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Amici Miei Atto III

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Titolo originale: Amici Miei - Atto III
Paese di produzione: Italia
Anno: 1985
Durata: 109 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: commedia
Regia: Nanni Loy
Soggetto: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli
Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli, Nanni Loy
Produttore: Luigi De Laurentiis, Aurelio De Laurentiis
Casa di produzione: Filmauro
Fotografia: Claudio Cirillo
Montaggio: Franco Fraticelli
Musiche: Carlo Rustichelli, Paolo Rustichelli

Interpreti e personaggi

Ugo Tognazzi: Raffaello Mascetti
Gastone Moschin: Rambaldo Melandri
Adolfo Celi: Alfeo Sassaroli
Renzo Montagnani: Guido Necchi
Bernard Blier: Stefano Lenzi
Franca Tamantini: Carmen Necchi
Gianni Giannini: Cecco, l'inserviente
Valeria Sabel: Valeria Migliari
Enzo Cannavale: Cavaliere Ferrini
Mario Feliciani: Generale Mastrostefano
Caterina Boratto: Amalia Pecci Bonetti

Doppiatori italiani

Mario Mastria: Stefano Lenzi
Alina Moradei: Amalia Pecci Bonetti

Nel senso anafestico!

Trama

Campagna fiorentina, verso la metà degli anni '80.

Sono passati alcuni anni da quando il conte Raffaele "Lello" Mascetti (Ugo Tognazzi) è finito sulla carrozzella a seguito di un colpo apoplettico, ma la morte della mai troppo sopportata moglie gli ha fatto un gran bene: sebbene sempre tetraplegico e costretto sulla sedia a rotelle, ha riacquistato pienamente l'uso della parola e non ha minimamente perso la passione per le 'zingarate'.

Il gruppo degli zingari durante l'alluvione di FirenzeIl Sassaroli, il Necchi, il Melandri ed il Mascetti, invecchiati ma sempre pronti a nuove zingarate

Anche gli altri amici della banda sono invecchiati: il Necchi (Renzo Montagnani) ha perso i capelli e s'è stufato di mandare avanti l'omonimo bar-ristorante, l'Architetto Melandri (Gastone Moschin) da quando è andato in pensione s'è demoralizzato ed il professor Sassaroli (Adolfo Celi) ha messo su un bel po' di chili in più, ma è sempre contornato da avvenenti ragazze (le 'nipoti di fava').

La banda si riunisce tutta assieme in una scampagnata in omaggio al Mascetti, che si tramuterà nell'ennesima zingarata al luna park.

leggi anche: amici miei atto ii

La giornata in allegria però è il preambolo ad un epilogo triste: rimasto senza più moglie ed impossibilitato ad essere autosufficiente, il Mascetti è portato in una lussuosa casa di riposo, dove gli amici gli pagheranno la retta, permettendogli quindi di passare gli ultimi anni in serenità.

Volendosi far ricordare come morto, e per nulla contento d'entrare in ospizio, il Mascetti si accomiata dai suoi amici, chiedendogli di non cercarlo più.

Il gruppo degli zingari durante l'alluvione di FirenzeIl Necchi, mentre organizza l'ennesimo scherzo col Sassaroli

Il Conte però cercherà ben presto loro, e per organizzare l'ennesima zingarata in un istituto che si rivelerà un vero e proprio paese dei balocchi per il Mascetti, che avrà vita facile nell'ordire tremendi scherzi agli attempati ospiti della struttura, coadiuvato da Cecco, l'inserviente della struttura.

Il gruppo degli zingari durante l'alluvione di FirenzeLa zingarata ai danni del Lenzi

Il Melandri, ormai annoiatissimo dalla vita del pensionato, coglie al volo l'occasione e si trasferisce pure lui nella casa di riposo ed insieme cominciano ad imbastire un'elaborata zingarata ai danni di un ospite molto avanti con l'età, Lenzi.

Sfruttando la nostalgia che quest'ultimo ha per la sua condizione giovanile, i due lo convincono che è possibile ritornare alla gioventù vendendo l'anima al diavolo, in un'intricata messa nera che, già fatta dal Mascetti e dal Melandri, ha assicurato ad essi il ringiovanimento.

M'importa sega!

Nel frattempo, il Melandri conosce tra gli ospiti della casa un'ancora avvenente signora, di nobili origini e, come suo solito, se ne innamora perdutamente, arrivando persino a chiederle di sposarlo.

Tale nobildonna si rivela però una signora di facilissimi costumi, e grazie all'intervento del Mascetti, che dimostra al Melandri di che (lussuriosa) pasta è fatta la sua futura consorte, il buon Conte salva il destino dell'amico impedendo quindi il matrimonio.

leggi anche: amici miei

La zingarata al Lenzi intanto raggiunge il suo epilogo, con l'improponibile sceneggiata della messa nera al cospetto di Lucifero - il Sassaroli mascherato - e l'anziano turlupinato crederà davvero di ringiovanire, lasciando la casa di riposo e dandosi alla bella vita con giovanissime donne.

Purtroppo, tali sforzi gli risulteranno fatali, ed il Lenzi morirà poco dopo, infartato ma felice, in un noto bordello.

Il gruppo degli zingari durante l'alluvione di FirenzeIl Conte Raffaello "Lello" Mascetti, tornato in gran forma dopo la morte della moglie

Dopo un assurdo e comico duello a fil di spada tra il Melandri ed un vecchio generale - spasimante dell'ex fidanzata dell'architetto - il Necchi fa falsificare i certificati medici della moglie Carmen per trasferirsi pure lui alla casa di riposo, ormai diventata il quartier generale della banda.

Tra una zingarata e l'altra, Mascetti e compagni organizzano le vacanze d'estate nientemeno che al polo nord, e questo fa andare su tutte le furie la rigida direttrice dell'istituto, che decide alfine di cacciarli dalla casa di riposo.

I tre però non si scoraggeranno minimamente e cominceranno ad organizzare un mastodontico 'sabotaggio' alla direttrice, arrivando a combinarne di così grosse da incitare tutti gli ospiti alla rivolta.

Il finale è sorprendente: la diretttice finalmente è cacciata, ma dalla nuova proprietà della casa di riposo... Che inaspettatamente è il Sassaroli, fresco fresco di nuova acquisizione dopo che, resosi conto per tempo di stare per rincoglionirsi a causa dell'età avanzata, ha saggiamente deciso di vendere la sua lussuosa clinica privata, e stabilirsi anche lui in pianta stabile nell'istituto assieme ai suoi amici.

Anche il Mascetti, veramente a sorpresa, troverà il vero amore, ovverosia la bella signora Valeria, fine e cortese ospite della struttura, che riuscirà a prendere per il verso giusto il tremendo Conte (venendo comunque da lui beffata proprio come la sua ex moglie Alice).

Per festeggiare, i quattro tornano dopo tanto tempo alla stazione, con l'intenzione di ripetere il loro famoso 'cavallo di battaglia', ovverosia gli schiaffeggiamenti ai passeggeri in partenza sui treni.

La terza età però gli riserva un'amara sopresa: stavolta sono loro ad essere presi a schiaffi dai viaggiatori.

Il genio del Mascetti risolverà ancora la situazione, con un'idea geniale: spruzzare attraverso opportuna peretta da clistere l'inchiostro in faccia ai passeggeri.

Gli zingari (attempati)

Conte Raffaello "Lello" Mascetti
Conte Raffaello "Lello" Mascetti

Dopo essere sopravvissuto alla trombosi nel secondo capitolo della saga, il Conte decaduto s'è ripreso alla grande, anche grazie alla fortuita - per lui - morte della mai troppo sopportata moglie.
Sempre costretto sulla sedia a rotelle, non avrà minimamente perso la voglia di divertirsi e compiere le sue famose 'zingarate' con gli amici di sempre, stavolta però in una lussuosa casa di riposo dove ne combinerà di tutti i colori.
Dopo una serie di scherzi epici ai danni degli attempati ospiti della struttura, troverà finalmente anche l'amore della bella signora Valeria, che però subito canzonerà per andarsene alla stazione dei treni con i suoi amici, dove avrà la geniale idea di sostituire gli schiaffoni - ormai impossibili da dare - con gli schizzi d'inchiostro.

Architetto Rambaldo Melandri
Architetto Rambaldo Melandri

Ormai in pensione dal suo lavoro di architetto comunale, ha preso malissimo l'inizio della terza età: ha smesso anche di guidare, e si annoia così tanto da rompere le scatole tutti i giorni al bar del Necchi.
Ritroverà la verve ed il suo proverbiale spirito traferendosi anche lui alla casa di riposo del Mascetti, dove ricomincerà a tirare scherzi favolosi ai vecchietti ospiti dell'istituto.
Tanto per cambiare, avrà di nuovo un colpo di fulmine per una bella signora, che arriverà addirittura a voler sposare, ma sarà fermato per tempo dal buon Mascetti.
Combinerà un'epica zingarata al Lenzi, facendogli credere di aver stretto un patto col diavolo per ringiovanire.

Guido Necchi
Guido Necchi

La terza età del barista fiorentino porterà un'ampia calvizie, ma non per questo gli leverà lo smalto e la voglia di combinare sempre le zingarate con i suoi amici.
Costringerà la moglie Carmen a trasferirsi alla casa di riposo con il Mascetti ed il Melandri, ed assieme combineranno un'epica zingarata al signor Lenzi, oltreché ne combineranno di tutti i colori, tanto da arrivare da farsi cacciare dall'algida direttrice.
Scaricata senza troppi rimpianti la moglie, organizzerà una strenua resistenza contro la direzione dell'istituto, fino a che il Sassarolinon deciderà di rilevare tutta la proprietà della casa di riposo.
Tornerà alla stazione assieme agli altri, ma l'età avanzata gli impedirà di prendere a schiaffoni i passeggeri.

Professor Alfeo Sassaroli
Professor Alfeo Sassaroli

Brillante luminare medico, anche lui subisce gli effetti del tempo che passa, ma non per questo rinuncia alla compagnia di giovani e provocanti 'nipotine' (le famose 'nipoti di fava'), e ancor meno alle zingarate dei suoi amici di sempre.
Deciderà, a fine pellicola, di vendere la sua lussuosa clinica privata e rilevare la proprietà della casa di riposo dove deciderà di riunirsi definitivamente con il Mascetti, il Melandri ed il Necchi.

Sviluppo e produzione

La recensione di amici miei atto III

Dopo tre anni dal secondo, epico episodio della saga, i De Laurentiis decidono di affidare la regia di un terzo, conclusivo film a Nanni Loy, considerata l'indisponibilità di Mario Monicelli.

Ne esce fuori un film divertente, ma di molte spanne inferiore ai due precedenti episodi: sebbene la bravura di regista ed attori sia indiscussa, il difetto principale risiede in una trama carente sotto tutti i punti di vista, totalmente sconclusionata e, a tratti, fin troppo grottesca (anche per gli standard della serie).

Il tempo della 'commedia all'italiana' è definitivamente finito, ed altri standard ne hanno preso il posto nei gusti degli italiani degli anni '80, per cui il film ha completamente perso la sua vena amara e dissacrante che invece ha decretato il successo della serie: tutto risulta un po' forzato e, a tratti, patetico; si vive sulle gesta dei singoli, in pratica, ma anche quelle non bastano per risollevare di molto le sorti di un impianto veramente di scarso spessore.

Tognazzi, Celi, Montagnani e Moschin sono sempre eccezionali nei panni del Mascetti, del Sassaroli, del Necchi e del Melandri, ma risultano anzi fin troppo 'giovani' per interpretare personaggi che si vuol far credere molto più avanti con l'età.

In generale, la pellicola risulta godibile, ma il pagaragone con i suoi due illustri predecessori è impietoso; risultano però alcuni momenti epici, come per esempio le supercazzole (stavolta, contenute di numero) del Mascetti, sempre spassose da vedere e sentire.

Risulta comunque un film da vedere per gli appassionati della serie, che apprezzeranno di certo le interpretazioni degli attori, assolutamente convincenti anche a fronte di una sceneggiatura non eccelsa.

Spezzoni leggendari - La supercazzola paraplegica

Il Conte Mascetti, benché costretto sulla sedia a rotelle da un ictus, non ha dicerto perso la sua ironia ed il suo gusto nel voler pigliare per i fondelli i malcapitati che immancabilmente finiscono sotto i colpi della sua 'supercazzola'.

Anche in questo episodio, in un paio d'occasioni il Mascetti sfodera il suo cavallo di battaglia migliore, stavolta contro l'algida direttrice della casa di riposo.

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