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Il ragazzo di campagna

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Paese di produzione: Italia
Anno: 1984
Durata: 92 min
Genere: commedia
Regia: Castellano e Pipolo
Soggetto: Castellano e Pipolo
Sceneggiatura: Castellano e Pipolo
Produttore: Achille Manzotti
Distribuzione per l'Italia: Titanus
Fotografia Danilo: Desideri
Montaggio: Antonio Siciliano Musiche Mariano Detto
Scenografia: Bruno Amalfitano

Interpreti e personaggi

Renato Pozzetto: Artemio
Donna Osterbuhr: Angela Corsi
Clara Colosimo: signora Giovanna
Sandra Ambrosini: Maria Rosa
Massimo Boldi: Severino Cicerchia
Renato D'Amore: il fabbro
Franco Diogene: il direttore d'assicurazione
Enzo Cannavale: il non vedente
Enzo De Toma: il paziente dell'ospedale
Enzo Garinei: il direttore del residence
Elio Veller: Margherita, l'omosessuale
Guido Spadea: il collega del direttore d'assicurazione
Massimo Serato: lo spacciatore di droga
Pongo: il dottore al centro prelievi
Dino Cassio: il commissario di Polizia "pirata"
Jimmy il Fenomeno: contadino
Armando Celso: Erpidio
Lucia Vasini: la cassiera della mensa
Daniela Piperno: la nipote del cieco
Andrea Montuschi: il tassista

Doppiatori italiani

Liù Bosisio: signora Giovanna
Luigi Montini: il fabbro
Carlo Valli: il vigile urbano

Beato te contadino, beato te / E forse perché / Sei più ricco di un re

Trama

Da qualche parte nella pianura padana, metà anni '80 del XX secolo.
Artemio
(Renato Pozzetto) è un contadino di Borgo Tre Case, un remoto paesino semi-spopolato della Lombardia, peraltro abitato quasi esclusivamente da vecchietti.
Il giovanotto non ha mai lasciato il paese, e vive nel grande casolare di famiglia assieme alla mamma, che vorrebbe tanto vederlo sistemato con la Maria Rosa, la figlia del vinaio, ragazza giovane ma non tanto attraente a cui Artemio non è minimamente interessato.

Il ragazzo di campagna
Artemio, alla soglia dei suoi quarant'anni

In effetti, al ragazzo non va a genio tutta la vita di campagna in generale: stufo di non avere amici, di spalare letame tutto il giorno e di non avere divertimento altro che il passaggio del treno, nel giorno del suo quarantesimo compleanno decide di lasciare il paese per tentare la fortuna in una grande città, e nello specifico a Milano.

La città l'è piena di tentazioni, l'è tentacolare... L'è 'na brutta bestia!

Partito con il suo trattore verso il capoluogo lombardo, i guai per lui cominceranno pressoché immediatamente: il mezzo gli verrà subico confiscato a piazza San Babila dai vigili urbani meneghini, mentre la valigia, scambiata per immondizia, verrà addiritura caricata dal camion della spazzatura!

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Il ragazzo di campagna
Artemio mentre osserva il treno che passa assieme agli altri paesani

Rimasto appiedato e senza neppure vestiti di ricambio, Artemio penserà di contattare suo cugino Severino Cicerchia (Massimo Boldi), per chiedergli uma mano con l'ambientamento cittadino.
Severino, detto 'lo scorreggione' per via della sua petomania, si rivelerà però essere un poco di buono, un ladro e scippatore, che coinvolgerà il povero Artemio in uno spericolato scippo alla bella Angela Corsi (Donna Osterbuhr).

Padre nostro che sei nei cieli, spero che tu stia bene perché io qui faccio una vita d'inferno; dacci oggi il nostro pane quotidiano, possibilmente fresco; ti faccio presente che non ho debiti e non ho debitori, dove vivo non ci sono tentazioni, così è.

Resosi conto del gesto criminale di suo cugino, Artemio deciderà di andare a restituire la borsa ad Angela, e comincerà così un'amicizia con l'affascinante donna in carriera, che si dimostrerà però una tipica figlia degli anni '80: arrivista, profittatrice, interessata alle amicizie solo per proprio tornaconto personale, perennemente di fretta e con mille cose da fare.

Il ragazzo di campagna
Artemio a piazza San Babila col trattore

Angela troverà ad Artemio anche una sistemazione in un costosissimo ed angusto residence, dove il poveraccio non solo dilapiderà tutti i suoi risparmi, ma finirà anche in ospedale, intossicato dal mangiare cittadino.

Taaac!

Neppure la ricerca di un impiego sembrerà arridergli: il suo colloquio di lavoro come agente assicuratore risulterà un disastro, arrivando ad essere cacciato in malo modo dalla commissione esaminatrice.
Anche le esperienze come metronotte e come guida per ciechi risultano fallimentari, mentre a livello affettivo, i suoi sentimenti per Angela non sono affatto ricambiati dalla donna, anche se lo fa illudere andando a letto con lui.

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Il ragazzo di campagna
Severino mentre inganna Artemio durante uno scippo in motoretta

Artemio arriverà persino a donare il sangue a pagamento pur di comperare un piccolissimo anello di fidanzamento ad Angela, ma questa rifiuterà la sua proposta, giudicandolo un partito di certo non così appetibile.
L'ennesima delusione spingerà Artemio all'insano gesto di buttarsi nei navigli, dove fortunatamente verrà tratto in salvo da un losco narcotrafficante, che gli proporrà persino di entrare nel business dello spaccio di droga.
Mandato a quel paese lo spacciatore e senza più neppure un vestito addosso, durante un attacco di nervi si sfogherà cominciando ad inveire contro la città ed i suoi abitanti, venendo dunque arrestato e condotto alla questura.

Il ragazzo di campagna
Artemio come guida del terribile ed antipatico cieco pornomane

Non avendo né casa e né occupazione, il commissario giudicherà il povero Artemio un soggetto pericoloso per l'ordine pubblico, rispedendolo con un foglio di via al suo paese natale.
Il giovane dunque tornerà a fare il contadino, ma non gli andrà affatto male: la Maria Rosa, divenuta un'avvenente ragazza molto più alla moda rispetto a prima, si dimostrerà ancora invaghita di lui, che stavolta ben volentieri accetterà di portarla a cena fuori.

In città non si vive di solo smog!

C'è spazio però anche per un'altra novità: da Milano arriverà Angela, a consegnargli la lettera d'assunzione dell'agenzia d'assicurazioni per la quale aveva svolto il tremendo colloquio, ora intenzionata ad prenderlo in organico grazie all'estro dimostrato nell'intervista.

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Il ragazzo di campagna
La Maria Rosa, completamente trasformata

La donna, perennemente di fretta anche stavolta, proporrà ad Artemio di rivedersi per ridiscutere della loro situazione affettiva, dopo essersi fatta un esame di interessi (l'ennesimo) ed aver capito che, forse, la proposta d'accasarsi con l'uomo non è poi un'idea da buttar via.
Artemio però non si farà più prendere per il naso: straccerà la lettera d'assunzione e se ne tornerà a casa con Maria Rosa, a bordo di un nuovo e fiammante trattore.

La gente della Madonna

Artemio
Artemio

Quarantenne dell'estrema provincia lombarda, contadino nel quasi disabitato paesotto di Borgo Tre Case.
Non ha mai visto una città e si sente estremamente frustato nel condurre la solita vita agreste tutti i giorni, tanto da arrivare a decidere di partire per Milano, a tentare la fortuna conoscendo la 'vera vita'.
Inutile dire che gliene capiteranno di tutti i colori, tanto da farlo esasperare e portarlo anche sull'orlo del suicidio amoroso.
Fortunatamente si salverà, ma riceverà dalla polizia il foglio di via che lo farà tornare al suo paesello.
Nonostante tutto, il suo sarà un lieto fine: s'accaserà con la Maria Rosa, divenuta molto più appetibile dopo una miracolosa cura per l'acne, e tornerà a fare, felicemente, il contadino.

Angela Corsi
Angela Corsi

Ragazza milanese tipica donna in carriera degli anni '80, arrivista, sempre di fretta e con ben poco tempo per relazioni durature e stabili.
Incarna molto dello stereotipo del milanese di quegli anni, in effetti.
Finisce vittima dello scippo di Severino in cui è coinvolto anche l'ignaro Artemio, e s'offrirà d'aiutare il contadino nel primo periodo d'ambientazione cittadina.
È tifosissima della Juventus e, alla guida, è una pazza spericolata.
Non avrà un serio interesse per Artemio per tutta la durata del film, e non ci penserà due volte a scaricarlo dopo che questi, ingenuamente, aveva creduto in una loro potenziale relazione dopo una semplice notte d'amore.
Sul finale della pellicola, tornerà a trovare Artemio al paese, per consegnargli la lettera d'assunzione di un'agenzia assicurativa e per tentare di ridiscutere la storia di loro due, ma scapperà via di corsa come al solito.

Severino Cicerchia
Severino "Scorreggione" Cicerchia

Cugino milanese di Artemio, è un furfantello che entra ed esce di galera, specializzato com'è in furti e scippi.
Casa sua è in pratica un grande magazzino di refurtiva, e coinvolgerà il povero Artemio nel suo malaffare, ingannandolo e portandoselo con sé nello scippo che coinvolgerà la bella Angela Corsi.
Deve il suo soprannome alla sua petomania.

Maria Rosa
Maria Rosa

La figlia del vinaio di Borgo Tre Case, molto giovane d'età ma, almeno ad inizio film, decisamente poco avvenente e sciatta.
Ha un debole per Artemio, ma il suo aspetto di certo non così accattivante e la copiosa acne juvenilis la fa sistematicamente snobbare dal ragazzo,.
A fine film, quando Artemio sarà tornato al paese, la ritroveremo totalmente cambiata, senza più brufoli e decisamente più avvenente, tanto da conquistarsi l'attenzione del suo amato.

Sviluppo e produzione

Il ragazzo di campagna

La prolifica coppia Castellano e Pipolo firma un'altra grande commedia di successo, stavolta basandosi su un soggetto molto amato da Renato Pozzetto, ovverosia quello del dualismo città/campagna che lo aveva accompagnato sin dai primi successi in carriera con Cochi Ponzoni, ai tempi di "Il poeta e il contadino".
Il film, praticamente privo di attori di rilievo a parte lo stesso Pozzetto ed un giovanissimo Massimo Boldi, è stato totalmente girato nei luoghi narrati, ovverosia l'hinterland milanese e, ovviamente, il capoluogo lombardo, di cui si riconoscono tanti famose location, come piazza San Babila e via Montenapoleone.
Il grande attore napoletano Enzo Cannavale, protagonista di tantissime commedie del periodo, compare per una brevissima parte, nel ruolo dell'indisponente ed antipatico cieco.

Richiami e marchio di fabbrica

Il ragazzo di campagna

Il film è considerato un cult generazionale, nonché uno dei più rappresentativi di tutta la filmografia di Renato Pozzetto: è pieno di gag e battute esilaranti, entrate di diritto nella storia della cinematografia comica italiana.
La storia è semplicissima, ma si ride talmente tanto che la sua assenza non viene minimamente notata, anzi: è propedeutica alla risata.
Un evergreen da visionare sicuramente, tra l'altro ambientato in un periodo magico ed irripetibile per Milano e per l'Italia in generale, ovverosia quello degli 'yuppies' degli anni '80, che la pellicola prende bellamente in giro in più di un'occasione.
Nel corso degli anni, il film è diventato enormemente famoso anche per via dei frequentissimi passaggi in TV, particolarmente attesi ed apprezzati dai ragazzi e dai bambini del periodo.

Accoglienza

Il ragazzo di campagna

Il film si comportò alla grande ai botteghini, incassando l'incredibile cifra di 9.850.679.000 Lire: un risultato eccezionale per l'epoca, anche considerando che, al primo posto di quell'annata cinematografica, c'era un'icona della comicità come "Non ci resta che piangere" del duo Benigni-Troisi.

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