.

Quindi, il mero annuncio su Google Ads è solo un mezzo, uno dei tanti, con cui convogliare tanta, tanta cultura ed esperienza.

Al momento, cultura ed esperienza sono cose che non possono essere progettate a tavolino, che non possono essere sintetizzate in un algoritmo, specie se devono essere condite da una qualità (per ora) ancora sconosciuta ai software: la creatività.

Ecco perché i risultati ottenuti con campagne Google Ads ‘fai da te’, solitamente, producono risultati mediocri, quando non totalmente fallimentari: perché non basta spendere soldi per ottenere soldi.

Direi che dovresti affidarti ai professionisti del digital marketing è sottolineare l’ovvio: e, sicuramente, se sei arrivato sin qui con la lettura, questo dovresti averlo ben capito.

Del resto, pensaci: secondo te è plausibile che le aziende importanti, che fatturano veramente tanti soldi e sono vincenti sul mercato, possano mai affidarsi al ‘fai-da-te’ per le loro campagne su Google Ads?

L’unica risposta ovvia è quella più plausibile, ovverosia no.

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Ho smontato il mio primo calcolatore elettronico a 9 anni, e miracolosamente sono riuscito a rimontarlo più o meno funzionante.
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Non tutto si può vendere grazie al marketing, ma di certo senza il marketing niente si può vendere.
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